Sindaci sotto minaccia, il record a Napoli: lo Stato paga 2,4 milioni

Sindaci sotto minaccia, il record a Napoli: lo Stato paga 2,4 milioni
di Nando Santonastaso
Lunedì 25 Luglio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17:00
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L'ultimo aggiornamento del Viminale, relativo al primo semestre 2022, segnala che il fenomeno è in diminuzione almeno rispetto allo stesso periodo del 2021. Ma che le intimidazioni ai danni di sindaci e amministratori locali (personali, ai familiari ma anche ai loro beni patrimoniali) continuino ad essere decisamente tante è un dato di fatto. Ben 300 al 30 giugno scorso, con le regioni del Sud in testa (Campania e Calabria alle spalle della Lombardia) e Napoli prima assoluta tra le province. Lo si legge non solo nel Rapporto della Direzione centrale della Polizia criminale, aggiornato in base alle segnalazioni delle prefetture, ma anche nei costi di risarcimento pagati dallo Stato agli interessati la cui ripartizione relativa allo scorso anno è avventa pochi giorni fa. L'elaborazione del Centro studi enti locali (Csel) per conto dell'Agenzia Adnkronos, spiega perché il Mezzogiorno aggiunge un'altra diseconomia a un elenco purtroppo già molto lungo e noto. Sono 252, infatti, su un totale di 443 le amministrazioni coinvolte nel Sud (53 in Calabria, 51 in Campania, 50 in Sicilia e 49 in Puglia) e nelle isole in episodi di intimidazione per i quali l'Erario ha sborsato, attraverso la legge di Bilancio, il 45% dell'importo totale, pari a 2 milioni e 433mila euro, utilizzando l'apposito fondo riservato agli enti locali. Ai 40 enti del Centro compresi in questa tipologia di reato sono andati circa 760mila euro, ai 151 Comuni del Nord (in Lombardia interessati 56 Comuni) un milione e 915mila euro. 

Dietro i numeri - ovviamente - ci sono, forse mai come in questo caso, storie di uomini e donne minacciati nell'espletamento dei loro doveri verso i cittadini, come documenta la storia pubblicata in questa stessa pagina. Dei 300 episodi riferiti al primo semestre 2022, 58 sono riconducibili a matrice di natura privata e 148 di matrice ignota. La Lombardia con 42 casi è, come detto, la regione che ha segnalato il maggior numero di atti intimidatori ma la Campania è a una sola lunghezza di distacco (una in meno rispetto al primo semestre 2021), seguita a quota 30 dalla Calabria.

Il primato di Napoli tra le province è attestato da 26 episodi, più di 4 al mese e soprattutto già sei in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Più lontane Crotone, seconda, con 16 (ma erano stati appena 5 nel 2021) e Torino con 14. Tra le città è comunque Roma ad avere incassato (si fa per dire...) la maggiore quota delle risorse di risarcimento: più di 406mila euro, tanti rispetto a una media di poco superiore a 11mila. Napoli ne ha ottenuti 122mila. 

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Il Viminale ricorda che il modus operandi per la maggior parte delle minacce riguarda soprattutto i danneggiamenti di beni pubblici o privati riconducibili al sindaco o all'amministratore comunale finito nel mirino: è qui che si registra nel primo semestre 2022 l'impennata più preoccupante mentre calano le minacce attraverso i social network che nel biennio della pandemia avevano invece raggiunto numeri significativi. Non è un caso che lo scorso anno sia stata calcolata una minaccia ogni 20 ore contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica amministrazione, come ha ben spiegato l'ultimo Rapporto di Avviso Pubblico che ha censito atti intimidatori in tutte le regioni ad eccezione della Valle d'Aosta. Nel 2021, inoltre, il 29 per cento degli atti intimidatori è stato riconducibile complessivamente a tensioni di carattere politico e sociale: il sentiment no green pass, per essere più espliciti, ha trovato modo in molte circostanze di andare ben oltre la contestazione verbale nei confronti degli amministratori pubblici. 

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