Sognava il calcio e lavorava in nero: Salvatore giù da un tetto, morto a 22 anni

Sognava il calcio e lavorava in nero: Salvatore giù da un tetto, morto a 22 anni
di Nico Falco
Mercoledì 11 Luglio 2018, 08:29 - Ultimo agg. 13:33
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Chissà se Salvatore Caliano ci sarebbe riuscito, a realizzare il suo obiettivo di una vita. Se avrebbe raggiunto e superato quei traguardi che erano stati del padre, magari arrivando a rincorrere la palla sui campi dove giocano le big, mettendola in rete davanti a decine di migliaia di spettatori pronti a esultare. Chissà se la sua passione si sarebbe davvero trasformata in un lavoro, facendolo diventare l'idolo dei tifosi. Il suo sogno si è spezzato ieri pomeriggio. E' morto per un lavoretto, di quelli che i giovani si arrangiano a fare per mettere qualche spicciolo in tasca, poche decine di euro per arrampicarsi su un lucernario e pulire via grasso e polvere senza nessuna misura di sicurezza.

Salvatore era il figlio di Gigi Caliano, calciatore dilettantistico che in carriera ha militato in diverse tra le società minori più prestigiose tra cui il Giugliano, il Gladiator, il Campobasso, la Cavese e il Savoia. Dal padre aveva ereditato la passione e un buon fiuto per il gol. Giocava come attaccante esterno, era un classe 97, come si dice in gergo calcistico. Giovanissimo, aveva 21 anni. Da qualche tempo alternava gli allenamenti col lavoro in un bar di via Duomo, nella zona di Forcella. Quelli che lo hanno conosciuto lo descrivono come un ragazzo educato, molto gentile, incapace di dire di no.
 
E forse questa sua estrema disponibilità lo ha tradito, insieme a quella tendenza a sottostimare il pericolo che spesso si nasconde dietro le tragedie. Quando gli hanno proposto di dare una ripulita al lucernario di un palazzo a pochi passi dal bar non ci ha pensato due volte. Sarebbe stata un questione di pochi minuti, un lavoro facile e l'opportunità di mettersi in tasca una trentina di euro. Così intorno alle 14, quando ha finito il turno che aveva cominciato all'alba, si è sfilato la divisa, ha lasciato il bar ed è andato nel palazzo a fianco, dove lo attendeva quel lucernario da pulire.

Per arrivare alla struttura Salvatore è passato per l'appartamento di un condomino. Si è arrampicato sul lucernaio e, con uno straccio, ha iniziato a pulire. Quello che è successo dopo dovranno stabilirlo le indagini: non è chiaro se si sia sporto troppo, se abbia poggiato un piede su un finestrone incapace di reggere il suo peso o se un davanzale abbia ceduto all'improvviso; il ragazzo è precipitato dal quinto piano, è caduto nella tromba delle scale e si è schiantato al suolo dopo un volo di circa venti metri. I residenti del condominio e i passanti che hanno assistito all'incidente hanno subito chiamato i soccorsi che, secondo alcuni testimoni, avrebbero raggiunto via Duomo solo dopo parecchi minuti. All'arrivo dell'ambulanza il ragazzo era ancora vivo. Gravissimo, in condizioni critiche, ma il suo cuore batteva ancora. E' stato caricato velocemente sul mezzo che è ripartito a sirene spiegate verso il San Giovanni Bosco, dove un'equipe di medici era stata già avvisata dell'imminente arrivo e del tipo di emergenza. La corsa folle non è però servita a nulla: il ragazzo è spirato prima di arrivare all'ospedale di via Briganti.

Le indagini sono affidate agli investigatori del commissariato Decumani della Polizia di Stato, che sono all'opera per identificare chi aveva chiesto a Salvatore di pulire il lucernaio. Per ora si sa che il lavoro era a nero e che non era stata predisposta nessuna misura di sicurezza per tutelare il ragazzo. La salma è stata sequestrata e il magistrato ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per il momento a carico di ignoti.
 

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