Coltellata dalla guancia alla gola, sfregiata
a 12 anni dall’ex: «Non voleva più vederlo»

Coltellata dalla guancia alla gola, sfregiata a 12 anni dall’ex: «Non voleva più vederlo»
di Giuseppe Crimaldi Leandro Del Gaudio
Martedì 12 Luglio 2022, 22:58 - Ultimo agg. 13 Luglio, 08:05
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Un distorto senso dell’onore, prima di tutto e ad ogni costo. Quando c’era da risolvere una questione di passione e rivalità, c’è sempre chi impugna un coltello. E come nelle peggiori storie di “guapparia”, il finale culminava nello sfregio dell’avversario. Nel 2022 - ai tempi della globalizzazione e di internet - a Napoli questo codice violento e incivile sembra ancora valere, tanto da contagiare anche i giovanissimi, almeno stando a quanto accaduto la scorsa notte a Montesanto: una 12enne sfigurata dall’ex fidanzatino, non ancora maggiorenne. Con una rasoiata al volto della ragazzina, l’aggressore ha pensato così di chiudere i conti con chi l’aveva lasciato.

Sedici anni lui, 12 la sua ex (compie 13 anni il 30 luglio). Entrambi dei Quartieri spagnoli. Ricostruiamo i fatti come emergono dalle indagini dei carabinieri, che poche ore dopo il raid sono riusciti a intercettare e fermare l’aggressore: «Stavo venendomi a costituire, ho solo reagito a una provocazione», dirà ai militari l’adolescente, che è parente dell’ex boss di camorra Mario Savio, “’o bellillo”, uno dei protagonisti della feroce guerra combattuta negli anni ‘80 tra la Nuova Famiglia e la Nco di Cutolo, di cui era il referente. È l’una e mezzo della notte scorsa quando lui raggiunge la sua ex nei pressi di una pizzeria dove la 12enne è solita attardarsi, in compagnia dei parenti.

Il 16enne è con un amico, lei - una delle tante “Barbie” che nonostante la tarda ora continuano a sciamare a ridosso di via Toledo - viaggia da sola. Una battuta di troppo, poi scoccano le scintille, in un crescendo di offese e rivendicazioni per quella storia ormai finita. La tensione è alle stelle quando lui parte all’assalto. Non è nuovo ad azioni violente. Anzi. È già noto alle forze dell’ordine per essere uno che esce di casa armato di coltello, ha precedenti per resistenza ed è sottoposto al percorso della messa in prova (cercando di imparare un mestiere frequentando un corso per pizzaioli). Decide di aggredire la ragazzina, bloccandola al collo, di spalle, con il braccio sinistro, facendo partire un colpo di lama che le squarcia la guancia destra, dall’alto fino a lambire la gola. Poi fugge via.

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La ragazzina perde sangue, viene soccorsa dalla madre e portata al pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini, poi al Santobono. È lei a fare il nome dell’ex fidanzatino, ad adombrare in una forma di gelosia malata la ragione della violenza. Dimessa con prognosi di un mese, avrà un danno permanente al viso. In futuro sarà sottoposta a nuove visite e forse ad interventi di chirurgia plastica per tentare di ridurre la cicatrice.
 

 

A coordinare le indagini dei carabinieri della “Napoli Centro” è la Procura dei minori, che contesta il “583 quinquies”, un nuovo reato previsto dal codice rosso che punisce chi provoca una deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso: una fattispecie introdotta con il diffondersi delle aggressioni con l’acido. Inchiesta condotta dal pm per la Procura dei Minori Emilia Galante Sorrentino, chiara la traiettoria delle verifiche in corso: nelle prossime ore saranno acquisiti i telefonini cellulari dei due ragazzi e passati al setaccio i canali social. Una strategia che punta a verificare un retroscena decisivo: la premeditazione; l’ipotesi che il 16enne abbia agito al termine di un crescendo di minacce, dopo che la ragazzina gli aveva comunicato (già da un paio di settimane) la sua decisione interrompere il rapporto. In questo senso, non si sarebbe trattato di un litigio estemporaneo, ma di un’azione cinica, a freddo. Una vendetta dopo il (sacrosanto) rifiuto di una ragazzina di non frequentare più il suo ex ragazzo. Difeso dal penalista Domenico Dello Iacono, il 16enne è atteso dinanzi al gip per la convalida del fermo. Stando a quanto trapelato finora, l’aggressore ha sostenuto di aver agito per rispondere a una serie di provocazioni. Una versione che potrebbe vacillare alla luce delle testimonianze raccolte (in primo luogo, quella fornita dalla vittima) dai militari dell’Arma. Ma c’è un altro particolare da approfondire: l’arma usata per consumare lo sfregio ai danni della ragazzina. In sintesi, il 16enne ha spiegato di aver usato un coltellino allacciato al portachiavi, un’arma sparita nel nulla. Potrebbe essere stato invece brandito un coltello, che è poi stato gettato via, dopo aver messo a segno un agguato tanto spregevole. Una vicenda che va calata in un contesto segnato dall’uso di armi e da eccessi di violenza: in questi anni il 16enne aveva ottenuto un perdono giudiziale per l’uso di coltelli; e la messa alla prova per un’ipotesi di resistenza a pubblico ufficiale. Quanto basta per spingere ora il pm a chiedere il carcere per il giovane bruto dei Quartieri spagnoli. 
 

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