Sorrento, via al recupero
del vecchio mulino: torna a girare

Sorrento, via al recupero del vecchio mulino: torna a girare
di Ciriaco M. Viggiano
Venerdì 7 Giugno 2019, 08:39
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Mulino era e mulino tornerà a essere. Magari destinato a ospitare la molitura di grani antichi, oltre che ad accogliere turisti e scolaresche. Certo è che il rudere incastonato nel vallone alle spalle di piazza Tasso a Sorrento resterà aperto ai sorrentini, che vi potranno accedere senza sborsare un euro, mentre diventerà un nuovo, importante attrattore della città. Ad assicurarlo è Mariano Pontecorvo, consigliere comunale di Sorrento e amministratore unico della società Maccheronificio srl che nel 2012 acquistò il fabbricato e adesso si appresta a restaurarlo: «Un progetto ambizioso che non stravolgerà l'aspetto di un luogo-simbolo della città, rendendolo anzi nuovamente fruibile dopo più di cento anni». Gli operai hanno già ripulito l'edificio dalla vegetazione cresciuta a partire dal 1866, quando l'avvio della costruzione di piazza Tasso spinse i sorrentini ad abbandonare definitivamente il vallone dove per secoli erano stati attivi un mulino in cui venivano lavorati vari tipi di grano, una segheria che forniva legno agli ebanisti locali e un lavatoio frequentato da decine di popolane. Dopo l'ok ricevuto dalla Soprintendenza e dal Comune, potranno prendere il via i lavori di risanamento conservativo.

 

LE INDICAZIONI
Non c'è un minuto da perdere. Il lato ovest del mulino, infatti, è sul punto di crollare. Ecco perché la ditta ingaggiata dalla società proprietaria dovrà puntellarlo per poi procedere al restauro secondo le indicazioni fornite dalla Soprintendenza: adeguamento antisismico attraverso un cordolo di concatenamento attorno all'edificio, restyling delle torrette utilizzando cerchiature in fibra di carbonio, pitturazione da eseguire con prodotti a base di calce. «L'edificio non cambierà aspetto, così da lasciare immutato il fascino del vallone, ma non resterà un contenitore vuoto», precisa Pontecorvo: l'idea è quella di ripristinare l'attività di molitura di grani antichi, magari in vista della realizzazione di particolari impasti e tipi di pane. Il luogo potrà essere visitato dai turisti a pagamento; residenti a Sorrento e allievi di tutte le scuole della Costiera, invece, potranno farlo gratis. «L'obiettivo è fare qualcosa di buono per la città e offrire un'opportunità di conoscenza ai giovani», aggiunge Pontecorvo. Ma prima di aprire il vallone dei mulini ai visitatori dovranno essere risolte diverse criticità. La prima? I costoni del canyon. Il Comune dovrà sistemare la parte al di sotto di via Fuorimura, che rientra nella sua proprietà, mentre la società di Pontecorvo curerà la messa in sicurezza delle porzioni al di sotto di villa La Rupe e dell'hotel Antiche Mura. Per garantire la massima sicurezza sarà creata persino una stazione meteorologica nella zona di Casarufolo: si tratterà di un'antenna alta poco più di un metro e mezzo, collegata agli uffici della Protezione civile locale e regionale, capace di trasferire in tempo reale a un esperto i dati relativi a vento, pioggia e pressione atmosferica. Monitorando le condizioni meteo sarà possibile gestire le visite al mulino in completa sicurezza evitando che, in caso di forte maltempo, i visitatori possano correre rischi a causa del torrente in piena che scorre fino al porto di Marina Piccola.

L'INVESTIMENTO
Ma come si accederà all'area? Su questo fronte, c'è già l'ok al ripristino del collegamento pedonale che parte da via Fuorimura e che, pur rimanendo di uso pubblico, sarà eseguito a spese della società Maccheronificio. Insomma, l'investimento non è di poco conto: basti pensare che solo per il consolidamento del mulino è stato stanziato più di un milione di euro. E nemmeno i tempi si annunciano brevissimi, visto che la sistemazione del mulino impegnerà gli operai fino a settembre; da ottobre, quando il Comune consente di eseguire lavori nel centro storico, si interverrà invece sulla scala di accesso al vallone. L'avvio dei lavori ha puntualmente destato polemiche e sospetti. Innanzitutto da parte del Wwf Terre del Tirreno, secondo il quale «il taglio della vegetazione spontanea è avvenuto nel periodo più delicato per gli uccelli e gli anfibi che nel delicato ecosistema del canyon trovavano rifugio», e poi da parte dei 5 Stelle, secondo il quale «il mulino cambierà il suo aspetto per consentire a qualcuno di fare soldi col placet del Comune». Secca la replica di Pontecorvo: «La mia società è pronta a discutere e condividere con le associazioni le strategie da adottare per la tutela dell'ambiente all'interno del vallone: non vogliamo distruggere quel luogo, ma dargli nuova vita».
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