Cgil, la sindacalista napoletana choc:
«Timbrate ma non lavorate»

Cgil, la sindacalista napoletana choc: «Timbrate ma non lavorate»
Domenica 10 Novembre 2019, 08:04 - Ultimo agg. 11 Novembre, 07:36
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«Le organizzazioni sindacali tutte invitano i lavoratori della Napoli Servizi a recarsi sul posto di lavoro, marcare la presenza e non svolgere nessun tipo di attività, a sostegno dell’occupazione in atto presso gli uffici di sede aziendale, che proseguirà fino alla definitiva risoluzione delle problematiche che ci investono da diversi mesi». L’audio choc in cui si invitano i lavoratori della partecipata multiservizi del Comune a marcare il cartellino (dunque a prendere la presenza ed essere pagati regolarmente), nonostante non si prestasse alcun servizio, è stato inviato da una sindacalista della Cgil martedì 5, a poche ore dallo sciopero bianco messo in atto dai 1700 dipendenti della società (tranne chi ha deciso di non seguire le direttive delle organizzazioni sindacali). Quarantotto ore che hanno messo in ginocchio tutti i servizi essenziali dei quali si occupa l’azienda. Sono rimasti senza assistentato materiale i bambini disabili, senza bidelli le scuole comunali, materne ed asili. I centralini delle emergenze hanno squillato a vuoto per due giorni e non sono stati garantiti i Pis (pronto intervento stradale), servizio che viene svolto in collaborazione con la Protezione civile (nonostante i due giorni di allerta meteo arancione). Le buche stradali sono rimaste aperte e si è reso necessario l’intervento dei vigili urbani (con volanti a guardia delle voragini stradali). 

LO SCIOPERO
La responsabile sindacale Cgil della Napoli Servizi, molto vicina al capogruppo di demA Rosario Andreozzi, ha inviato nei giorni della protesta alcuni audio sui gruppi Whatsapp dei lavoratori, con i quali ha indicato le direttive da seguire: come recarsi sul posto di lavoro, timbrare il cartellino e non lavorare. Una protesta estrema, che ha portato l’amministratore della società Salvatore Palma a dare impulso agli uffici del personale per predisporre circa 1300 contestazioni disciplinari. Una vicenda che dunque non è terminata con la firma apposta giovedì sera sui disciplinari del contratto di servizio, alla presenza dell’amministrazione comunale e delle rappresentanze sindacali di Napoli Servizi. Il via libera al nuovo contratto di servizio è soltanto una delle richieste che hanno mosso la protesta dei lavoratori. I dipendenti della partecipata spingono affinché si possa arrivare in tempi stretti all’approvazione del bilancio 2017, sul quale è già caduto il vecchio amministratore unico Andrea De Giacomo, costretto alle dimissioni dopo la bocciatura dei Revisori dei conti della società. L’obiettivo dei lavoratori è quello di ottenere i premi di produttività, che sono a pioggia, i ticket arretrati e gli avanzamenti di livello. Per farlo hanno messo in campo un atto di forza senza precedenti, che ha pagato più la cittadinanza che l’amministrazione comunale. Alcuni dirigenti dei servizi coinvolti dalla protesta si sono visti costretti a chiedere alla partecipata conto di quanto stesse accadendo. Insomma, il caos totale, con il blocco di servizi essenziali.

GLI AUDIO
Tra gli audio in possesso del Mattino ce n’è uno inviato da una delle lavoratrici impegnate nelle scuole comunali che, rivolgendosi alla sindacalista, chiede chiarimenti: «Ciao S., qui la preside vuole scrivere all’azienda che noi non facciamo niente, che stiamo creando un disservizio, perché non ha avuto nessuna carta scritta, e qui vogliono qualcosa che dica che noi non facciamo nulla». La sindacalista invia sul gruppo un messaggio dai toni forti, evidentemente irritata: «Volevo comunicare alla signore che lavorano sulle scuole, che ieri, vi faccio solo questo esempio, i Pis dovevano uscire con la protezione civile, un servizio essenziale con l’allerta meteo, e i pis non sono usciti. Che la direttrice scrive all’azienda a noi non interessa proprio (le espressioni utilizzate sono in realtà molto più forti, ndr). Anche perché ieri si sono fermate 1300 persone. Noi sono tre giorni che stiamo qua sopra, si sono fermati persino gli impiegati su tutte le sedi nostre. Hanno i computer spenti, si sono fermati i collaboratori, si è fermata tutta la Napoli Servizi e vi dovete fermate pure voi. Avete capito?». La donna infine spiega la strategia: «Dobbiamo arrivare a 1700 disservizi, dopo che fanno fatemi capire? Di cosa avete paura? Ma fate veramente i cristiani su questo gruppo. Fate quello che stiamo facendo noi, tutti quanti». Prova poi a tranquillizzare i lavoratori preoccupati dalle conseguenze di uno sciopero non autorizzato: «Ovviamente l’azienda fa il suo lavoro, è logico. Invia comunicati e cose... Continuate come avete fatto perché stiamo andando come dobbiamo andare. Siamo 1700 se ci fermiamo tutti e 1700, state tutti molto tranquilli».

L’AZIENDA
Il management di Napoli Servizi ha dato notizia alla Prefettura della protesta non autorizzata dall’azienda e delle possibili ripercussioni sulla cittadinanza. Oltre a comunicare al Palazzo di Governo, in un secondo momento, i dettagli delle azioni disciplinari messe in campo.
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