Lettera al sindaco di Porto Recanati
«Lì non è Scampia? Venga a vedere»

Lettera al sindaco di Porto Recanati «Lì non è Scampia? Venga a vedere»
Martedì 17 Aprile 2018, 10:57
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Si firmano Valeria, Gaetano, Melania, Anna, Antonio, Susy, Rosaria, Andrea, Vittorio, Claudia, Francesco... Sono i ragazzi di Scampia e della pagina Fb «Napoli e/è Scampia». E hanno scritto una lettera aperta a Roberto Mozzicafreddo, sindaco di Porto Recanati, che qualche giorno fa - a proposito del ritrovamento delle ossa di due corpi nei pressi di un palazzone, l'Hotel House - aveva dichiarato «Porto Recanati non è Scampia».

«Caro sindaco - scrivono i ragazzi - noi siamo di Scampia e le dobbiamo dire che ha detto una cosa giusta. Porto Recanati e il famoso Hotel House non sono Scampia. Non sono Scampia perché a Scampia non hanno mai trovato un pozzo con tante ossa umane (forse anche di bambini). Non sono Scampia perché forse la Scampia che lei cita lei neanche la conosce e non la vive, come la viviamo noi, 24 ore al giorno. Lei non conosce la Scampia dei ragazzi (migliaia) che vanno a scuola tutti i giorni con fatica e con entusiasmo. Lei non conosce la Scampia di donne e uomini che cercano, ogni giorno, tra speranze e disperazione, un lavoro. Lei non conosce la Scampia delle chiese, delle associazioni, dei volontari che da anni si battono sul territorio e per il territorio. Lei non conosce nulla di Scampia, caro sindaco, e forse di Napoli. Lei conosce, forse, la Scampia delle fiction televisive o delle televisioni che da anni (come lei) sono pronte ad offenderci e mai a capire la nostra Scampia, quella vera.  E prima di parlare di noi e di Scampia, la prossima volta, ci pensi bene e rifletta bene sui paragoni. A noi non verrebbe mai in mente di dire “Scampia non è Porto Recanati” o “Scampia non è l’Hotel House” e sa perché? Perché noi rispettiamo gli abitanti, tutti gli abitanti di Porto Recanati (anche quelli che soffrono nell’Hotel House) e non siamo vittime di preconcetti e di luoghi comuni. Venga a Scampia, caro sindaco, ma ci venga da solo e a spese sue. Noi non vogliamo ospitarla e non le offriamo niente (forse un caffè napoletano: quello non possiamo negarlo a nessuno, neanche a lei)». 
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