Stadio Albricci, rinnovata la convenzione di co-uso per l'impianto

convenzione co-uso
convenzione co-uso
di Diego Scarpitti
Lunedì 6 Maggio 2019, 16:29 - Ultimo agg. 17:35
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Promuovere attività sportive, finalizzate ad una rigorosa e formativa educazione generazionale, per conseguire un concreto risultato sociale. In tale ottica si spiega il rinnovo della convenzione di co-uso dello Stadio Militare «Alberico Albricci». Sei anni la durata della concessione, con scadenza al 31 dicembre 2021. L’Amministrazione della Difesa consente la frequentazione e l’utilizzo di strutture e di aree ad esse asservite, situate in zone di proprietà demaniale. Posta, quindi, una firma significativa, in un momento storico particolare, dove gli impianti sono chiusi, perché interessati dai lavori di restyling in vista delle Universiadi di luglio. Coni, Federazioni e associazioni: si riparte in maniera congiunta. «Giornata importante. Continua il lavoro di sinergia tra Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Federazioni e Ministero della Difesa. Il co-uso resta uno dei pochi esempi, di come istituzioni diverse si mettono d’accordo, per risolvere i problemi. Si è riportato l’Albricci quasi ai fasti di una volta: piscina pienamente funzionante, pista di atletica nuova, campo di rugby rifatto in erba sintetica, tensostruttura del pugilato, che entrerà in funzione dopo le Universiadi», spiega soddisfatto Sergio Roncelli, presidente Coni Campania, tra i promotori dell’intesa.

«In questo momento, non tanto per la chiusura delle strutture interessate dai Giochi universitari, che tra breve ritorneranno in funzione, quanto per il perdurare della chiusura dello stadio Collana, si consegna alla città di Napoli un analogo impianto, che permette il prosieguo di tutte le attività sportive di base». Co-firmatari dell’accordo, che interessa il complesso polifunzionale nella disponibilità del Comando Forze Operative Sud, il generale di brigata Salvatore Esposito, il direttore Agenzia del Demanio della Campania, Edoardo Maggini, il presidente della Fin Campania, Paolo Trapanese, il presidente del comitato regionale Fidal, Sandro Del Naia, il presidente della Polisportiva Partenope Rugby, Sandro Gelormini, alla presenza del vicepresidente Fir campana, Ugo Silvestri. «L’attuale co-uso migliora quello precedente, che non prevedeva l’apertura il sabato e la domenica. Per le Federazioni costituiva un aspetto negativo: allenarsi l’intera settimana ma non disputare le gare, diventava deleterio. Il nuovo co-uso, invece, ha visto l’apertura da parte dei militari, che metteranno a disposizione loro personale nel weekend, affiancato da steward delle Federazioni, per organizzare le gare. Una soluzione sicuramente innovativa», evidenzia Roncelli.
 
 

Esprime compiacimento la guida della Fernuoto campana, Paolo Trapanese. «Nulla accade per caso, è il principio fondamentale di tutte le nostre attività. Bisogna programmare con l'ardente desiderio di volere il bene del prossimo, il bene collettivo! La felice intuizione e la lungimirante progettazione sette anni fa prendono le mosse dal degrado valoriale e morale del territorio e dalla necessità di fare qualcosa di nuovo. Il progetto Albricci ha messo insieme le istituzioni educative insostituibili, presenti nel circondario: l'Esercito e le Forze armate, il Coni con le sue Federazioni, la scuola e la Chiesa, riunite e coordinate nell'associazione «Lo sport e l'Esercito per il futuro di Napoli». Realizzato lo scopo di accogliere 1500 giovani del territorio nello Stadio, dandogli quattro pilastri educativi fondamentali: militare, spirituale, assistenza scolastica, impartendo corsi di inglese, francese e spagnolo ai bambini, attraverso il gioco e lo sport, accogliendoli nella disciplina a loro più gradita: nuoto rugby, atletica, tennis, pugilato».

Sport e funzione sociale insieme, spesso mediante attività sussidiarie. «Un’iniziativa riuscita, unica, prototipale a livello nazionale se non addirittura mondiale, trasferendo ai bambini il motto «solo cose belle». Bisogna programmare, bisogna crederci: fede, cuore, anima sono gli elementi indispensabili per un futuro diverso e per evitare che si ripetono episodi come quello della piccola Noemi», conclude Trapanese.

Piena fruizione degli impianti e implementazione delle attività. Saranno certamente necessari ulteriori interventi strutturali e manutentivi ma il «modello Albricci» costituisce un archetipo esemplare, che può essere certamente riprodotto.
 
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