Stadio Collana, Giano sconfitta e l'impianto torna alla Regione: «Ma non ci arrendiamo»

Stadio Collana, Giano sconfitta e l'impianto torna alla Regione: «Ma non ci arrendiamo»
di Paolo Barbuto
Martedì 24 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 25 Maggio, 07:20
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Si aggiunge un nuovo capitolo alla tormentata storia recente dello stadio Collana. Ieri la settima sezione del Tar Campania ha respinto il ricorso della società che attualmente gestisce l'impianto, la Giano, contro la decisione della Regione Campania che ritiene decaduta la convenzione e chiede la restituzione dell'impianto. Secondo la sentenza la convenzione è realmente decaduta, la Giano deve andare via e l'impianto tornare all'agenzia regionale per lo sport.

Immediatamente il consiglio d'amministrazione della Giano s'è riunito e ha deciso di proseguire la battaglia legale: «Stiamo già predisponendo la documentazione per un ricorso al Consiglio di Stato - ha spiegato l'amministratore delegato di Giano, Gennaro Ferrara - la questione non è ancor giunta al termine, faremo valere le nostre ragioni».

Trapela soddisfazione, invece, dallo staff dell'ex commissario ad acta nominato dal governatore De Luca, Pasquale Manduca, che è stato il primo ad avviare le procedure per ottenere la restituzione dell'impianto e che oggi, anche se il mandato è scaduto da lungo tempo, vede approvata, e condivisa anche dal Tar, la linea che l'aveva spinto a pretendere la cancellazione della convenzione.

Non c'è mai stata pace per il Collana fin dai giorni in cui si decise che andava riaperto e che era necessario trovare società capaci di gestire le attività sportive e anche una porzione dei necessari rifacimenti alle palestre e alle tribune. Era il 2015 quando le procedure vennero avviate. Tra bandi contestati, interventi del Tar e passaggi di quote, la svolta è arrivata intorno al 2018: impianto affidato a una società che all'epoca era posseduta quasi interamente da Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro che, sportivi affermati e amati, si fecero garanti di una gestione futura improntata alla valorizzazione dei valori dello sport. Poi, col tempo, Ferrara s'è sfilato dalla società e Cannavaro è rimasto con una piccolissima quota del 5%. Oggi maggiore azionista della Giano è l'imprenditore Paolo Pagliara che detiene il 90% delle quote; il restante 5% è nelle mani dell'imprenditore Sandro Mussolino.

Risale al maggio 2021 la comunicazione ufficiale inviata a Giano da Santa Lucia: «L'affidamento è ufficialmente revocato».

Secondo il commissario Manduca ci sarebbero state «gravi inadempienze» che, ovviamente, la Giano ha puntualmente contestato. Fino ad arrivare al ricorso al Tar che ieri è giunto a sentenza.

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Proprio sull'avvicendamento societario si è soffermato il Tar che vede dietro la modifica delle quote uno dei motivi di conferma delle presunte mancanze della Giano nell'accordo con la Regione. La concentrazione di quote nelle mani di un solo socio e l'ingresso di un'altra figura societaria alla quale sarebbero stati affidati lavori all'interno dell'impianto fa scrivere al Tar che: «All'esito delle cessioni di quote effettuate subito dopo la sottoscrizione della convenzione con la Regione, dietro il diaframma della ssd, la compagine societaria sostanziale risulta al 95% nelle mani di soggetti che perseguono finalità lucrative» e questo sarebbe uno dei motivi per i quali la convenzione aveva la possibilità d'essere considerata decaduta.

Soddisfatto anche Sandro Cuomo, al vertice del comitato di associazioni sportive che una volta operavano al Collana e che è intervenuta nella vicenda al tribunale Amministrativo: «Siamo soddisfatti per una decisione che fa giustizia. Adesso è importante che la Regione faccia presto a riprendere la gestione per consentite a tutti di organizzare le prossime stagioni sportive che prenderanno il via dopo l'estate». 

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