Napoli, studente di 16 anni in ospedale: «Picchiato dal prof per un telefonino»

Napoli, studente di 16 anni in ospedale: «Picchiato dal prof per un telefonino»
di Francesca Mari
Venerdì 24 Gennaio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 12:55
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Un professore di informatica dell’Istituto professionale «Cristoforo Colombo» di Torre del Greco è indagato per aver aggredito un alunno durante la lezione. La vittima, un sedicenne di una classe seconda, è andata in ospedale con il labbro rotto e ha denunciato tutto ai carabinieri; il professore non è stato ancora ascoltato. I fatti sono questi, ci sono indagini in corso su un terreno molto delicato, come quello dei rapporti tra insegnanti e allievi, su cui gli inquirenti procedono con i piedi di piombo. Importante sarà dunque la versione del professore per capire come si giustificherà e cosa abbia potuto scatenare l’aggressione. Che comunque c’è stata, davanti agli occhi di diversi testimoni.

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Faranno chiarezza i carabinieri della stazione Torre del Greco Capoluogo, alla guida del comandante Vincenzo Amitrano e del capitano Christian Petruzzella, che nelle prossime ore raccoglieranno le testimonianze dei presenti e dell’uomo, per ora indagato per il reato di abuso dei mezzi di correzione. Ma la vicenda, che si è verificata ieri mattina alle 11, ha sconvolto l’intero istituto e la dirigente scolastica Lucia Cimmino che si prepara a prendere provvedimenti, non prima di approfondire i fatti.

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Secondo la prima ricostruzione degli inquirenti, tutto è successo ieri mattina durante una lezione di informatica all’Ipmat (Tecnico per i Servizi di Manutenzione e Assistenza Tecnica) di corso Garibaldi, che è la sezione associata dell’Istituto Nautico «Colombo», in Villa Comunale, dove si formano i futuri marittimi. È accaduto proprio mentre nella sede principale del Nautico, in presenza del sindaco della Città metropolitana Luigi de Magistris, si stava inaugurando il nuovo simulatore di navigazione, uno strumento all’avanguardia che consentirà agli studenti di avere specifiche competenze. La sede di Corso Garibaldi, invece, si trova in una zona difficile, ex roccaforte del clan locale che sta provando a risollevarsi grazie a iniziative legate al turismo. Tutto sarebbe cominciato perché il ragazzo, durante la lezione, ha preso il telefonino cellulare in mano, facendo innervosire l’insegnante.

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«Ma fin dall’inizio della lezione – racconta Andrea (nome di fantasia) – il prof ce l’aveva con me. Prima mi ha rimproverato perché ho preso un attimo il telefono, poi ho sbadigliato e mi voleva mettere una nota sul registro. Quando mi sono accorto che mi aveva messo la nota gli ho detto “Ma come? Una nota per uno sbadiglio?” e lui mi ha risposto: “Non te l’ho messa per lo sbadiglio, ma perché sei uno scostumato. Io sono il professore e devi fare ciò che dico io”. E così mi ha messo una seconda nota, ma quando gli ho mostrato il mio stupore lui mi ha cacciato fuori dall’aula».

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«A questo punto - continua il racconto del ragazzo - sono uscito sul corridoio, ma dovevo andare in bagno così mi sono affacciato in classe dicendogli che avevo urgenza di allontanarmi per andare ai servizi. Lui mi ha risposto con irruenza che non potevo e che avrei dovuto fare i miei bisogni nel corridoio. Così io sono entrato in classe, ho preso il registro per controllare cosa avesse scritto e lui me lo ha strappato violentemente di mano. Allora sono uscito dalla classe un’altra volta, lui mi ha seguito, mi ha affrontato faccia a faccia dicendomi “Vediamo ora cosa sai fare?”. Io mi sono irritato e gli ho chiesto se stesse bene e lui ha cominciato a darmi pugni e calci; io mi sono difeso mettendo le mani avanti ma lui ha continuato. Dopo pochi secondi sono usciti tutti i compagni dalla classe, ci hanno separato. Erano tutti increduli. Io non ho capito cosa stesse succedendo, mi sono toccato il labbro e ho visto del sangue. I miei compagni e un altro prof mi hanno soccorso mentre io continuavo a dire “Ma che ha fatto?”. Dopo i miei compagni avevano timore di rientrare in classe, mentre io sono stato portato al pronto soccorso».

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Fin qui la versione di Andrea, che l’insegnante sarà chiamato a chiarire forse già stamattina quando sarà convocato dai carabinieri. Il minore, medicato al pronto soccorso dell’ospedale Maresca, è stato dimesso con una prognosi di quattro giorni per ferita lacero contusa sul labbro, causata verosimilmente da un pugno. Il professore, invece, ha chiesto il permesso di andarsene dalla scuola perché non si sentiva bene. «Dopo due ore dal fatto – ha concluso Andrea – il professore si è presentato al pronto soccorso, ha mostrato a mio padre la catenina che aveva al collo spezzata e gli ha detto che io l’avevo aggredito, quando io non l’ho nemmeno sfiorato e c’è tutta la mia classe che può testimoniare».

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La scuola, tra le più importanti del territorio perché vi si formano i futuri lavoratori del mare, è frequentata da circa 650 studenti; è una platea mista, diversi studenti provengono anche da comuni limitrofi e alcuni da aree più disagiate, in particolare nella sede in corso Garibaldi. Da qualche anno la dirigente scolastica sta combattendo per risollevare il numero di iscrizioni, che ha subito un calo negli ultimi tempi, attraverso progetti e iniziative anche perché quella marittima è una delle principali risorse economiche di Torre del Greco.
 

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