Sfratti, sentenza anticrisi a Napoli: «Tutelare chi è moroso a causa della pandemia»

Sfratti, sentenza anticrisi a Napoli: «Tutelare chi è moroso a causa della pandemia»
di Angelo Rossi
Sabato 11 Settembre 2021, 09:00 - Ultimo agg. 12 Settembre, 08:48
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Sollievo per i commercianti in difficoltà a causa della pandemia: non sono responsabili e non vanno sfrattati. L'ordinanza emessa dal Tribunale di Napoli (giudice Rotondaro della nona sezione civile, provvedimento dello scorso 3 settembre) a favore di un commerciante del centro storico della città, è un precedente che di sicuro farà giurisprudenza e che sancisce in sede legale la vittoria di Aidacon consumatori, l'associazione a cui si era rivolto il commerciante dopo essere stato sfrattato dal proprietario del locale. 

La storia: il conduttore del negozio (che si trova nei pressi di piazza Dante e che opera nel campo della ristorazione) sempre puntuale nei pagamenti dei canoni di locazione, con il sopraggiungere della pandemia e dei provvedimenti di urgenza imposti dal governo, tra cui le chiusure delle attività e le limitazioni alle stesse, aveva iniziato a sospendere i pagamenti dei canoni di locazione, in attesa della ripresa delle attività a regime ordinario.

Il proprietario, inizialmente comprensivo, dopo alcuni mesi in cui i canoni di locazione non erano stati pagati o pagati in misura ridotta, gli aveva notificato l'atto di intimazione di sfratto per morosità. 

«Il conduttore del locale commerciale nell'opporsi allo sfratto intimato, ha basato le proprie difese dimostrando che i mancati pagamenti erano imputabili esclusivamente alle difficoltà economiche create dalla pandemia, documentando con il deposito dei bilanci e delle dichiarazioni dei redditi degli anni pregressi, il netto calo delle fatturazioni», ha spiegato Carlo Claps, presidente Aidacon. La battaglia legale intrapresa dall'associazione napoletana di consumatori ha avuto esito felice grazie all'ordinanza del giudice Rotondaro che, ritenendo le eccezioni sollevate dal conduttore degne di verifiche e sussistendo gravi motivi, ha denegato l'ordinanza di rilascio dell'immobile richiesta dal proprietario. Il giudice ha infatti scritto: «rilevato che l'intimato ha proposto opposizione sollevando eccezioni e rilievi che meritano un approfondimento nella successiva fase di merito del giudizio e configurano, allo stato gravi motivi in contrario all'emissione dell'ordinanza provvisoria di rilascio, p.q.m. denega l'ordinanza provvisoria di rilascio» 

In poche righe il giudice è arrivato a un provvedimento sintetico: di fronte a un procedimento di norma abbastanza veloce, con l'azione di delegare il rilascio ha di fatto bloccato lo sfratto. Ulteriori sviluppi si conosceranno quando il magistrato entrerà nel merito ma agendo in questo modo ha già anticipato che le sue motivazioni sono da considerarsi valide. Come ha precisato ancora Claps «non è questo l'unico caso in questione. Sono tante, infatti, le aziende e le attività commerciali che  si sono trovate nell'impossibilità di operare a causa del lockdown, e quindi di utilizzare i locali commerciali, con la conseguenza di non riuscire a pagare i canoni di locazione. Come associazione, siamo stati i primi ad  anticipare quelli che potevano essere gli effetti giuridici sui contratti a seguito della dichiarazione di pandemia. Abbiamo sempre sostenuto la possibilità di poter richiedere la sospensione o anche la riduzione del pagamento del canone di locazione per gli immobili a uso commerciale». 

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È di sicuro un provvedimento decisivo, quello emesso dal Tribunale napoletano, che aiuterà a definire i numerosi contenziosi in corso tra proprietari e conduttori, sorti a seguito della pandemia. Da adesso sarà però anche molto importante, all'esito del provvedimento giudiziario, che proprietari e conduttori si accordino per provare a risolvere bonariamente i contenziosi in corso, valutando sia le oggettive difficoltà dei conduttori che le esigenze dei proprietari, per trovare un accordo temporaneo necessario almeno per bypassare il momento di difficoltà. 

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