«Sos Cardarelli, altri tre anni di crisi»: l'allarme dell'Ordine dei medici

«Sos Cardarelli, altri tre anni di crisi»: l'allarme dell'Ordine dei medici
di Ettore Mautone
Giovedì 8 Febbraio 2018, 08:37 - Ultimo agg. 09:28
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Al pronto soccorso del Cardarelli l'arrivo dei pazienti è martellante, le ambulanze del 118 sin dalle prime ore del mattino accedono una dietro l'altra a sirene spiegate nell'atrio dell'emergenza con a bordo pazienti in codice rosso in immediato pericolo di vita. Dalle 8 alle 14 di ieri, in poche ore, arrivano ben cinque pazienti con ictus, trombosi ed emorragie cerebrali senza contare i traumatizzati che ormai approdano da tutto l'hinterland fino a Terzigno e Sant'Anastasia. Situazione che mette a dura prova l'esperienza e la capacità del personale che può contare solo su tre medici per turno e un pugno d'infermieri. Lavorare con lo stesso numero di unità di personale a fronte di carichi di lavoro raddoppiati mette a rischio la qualità delle cure e la sicurezza per i pazienti. Nonostante il continuo via vai interno di ambulanze durante il giorno la macchina messa in moto dal manager Ciro Verdoliva e dal direttore sanitario Franco Paradiso, per alleviare la pressione sul pronto soccorso e drenare l'ingorgo nel reparto di Osservazione breve, si inceppa nelle ore notturne.

Come segnalato da una nota trasmessa il 22 gennaio dai sindacati della dirigenza medica Anpo, Cgil, Cisl e Uil alla direzione generale del Cardarelli (e riproposta a fine gennaio all'attenzione della Regione e del commissario Vincenzo De Luca) di notte i pazienti che transitano per il pronto soccorso e bisognosi di ricoveri in Medicina d'urgenza non vengono trasferiti. Una prassi evidentemente andata in conflitto con le disposizioni nella catena di comando che si occupa del management della movimentazione dei pazienti interni. Ciò segnala, secondo la denuncia dei sindacati, «un'incredibile carenza nella catena di comando a fronte delle difficoltà poste dal sovraffollamento e dall'esigenza di garantire cure adeguate ai pazienti». Per cui si chiede di verificare l'accaduto ed identificare ruoli e responsabilità per disporre, anche nelle ore notturne, della possibilità di impegnare i ricoveri in medicina e chirurgia d'urgenza e negli altri reparti medici e chirurgici dell'ospedale». E così nei giorni scorsi pazienti con fratture hanno passato la notte in barella pur essendoci due letti liberi in Ortopedia. A chiedere di stabilizzare subito i precari agendo sulla leva della circolare del ministro Madia è invece l'intersindacale della dirigenza medica per voce del delegato aziendale dell'Anaao Franco Verde. «È tempo che immediatamente si chieda alla Regione almeno 300 posti tra infermieri, medici, dirigenti sanitari, operatori socio-assistenziali e tecnici - dice Verde - così come servirebbero assunzioni a tempo determinato, utilizzando gli strumenti previsti dalla legge, di figure che operano in questi tre settori». A lanciare l'allarme sui rischi delle falle nella rete regionale per gli ictus è anche la Cimo che con Antonio De Falco punta il dito sul fatto che una donna da Vallo della Lucania, nelle settimane scorse, colpita da ictus, è morta nella notte in viaggio verso il Cardarelli perché al Ruggi di Salerno la neuro-interventistica non funziona di notte.


​Ma torniamo al gran lavoro del Cardarelli: alle 17 di ieri su 156 pazienti giunti in pronto soccorso sono state effettuate 101 dimissioni nell'arco delle prime 2-6 ore dal ricovero facendo salire la soglia di criticità delle barelle. Altri 49 pazienti sono stati trasportati dalle aree di emergenza verso i reparti di degenza dell'ospedale (45) e in altri nosocomi della zona ospedaliera come il Monaldi, il Policlinico e il Cto (4) mentre è stata sospesa l'attività programmata e non urgente di Neurochirurgia. Nel pomeriggio di ieri si contavano al Cardarelli 10 barelle in Medicina d'urgenza e 7 in Chirurgia d'urgenza, 6 in Neurochirurgia. Ma molti pazienti di gran lunga in sovrannumero rispetto alla ricettività stazionano in spazi comuni, protetti da tende, ricavati in zone libere dell'Osservazione breve (25-30 pazienti ospitati) e in una grande sala della Neurochirurgia (dove è sistemata un'altra dozzina di malati).

Il Cardarelli non è l'unico ospedale della città a scontare enormi disagi in uno snodo caratterizzato dall'attesa per l'apertura del pronto soccorso del Cto (il 17 febbraio si conclude il reclutamento degli infermieri per la partenza prevista per fine febbraio) e dell'Ospedale del Mare. Un mare di lettighe invadono infatti anche il Loreto mare, ormai ai limiti della gestione in sicurezza per i pazienti, il Pellegrini e il San Paolo e ovviamente il san Giovanni Bosco, diventato un centro di riferimento della Asl per la neurochirurgia e interventistica al posto del Loreto che ha ceduto i reparti all'Ospedale del Mare.

In difficoltà c'è anche il 118: come soluzione all'ingorgo di ambulanze nei pronto soccorso, con ambulanze costrette spesso a stazionare per ore bloccate nelle operazioni di cessione del paziente e recupero della lettiga, si è però deciso di dotare ogni ospedale di almeno due barelle del tutto simili a quelle delle ambulanze. Nella riunione dell'altro ieri in Regione con i manager della Asl Napoli 1 e del Cardarelli e della centrale 118 Giuseppe Galano è stato stabilito di procedere ad horas a tale acquisto. Ciò al fine di consentire una rapida staffetta tra l'ambulanza e il pronto soccorso. All'arrivo di ogni malato il personale del 118 dovrà firmare un registro, quindi consegnare il malato, compresa la lettiga dell'ambulanza e recuperare subito dopo una barella dello stesso tipo. Quindi l'addetto dell'ambulanza dovrà firmare il registro in uscita e tornare rapidamente nella postazione fissa tra le 17 distribuite in città. Ciò al fine di aumentare l'efficienza generale del 118 che comunque è in via di potenziamento con l'acquisto di nuove ambulanze e l'arrivo di forze mediche e infermieristiche fresche. È infatti in dirittura di arrivo il concorso per 60 nuovi camici bianchi espletato dalla Asl Napoli 1 a stralcio dalle assunzioni previste dalla Asl.

Al palo, invece, c'è l'unità ictus del Policlinico Federico II destinato a diventare un centro di riferimento insieme al Cardarelli e all'Ospedale del Mare attivabile tramite il 118. «Nell'ambito della rete dell'emergenza - replica il direttore sanitario del Policlinico di via Pansini Gaetano D'Onofrio - siamo pienamente funzionanti nella Rete per l'infarto da luglio del 2017. Così anche per l'unità Maxillo-facciale con decine di ricoverati traumatizzati e siamo centro di riferimento della rete della Terapia intensiva neonatologica e trasporto neonatale. Il personale della Neurologia oltre a mettere a disposizione 6 posti per il Cardarelli è concentrato, con turni anche di sabato e domenica, nel trattamento dei pazienti con Sla ed epilessia. La rete per l'ictus? In base al protocollo con la Regione abbiamo tempo fino al 2019 per renderla pienamente operativa. Abbiamo acquistato le apparecchiature (risonanza e agiografo digitale, ndr) e stiamo procedendo alle assunzioni dopo alcune defezioni di personale precario».
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