Voragine Secondigliano, i familiari:
«Attendiamo ancora giustizia»

Voragine Secondigliano, i familiari: «Attendiamo ancora giustizia»
di Giuliana Covella
Mercoledì 23 Gennaio 2019, 16:29 - Ultimo agg. 24 Gennaio, 07:04
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«Non vogliamo archiviare la memoria di queste vittime, che non sono state riconosciute nemmeno dalla giustizia, poiché oggi - a distanza di 23 anni - noi veniamo perseguiti come creditori anziché familiari che dovrebbero essere risarciti». Sandro Russo è il presidente dell’Associazioni dei Familiari delle vittime della voragine di Secondigliano. Insieme ai parenti delle altre dieci persone che persero la vita nell’esplosione del 23 gennaio 1996, Russo ha ricordato la tragedia in cui morì il papà Francesco, insieme a scuole, parrocchie e istituzioni. «Il mio appello forte - ha rimarcato Sandro - va alle istituzioni centrali della città, affinché mettano in sicurezza questa piccola cappella, dove oggi piove perché la copertura in plexiglass è rotta. Chiediamo di avere almeno la giustizia per una bonifica del luogo dove abbiamo perso i nostri cari e vogliamo che almeno quello sia ricordato dignitosamente».
 
 

In ricordo delle vittime della voragine di Secondigliano è stata deposta una corona di alloro avuta in dono dal Comune di Napoli (che ha patrocinato la cerimonia) dagli alunni della scuola Giovanni Pascoli II. Alla commemorazione hanno partecipato il presidente del Consiglio comunale Sandro Fucito, il consigliere comunale Elpidio Capasso, il presidente della VII Municipalità Maurizio Moschetti, con l’assessore Rosario Loffredo e il consigliere Vincenzo Mancini, don Giuseppe Rinaldi, del santuario dell’Addolorata dei Missionari dei Sacri Cuori, il comandante della stazione dei carabinieri di Secondigliano Vincenzo Pignalosa, la dirigente scolastica della Pascoli II Monica Marasco.
 


«Questo è un giorno tristissimo per il territorio - ha sottolineato Moschetti - un dramma nel dramma perché il luogo della tragedia doveva essere riqualificato, ma oggi è ancora com’era. Oltre l’altra beffa legata ai risarcimenti dei familiari delle vittime. Come Municipalità manterremo in vita il ricordo, creando un gruppo di lavoro per far luce sulla vicenda, affinché tutti sappiano ciò che è accaduto e per istituzionalizzare il 23 gennaio celebrandolo con un Consiglio monotematico dall’anno prossimo, con un maggiore coinvolgimento delle scuole del territorio». «Siamo vicini da sempre ai familiari delle vittime - ha detto Fucito - c’era un progetto di riqualificazione dei suoli dove avvenne la tragedia. Un progetto fantascientifico di realizzare un albergo con un cofinanziamento tra pubblico e privato, ma è venuto meno l’interesse del privato e con le residue risorse pubbliche non se n’è fatto più nulla». 
 
 

Lo scoppio fatale avvenne alle 16.20 del 23 gennaio 1996. Il crollo della volta di una galleria sotterranea in costruzione sotto il quadrivio di Secondigliano provocò una fortissima esplosione, che prese in pieno i palazzi della zona. Undici le vittime, tra cui sei operai, due persone dentro le loro macchine e tre nel palazzo crollato. Due operai riuscirono a mettersi in salvo, uscendo dal tunnel poco prima dell’esplosione. Oggi Michele Sparaco, Alfonso Scala, Mario De Girolamo, Giuseppe Petrellese, Gennaro De Luca, Emilia Laudati, Francesco Russo, Pasquale Silvestro, Ciro Vastarella, Serena De Santis, Stefania Bellone attendono ancora giustizia. I corpi recuperati furono dieci. Solo quello della Bellone non fu mai ritrovato.
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