Sicurezza e babygang, Fico a Napoli: «Temi nazionali. Ma nessuna legge speciale»

Sicurezza e babygang, Fico a Napoli: «Temi nazionali. Ma nessuna legge speciale»
di Paola Marano
Lunedì 18 Giugno 2018, 14:04
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Un bando per la costituzione di centri di aggregazione giovanili entro l’anno per dare una risposta concreta e sostenibile al problema della devianza giovanile. E’ la proposta emersa dall’incontro «Miezz’a via. Possibili vie d’uscita dal fenomeno delle babygang a Napoli» organizzato dalla Fondazione con il Sud e l'associaizone Artur.
Ad esattamente 6 mesi dall’agguato ad Arturo, il ragazzo aggredito da suoi coetanei lo scorso dicembre in via Foria, società civile e istituzioni si sono dati appuntamento per fare un punto e interrogarsi sulle possibili soluzioni al fenomeno.
 

Le conclusioni del dibattito sono state affidate al Presidente della Camera dei deputati Roberto Fico. «Saremmo ipocriti ad indicare una sola soluzione. E’ chiaro che le forze dell’ordine fanno un lavoro encomiabile presidiando il territorio – ha detto la terza carica dello Stato - Ogni volta che c’è la repressione deve seguire una fase di educazione, formazione, di scolarizzazione e presidio culturale». Più che di abbassamento di soglia della punibilità, Fico preferisce parlare «di una soglia di minimo livello culturale. Se non investiamo e mettiamo i soldi nella scuola nella formazione, negli assistenti sociali, nelle strutture pubbliche, non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo riuscire a occupare come Stato i vuoti che sono liberi e terra di nessuno, che sono vuoti anche esistenziali, familiari, delle periferie non solo geografiche ma anche del centro. E’ da li che si deve iniziare. Non voglio parlare di emergenza perché quello che accade qui è una cosa che noi viviamo da sempre. E’ un tema senza dubbio nazionale, e deve coinvolgere tutte le associazioni territoriali,  il Comune, le scuole, gli attori sociali che si muovono per risolvere questa situazione. Dallo Stato devono arrivare fondi, progetti, e competenze allargate».Per il numero uno della Camera non è necessario fare ricorso a leggi speciali per far fronte a quella che non definisce emergenza, piuttosto “serve un’attenzione speciale. Si tratta di un fenomeno mediatico che arriva e il giorno dopo muore. In 5 anni cercheremo di risolverlo e se non ci riusciremo ci domanderemo il perché».

Prima dell’inizio del dibattito Fico si è intrattenuto con una giovane ragazza che gli ha rivelato di voler diventare parlamentare, e con una delegazione di migranti arrivati da Castelvolturno, ai quali ha promesso di far visita presto. Sul tema dell'immigrazione dura la sua posizione nei confronti del primo ministro ungherese Orban: «credo senza dubbio che dobbiamo ridiscutere il regolamento di Dublino, e farlo con la Francia e la Germania mettendo fuori le posizioni estreme di Orban che non vuole le quote. Chi non prende le proprie quote deve avere le multe. E quindi Orban se non vuole le quote deve essere multato».

Dopo l'intervento in sala l’abbraccio caloroso con Arturo, il ragazzo aggredito in via Foria, seduto con le istituzioni presenti in prima fila. Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Ottavio Ragone, hanno preso parte Maria Luisa Iavarone, presidente dell’associazione ARTUR, l’attore Salvatore Striano, Carlo Borgomeo, presidente Fondazione CON IL SUD, Franco Roberti, assessore alla sicurezza urbana della Regione Campania, Annamaria Palmieri, assessore all’istruzione e alla scuola del comune di Napoli, il prefetto Carmela Pagano e il questore Antonio de Iesu

Centri di aggregazione come prima soluzione “tampone” che punta alla prevenzione e che - secondo gli organizzatori del dibattito-rappresenta una opportunità economicamente più sostenibile rispetto ai servizi del circuito penale minorile. La fondazione con il Sud ha infatti stimato che orientativamente il costo medio annuo di un utente presso un centro di aggregazione giovanile è di 1.400.00 a fronte del costo totale medio di un giovane in carico ai servizi della giustizia minorile pari a 6.264.
 
 
 
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