Spy story in Procura a Nola: registrati i colloqui di Triassi, ora i pm sono sotto accusa

Spy story in Procura a Nola: registrati i colloqui di Triassi, ora i pm sono sotto accusa
di Leandro Del Gaudio
Martedì 11 Gennaio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 12 Gennaio, 08:06
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Dovranno raccontare per quale motivo hanno deciso di registrare quei colloqui con il loro capo. Cosa li ha spinti ad accendere il registratore, di nascosto, dinanzi al loro capo. Strano caso, quello che si sta abbattendo sulla Procura di Nola, ufficio strategico nella lotta al malaffare nell’area vesuviana. A pochi mesi di distanza dalla decisione del Csm di trasferire la ex procuratrice Laura Triassi a Potenza (come sostituto pg), c’è una nuova esigenza di verifica che coinvolge l’ufficio giudiziario nolano.

In questi giorni, infatti, la Procura generale della Corte di Cassazione (titolare dell’azione disciplinare per vicende che riguardano la magistratura) ha deciso di “avvisare” alcuni pm che erano entrati in conflitto con il loro ex capo.

Tecnicamente si tratta di capi di incolpazione. Comunicazioni formali che hanno raggiunto cinque sostituti, che dovranno fornire chiarimenti in merito a una questione non secondaria, a proposito di rapporti tra magistrati in un ufficio gerarchico come una Procura: l’obiettivo è comprendere se è stata consumata una scorrettezza grave da parte di chi indossa una toga e che rappresenta un ufficio pubblico come inquirente. Ma proviamo a fare chiarezza, alla luce di quanto accaduto negli ultimi mesi negli uffici di via Giordano Bruno: lo scorso ottobre la procuratrice Triassi è stata trasferita dalla sezione disciplinare del Csm, di fronte a una «situazione di conflitto che appare oggettivamente insanabile», sulla scorta dell’esposto presentato da 12 sostituti su 13. In sintesi, i pm di Nola accusavano la procuratrice di aver assunto un contegno ritenuto «offensivo, sprezzante, indagatore», per altro improntato a una buona dose di «aggressività verbale».

Fatto sta che oltre alle audizioni dei pm, agli atti di questa vicenda finiscono anche alcuni file audio. Di che si tratta? Nel corso del procedimento a carico della procuratrice, emerge che in questi mesi sono stati immagazzinati clip audio registrati di nascosto da alcuni pm che di volta in volta si sono trovati ad interloquire con il loro ex capo. Difesa dall’avvocato Domenico Mariani, il magistrato napoletano (per altro nome eccelente della tangentopoli napoletana dei primi anni Novanta) ha sempre rivendicato la correttezza della propria condotta, dicendosi pronta a difendersi in tutte le sedi. Fatto sta che, dopo il trasferimento dello scorso ottobre, è nata l’esigenza in sede disciplinare di approfondire le circostanze legate alla registrazione dei colloqui, anche a tutela della piena trasparenza delle attività condotte all’interno degli uffici della Procura nolana. Una vicenda che attende ora la versione dei diretti interessati, alcuni dei quali hanno scelto di farsi assistere da magistrati di provata esperienza e integrità professionale, tra cui i consiglieri di Cassazione Raffaello Magi e Stefano Guizzi, il procuratore di Avellino Domenico Airoma. 

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Una vicenda in una fase preliminare, nel corso della quale non è impossibile ipotizzare la versione difensiva: le registrazioni sarebbero nate da un’esigenza di documentazione di quanto stava avvenendo a Nola e il loro contenuto non sarebbe stato mai divulgato; anzi: la richiesta di offrire il contenuto dei dialoghi registrati sarebbe nata da una esigenza di chiarezza fatta propria dalla stessa Procura generale. Resta sullo sfondo una questione di opportunità e di correttezza che investe l’ambito disciplinare, anche alla luce del fatto che alcuni colloqui potrebbero aver riguardato esponenti di forze di polizia giudiziaria e materiale di indagine (che, ripetiamo, non risulta essere stato violato). Dopo aver ascoltato i pm nolani, la Procura generale potrebbe archiviare o formulare una sorta di rinvio a giudizio in sede disciplinare. 

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