Soresa, un altro blitz: la gara dei Covid center nel mirino dell'Arma

Soresa, un altro blitz: la gara dei Covid center nel mirino dell'Arma
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 3 Marzo 2021, 09:00
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Una svolta, l'ultima in ordine di tempo, nel corso dell'inchiesta sulla nascita dei covid center in Campania. È la Procura di Napoli ad imprimere un'accelerata nelle indagini sulla storia dell'acquisto e della realizzazione degli ospedali modulari a Napoli (parliamo dell'ospedale del Mare di Ponticelli), a Caserta e Salerno. Sono tornati, a distanza di sette mesi dal blitz di mezza estate, carabinieri in azione ai piani alti della Soresa, con un obiettivo fin troppo chiaro: la verifica della gestione delle gare di appalto, con cui - la scorsa primavera - venne assegnata la commessa a una ditta di Padova, per la realizzazione degli ospedali modulari nella lotta alla diffusione del virus. Uno step investigativo che non è passato inosservato, nel tentativo di mettere a fuoco un punto in particolare: un passaggio dell'iter amministrativo che ha garantito alla Med di Padova un appalto a trattativa diretta (viste le condizioni di emergenza); ma anche una possibile mediazione operata da un consulente privato, che avrebbe svolto un ruolo di cerniera tra la commissione di gara e il destinatario finale della commessa. Ma andiamo con ordine, a partire da quanto avvenuto lunedì mattina al Centro direzionale: sono stati i carabinieri del comando provinciale a bussare alle porte della Soresa, per notificare un decreto di perquisizione, nel corso di una inchiesta per turbativa d'asta.

 

È una vicenda che vede una decina di indagati (ne abbiamo parlato in questi mesi, a partire dallo scorso agosto), ma ci sono altri due nomi che finiscono agli atti: si tratta di Massimo Sibilio, classe 1978, che viene raggiunto dalle verifiche dell'arma, in qualità di componente della commissione di gara che ha deciso l'assegnazione degli ospedali modulari alla Med; mentre, all'esterno degli uffici della Soresa, viene contestualmente condotta la perquisizione a carico di Santo Zaffiro (classe 1975), nella veste di imprenditore di una ditta privata, nel tentativo di verificare un eventuale ruolo nei rapporti tra i commissari di gara e la stessa Med.

Difesi rispettivamente dagli avvocati Raffaele Sibilio e Giovandomenico Ragone, Massimo Sibilio e Santo Zaffiro hanno mostrato piena disponibilità nei confronti dei carabinieri e si dicono determinati a dimostrare con fermezza la propria estraneità rispetto alle ipotesi battute nel corso dell'inchiesta. Una vicenda condotta dai pm Antonello Ardituro, Simone De Roxas, Mariella Di Mauro, Henry John Woodcock, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, che punta a fare chiarezza su alcuni punti legati alla nascita dei covid center.

Ricordate quei giorni? Siamo all'inizio di aprile, quando Napoli è avvolta da giorni nell'incubo della pandemia. Dal profondo nord - la Med di Padova, appunto - arrivano i moduli del primo covid center della Campania, sotto lo scroscio di applausi delle persone affacciate ai balconi. Sono costati 13 milioni di euro, i tre ospedali prefabbricati, una cifra (e una procedura) su cui la Procura di Gianni Melillo sta facendo chiarezza. In campo, oltre ai carabinieri, anche gli uomini della Finanza (procede il nucleo di polizia economica e finanziaria del comandante Domenico Napolitano), nel tentativo di capire come si arrivi a Padova. Questione di intermediazione, sembra di capire, in uno scenario che sembra suggerito dal materiale di indagine acquisito lo scorso agosto, al termine di un blitz a carico dei vertici della Soresa e della unità di crisi allestita dalla Regione. Pochi giorni fa, la Procura di Napoli ha firmato una serie di avvisi di proroga delle indagini a carico di alcuni indagati della prima ora, in uno scenario che punta a verificare sia la correttezza della gara per i modulari, sia la gestione dei tamponi. Non figura tra i destinatari degli avvisi di proroga delle indagini - bene chiarirlo - il dirigente della Asl Napoli uno Ciro Verdoliva (assistito dai penalisti Giuseppe Fusco e Giuseppe Vacca), che lo scorso agosto fu destinatario di una perquisizione personale. Ma torniamo all'inchiesta sulle spese sanitarie in tempo di pandemia. Verifiche in corso, in un filone parallelo sulla Ebris di Salerno (che fa capo al superconsulente Enrico Coscioni), ma anche sui vertici dello zooprofilattico di Antonio Limone. Non ci sono conferme, invece, a proposito di indagini sull'acquisto di mascherine, quelle acquistate dalla Regione Campania e distribuite in tutte le case, con non pochi dubbi dei cittadini a proposito della loro efficacia. 

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