Sicurezza alimentare: la Campania
leader per tracciabilità e qualità

Sicurezza alimentare: la Campania leader per tracciabilità e qualità
di Emanuela Sorrentino
Martedì 7 Febbraio 2017, 16:17 - Ultimo agg. 17:45
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La Campania in prima linea per la sicurezza, la qualità e la tracciabilità dei cibi che arrivano sulle nostre tavole. Andrea Scaloni, direttore dell’Ispaam di Napoli, rappresenterà il Cnr all’incontro che giovedì 9 febbraio porterà all’Accademia dei Georgofili a Firenze i rappresentanti dei 17 Paesi che, insieme alla Fao (l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), conducono le attività di ricerca di Metrofood.  L’Istituto per il Sistema di Produzione Animale in Ambiente Mediterraneo con sede a Napoli, infatti, è  impegnato con il Dipartimento di Scienze BioAgroalimentari del Cnr nell’infrastruttura di ricerca internazionale coordinata dal’Enea “Metrofood”, volta a migliorare la sicurezza e il controllo della qualità degli alimenti.

«Con questa infrastruttura che vede impegnati Centri di ricerca, università e organizzazioni di controllo dei principali Paesi europei, studiamo nuovi sistemi tecnologici e ci proponiamo di offrire servizi metrologici per proteggere la qualità del cibo e la salute dei consumatori, combattendo al tempo stesso le frodi alimentari», dice Scaloni. Attraverso questo network internazionale, si punta a sviluppare sistemi di controllo e conoscenze che rendano i consumatori più consapevoli dei livelli di sicurezza dei prodotti che mettono in tavola: «Scienza e ricerca consentono di fare passi da gigante in questo settore - spiega il responsabile dell’Istituto per le Produzioni Alimentari in Ambiente Mediterraneo -. All’Ispaam di Napoli, per esempio, stiamo lavorando per mettere a punto un sistema che, mediante l’analisi delle proteine, consenta di determinare la provenienza del latte di bufala da Nazioni diverse dall’Italia ed eventuali sofisticazioni come l’aggiunta di latte congelato o da altre specie. In questo ambito, la ricerca ricopre un ruolo importante perché crea gli strumenti per evidenziare alterazioni dei prodotti e, allo stesso tempo, permette di studiare sistemi che consentano di ottimizzare e qualificare la produzione alimentare». 
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