Stadio Maradona, abusivi e caos: «Qui sosta illegale a 20 euro»

Stadio Maradona, abusivi e caos: «Qui sosta illegale a 20 euro»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 8 Novembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 9 Novembre, 07:54
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L’ex San Paolo, anarchico, intasato e circondato da abusivi, è la nemesi della squadra di Spalletti. Mancano pochi minuti alle 15 e quasi tre ore al fischio d’inizio di Napoli-Verona. Via Terracina, via Cinthia e viale Marconi sono già strapiene di auto parcheggiate negli stalli o sui marciapiedi. In viale Kennedy gli abusivi chiedono già a quell’ora una tariffa di 5 euro per le strisce blu. Eppure, troviamo miracolosamente un posto libero a pochi metri dall’ingresso della curva B. Suolo pubblico. «No, frate’ – dice un uomo appena uscito dal parcheggio privato adiacente al posto vuoto – Qua la macchina non la potete mettere. Mi serve per le auto notturne. Se vuoi, però, la macchina la puoi mettere dentro. Ti costa 20 euro fino a dopo la partita». È solo l’inizio dell’inferno dei parcheggi in zona Maradona, col tariffario record che si impenna in funzione della distanza dallo stadio: un posto auto costa quanto un biglietto in curva, il tutto mentre il maxi-parcheggio sotterraneo da migliaia di stalli, nella pancia dell’ex San Paolo, è murato e dimenticato da Italia ‘90. File lente per i controlli dei Green pass, prima dei tornelli. E l’intoppo può capitare anche nel momento di validare il biglietto. Per fortuna o purtroppo, il caos che imperversa intorno allo stadio sembra il contrappasso degli schemi in campo, nonostante il pari. 

Per trovare posto a costi accettabili, per esempio sulle strisce blu, bisogna avviarsi con più di tre ore d’anticipo e incrociare le dita. In alternativa, chi non intenda investire sei ore di vita per vedere una partita (tra match e andata più ritorno dallo stadio), va incontro alle tariffe record anche in aree di sosta a quasi un chilometro dallo stadio. Un’autorimessa di via Terracina, prima dell’ospedale San Paolo, si fa pagare «5 euro per 90 minuti». «10 euro», più bottiglietta d’«aqua» in omaggio (scritto in barba alla grammatica), in un’area di sosta successiva all’ingresso del pronto soccorso. «20 euro» nel parcheggio sopracitato, a pochi passi dal Maradona, stesso tariffario che si trova nelle aree di sosta dal lato della Mostra d’Oltremare. La distanza di questi parcheggi dall’impianto, ovviamente, genera le lunghe e note processioni di pedoni a Fuorigrotta nel pre-partita. La «cresta sul Napoli», oltretutto, è variabile: «La richiesta di posti auto è superiore alla domanda – rivela Gennaro, un barista in zona stadio – quindi alzano i prezzi in funzione dell’importanza della partita. Per Napoli-Real Madrid, per esempio, un parcheggio costava 50 euro.

Per l’ultimo Napoli-Juve arrivava anche a 30. Molti residenti, poi, hanno deciso di non confermare l’abbonamento ai parcheggi qui in zona, perché durante le partite del Napoli trovavano sempre la loro auto in strada. Dentro, c’erano le auto dei tifosi». Trovare parcheggio, insomma, equivale al biglietto in curva B (pagato 25 euro). «Eppure qua fuori allo stadio ci sono centinaia di stalli per le strisce blu – commenta Antonio, dal suo chiosco di panini – Sarebbe comodo per i tifosi mettere qua la macchina, ma tutta quest’area viene transennata prima delle partite».

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Folklore e illegalità, gioia e disordine. Popolo e caos. Gli uomini dei Borghetti hanno la tuta «staff» e vendono anche mascherine. A pochi passi da loro, il cartellone dei gate 01 e 02 del settore inferiore della curva A (lo stesso in cui ieri si sono riaffacciati i gruppi organizzati, al contrario di quelli della curva B, che hanno guardato il match dall’esterno del Maradona), agonizza sepolto tra le erbacce non potate all’interno del Maradona. La sensazione è che la disavventura sia dietro l’angolo, anche all’ingresso. Dal lato della curva B, un albero franato toglie altro spazio ai parcheggi. La coda per i controlli dei certificati verdi è intasata specialmente per gli anelli superiori, intorno ai 20 minuti. E può capitare, come dimostrano le foto, di aver acquistato (in una rivendita autorizzata in zona stadio) un biglietto che non risulta «valido per la partita» al momento dell’obliterazione. In quel caso, gli steward si guardano negli occhi per qualche minuto, quindi decidono far entrare il tifoso spingendolo con un sorriso anarchico assieme a un altro spettatore che sta entrando nell’ex San Paolo. È successo per Napoli-Cagliari. Andare al Maradona, insomma, è una piccola odissea piena di imprevisti potenziali, molti dei quali si trasformano in realtà. 

Le controsoffittature degli spalti sono screpolate un po’ ovunque. In qualche tratto degli anelli c’è esposto il ferro vivo. I bagni appena rinnovati sono messi a lucido più di quelli vecchi, comunque aperti e usati. Tra i sediolini ci sono svariati laghetti, anche se non piove. Le pozzanghere sono un po’ dappertutto, nell’anello inferiore della curva B. La lotta per i palloni che finiscono in curva nel riscaldamento e qualche tifoso scalmanato (e incurante dell’eventuale multa) che tra primo e secondo tempo scavalca dall’anello inferiore a quello superiore, è un concentrato di disordine. Non come il Napoli di Spalletti. 

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