Napoli, gli sfratti di Posillipo; ennesimo nulla di fatto: «Sei riunioni andate vuoto»

Napoli, gli sfratti di Posillipo; ennesimo nulla di fatto: «Sei riunioni andate vuoto»
di Antonio Folle
Mercoledì 22 Luglio 2020, 16:35
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Sei riunioni su sei andate deserte o quasi. Un vero e proprio record negativo quello che ha fatto segnare oggi la commissione Patrimonio presieduta da Carmine Sgambati che aveva lo scopo di "fare luce" sulla vicenda degli sfratti di Posillipo e sulla morte di Grazia Resicato, ottantenne deceduta dopo aver ricevuto da Napoliservizi una lettera che le intimava di lasciare l'appartamento assegnatole dieci anni fa. L'avvocato Angelo Pisani fin dal primo momento ha puntato il dito sul Comune di Napoli con la gravissima accusa di aver provocato il decesso dell'anziana - già affetta da alcune gravi disabilità - come diretta conseguenza del terrore di perdere la casa e di finire in strada. Accuse fin dal primo momento respinte vigorosamente da palazzo San Giacomo che ha difeso l'operato dei suoi uffici derubricando le lettere di sfratto inviate ai cittadini come un "atto dovuto" che, però, non prefigurava uno sfratto effettivo, almeno non nel breve periodo. 

Dopo l'ondata di indignazione da parte dei cittadini e l'annuncio di battaglie legali da parte di Pisani, la politica ha mosso i passi dovuti per fare chiarezza sull'intera vicenda e individuare eventuali responsabilità nella gestione della complessa e delicata vicenda. E qui scoppia l'ennesimo scandalo: su sei riunioni convocate da Sgambati, l'assessore al Patrimonio Alessandra Clemente e la dirigente al Patrimonio del Comune di Napoli non hanno presenziato, rendendo di fatto inutili - oltre che uno spreco di denaro pubblico - le riunioni delle commissioni.

Alla seduta che si è tenuta stamattina, la sesta della "serie", ha presenziato l'assessore al Welfare Monica Buonanno che ha ribadito la sua vicinanza umana alla famiglia di Grazia Resicato e ha sottolineato l'impegno per trovare una soluzione anche per Immacolata Ingangi, altra destinataria della lettera di sfratto inviata a inizio giugno, e per i suoi bambini, pur ribadendo che sugli alloggi di proprietà del Patrimonio - e gli appartamenti di Posillipo rientrano in questa categoria - le responsabilità sono in capo direttamente all'assessore Clemente e alla dirigenza dell'area Patrimonio.

«Noi come assessorato al Welfare - ha spiegato Monica Buonanno - abbiamo diretta competenza sugli alloggi ERP, non sugli alloggi di proprietà del Patrimonio che, per loro natura, seguono una disciplina differente. In ogni caso lo sfratto delle famiglie è fuori discussione, soprattutto perchè esiste una legge dello Stato che blocca ogni procedura fino al 31 dicembre. E' bene ribadire - ha proseguito - che le procedure amministrative devono in ogni caso andare avanti ma come assessorato continueremo a farci carico di questo e di tanti altri casi simili che ci sono in città ma che, forse, non ricevono altrettanta eco mediatica. Stiamo lavorando per cercare una soluzione - continua - ma allo stato attuale tutti gli alloggi di edilizia popolare sono già assegnati. Studieremo eventualmente una soluzione alternativa e confidiamo che i cittadini napoletani riconoscano il lavoro che noi e chi ci ha preceduto sta portando avanti in un settore così delicato».

Ala riunione indetta da Carmine Sgambati hanno partecipato, oltre all'assessore Buonanno, I consiglieri comunali Roberta Giova, Vincenzo Moretto e Rosario Andreozzi. Non sono mancate le "frizioni" tra i componenti della commissione e l'assessore al Welfare, forse unico vero incolpevole di una vicenda che ha fatto e continua a far gridare allo scandalo una città anche per i suoi strascichi.

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Durissima la presa di posizione di Sgambati che ha stigmatizzato l'assenza dell'assessore Clemente - che oggi ha presenziato al tavolo per l'Ordine e la Sicurezza nella IX Municipalità - e della dirigente dell'area Patrimonio. Assenze pesanti che hanno vanificato tutte le riunioni tenute fino ad oggi. «Politica è attenzione, presenza, impegno e intervento - ha commentato - questi ed altri predicati sembrano spariti dall'azione di certi assessori e dirigenti. Per la sesta volta la commissione va deserta. Eppure impegni istituzionali più sacri e prioritari per un amministratore io neppure riesco a immaginarne. Certa politica abilissima con slogan e sorrisi è ormai intollerabilmente incapace di azioni concrete e responsabili».
 


Poi il duro affondo del presidente della commissione Patrimonio: «Questa amministrazione non vuole ammetterlo in alcun modo - ha detto Sgambati - ma noi siamo praticamente già in dissesto. Abbiamo raggiunto limiti ormai preoccupanti e ai cittadini bisogna dire la verità. L'approvazione o meno del rendiconto in consiglio comunale non cambia la sostanza di una situazione che ci dice di una città che è ormai già di fatto in quella situazione. Non bisogna aver paura di questa parola, ma fare un atto di coscienza e di verità nei confronti dei napoletani, magari dichiarandolo per davvero il dissesto». 

Secondo l'ultimo report di Napoliservizi su 24.000 alloggi di proprietà del Comune di Napoli a tutt'oggi sono circa 2.600 gli alloggi occupati abusivamente. 22.000 inquilini risultano essere non in regola con il pagamento dei canoni di affitto. Su circa 1.000 alloggi di pregio - come quelli di Posillipo, affittati a canoni "di mercato" - sono 509 le proprietà che risultano essere occupate senza alcun titolo. Una gestione a dir poco disastrosa che rischia di non avere nessun colpevole, ma che mette ancora di più in luce le contraddizioni di chi "tollera" - in ogni caso dal 2018 ad oggi sono partite 22.000 lettere di diffida da parte del Comune - oltre 500 occupazioni abusive ma si "accanisce", questa è stata la posizione espressa dalla commissione Patrimonio, contro inquilini a cui gli alloggi sono stati regolarmente assegnati con un apposito bando. 



 
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