Scandalo Sma, mazzette ai comunali: «Bisturi, pc e ceralacca, così truccavamo le gare sull'amianto»

In carcere l’ex consigliere regionale Passariello. E spunta il filone comunale

Palazzo San Giacomo
Palazzo San Giacomo
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 20 Febbraio 2023, 23:50 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 19:50
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Un sistema tecnicamente imbattibile. Loro, quelli del gruppo riconducibile all’imprenditore Salvatore Abbate, vincevano spesso gli appalti più importanti. In che modo? Lo spiega Rolando Abbate, figlio di Salvatore, che sposta l’attenzione dalla Sma Campania (dove gli Abbate hanno goduto di un sistema di monopolio grazie a tangenti di migliaia di euro), al Comune di Napoli. In questo secondo filone, non c’entra l'ex consigliere regionale Passariello, ma il sistema risulta abbastanza ingegnoso.

In che modo? Le offerte mandate al Comune venivano fisicamente prelevate e portate a casa di un ex impiegato del Comune di Napoli, che - forte della consulenza notturna di alcuni professionisti legati agli Abbate - aveva gioco facile a costruire l’offerta perfetta. A prova di concorrenza. È in questo scenario (per altro raccontato due anni fa dal Mattino) che il gip Baldassarre dispone l’obbligo di dimora per Ciro Migallo, ex esponente dell’ufficio Gare del Comune; e un obbligo di presentazione alla Pg per Rosanna Zingaretti, ex funzionaria comunale oggi in pensione.

Per l’accusa avrebbero intascato tangenti (almeno 30mila euro) per favorire il gruppo Abbate, mentre Migallo avrebbe ottenuto anche l’assunzione di un proprio congiunto presso una delle aziede degli Abbate.

Sono diverse le gare finite nel mirino, a giudicare dal verbale di Rolando Abbate: la impermeabilizzazione dell’ultimo piano di una scuola in piazza Cavour («che ci siamo aggiudicati nel 2016, per la quale mio padre ha pagato 30mila euro di tangenti»); quella dei lavori nella ex Corradini; quella legata alla bonifica di un locale a Pianura e della Vela A di Scampia. Non sempre il gruppo ha ottenuto la vittoria della gara - come ammette candidamente Abbate jr -, al netto dei soldi che sarebbero stati erogati a mo’ di tangenti. Ma come sarebbe avvenuto il condizionamento dell’appalto. Il gruppo avrebbe agito per sottrazione della busta, attraverso una sorta di abbraccio clandestino (e notturno) tra pubblico e privato. Proviamo a ripercorrere il sistema svelato da Rolando Abbate: «Grazie a mio zio Luciano, siamo entrati in contatto con Ciro Migallo, che prendeva le buste delle gare dei vari concorrenti e le nascondeva nel cofano della macchina. Poi le portava a casa sua, dove entravamo in gioco noi». Una banda a tutti gli effetti, con un ragioniere, un informatico, per preparare l’offerta migliore, per scrivere quella che avrebbe vinto nella selezione, attraverso una media matematica capace di rispettare i parametri richiesti, sbaragliare i competitor e garantire margini di guadagno nella realizzazione dell’opera». Ma come avveniva poi la lettura delle schede rivali? «Erano sigillate, ma noi usavamo una candela per sciogliere la ceralacca, un bisturi se era necessario, per andare a leggere le offerte degli altri imprenditori. Poi, quando si trattava di chiudere, si tornava a usare la ceralacca per sigillare le offerte. Inutile dire che le buste dovevano essere chiuse e riportate al Comune il giorno dopo ed era sempre Migallo a riportarle indietro e a chiuderle in cassaforte». 

E torniamo al filone principale di questa inchiesta. Torniamo alla Sma e al presunto ruolo svolto nella raccolta delle tangenti da Soria e Silvestro. Difesi - tra gli altri - dal penalista Giuseppe De Angelis, i due ex esponenti dello staff di vertice potranno replicare alle accuse nel corso del seguito di questa storia. Sono attualmente detenuti in carcere, a Poggioreale, assieme a Luciano Passariello e, secondo le accuse di un ex manager, avrebbero anche agito sotto banco, all’insaputa dei presunti complici. Sentiamo cosa dice Salvatore Abbate a proposito di Silvestro e Soria: «Erano avidi nelle loro continue e ripetute richieste di denaro, facevano a gara tra loro per chi mi chiedeva più soldi, a volte ero costretto a versare tangenti singole, talvolta, facendo in modo che l’una fosse all’insaputa dell’altro e viceversa». 

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Un’inchiesta che ruota attorno alla figura dell’imprenditore Salvatore Abbate, al quale vennero sequestrati quattro milioni e mezzo di euro nella cantina. Ricordate il blitz messo a segno nel 2021? Fu allora che venne disvelato il caso Sma, a distanza di qualche anno dallo scoop di Fanpage a proposito delle bonifiche degli impianti di depurazione. Nella prima tranche, c’era chi si vantava di smaltire a mare i fanghi degli impianti che dovevano essere bonificati, mentre in questa seconda storia l’attenzione è concentrata sui rapporti con il mondo della politica. Centrale la figura di Luciano Passariello che, a partire da domani, potrà replicare alle accuse nel corso dell’interrogatorio assieme al suo legale, il penalista Giuseppe Ricciulli. Indagini che assumono nuove traiettorie, alla luce delle verifiche a Montecarlo di un giro di soldi, che potrebbero essere stati messi da parte - a mo’ di fondi neri - da quanti hanno avuto a che fare con l’ex boss degli appalti.  

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