Scuola, il rapporto Invalsi condanna la Campania: «Studenti peggiori, pesa la Dad»

Scuola, il rapporto Invalsi condanna la Campania: «Studenti peggiori, pesa la Dad»
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 14 Luglio 2021, 23:31 - Ultimo agg. 24 Marzo, 11:15
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Il rendimento degli studenti campani è il peggiore l’Italia. Se globalmente quelli della scuola primaria tengono ancora, quando si vanno a guardare i dati delle prove Invalsi delle singole regioni negli altri ordini scolastici, l’invisibile linea di demarcazione tra Nord e Sud è molto evidente.

Il 73% dei liceali campani non conosce la Matematica, l’81% l’Inglese listening (ascoltato) e il 68% reading (parlato) e appena il 64% l’Italiano.

Va leggermente meglio con gli studenti delle medie ma quelli di Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna ottengono risultati più bassi per il 50% in Italiano, il 60% in Matematica, il 30-40% in Inglese reading e il 55-60% in Inglese listening. In tutte le materie le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli.

«La scuola è specchio del Paese. Un Paese diviso. L’ambizione è quella di ricucire cosicché la scuola offra a tutti le stesse opportunità. La pandemia ha esasperato le differenze. Partire dagli ultimi è prerequisito alla ricostituzione del nostro Paese» ha commentato i dati Invalsi il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi

Il calo delle performance degli studenti italiani è generalizzato in tutto il Paese e soltanto la provincia autonoma di Trento resta sopra la media nazionale. La scuola primaria è più o meno stabile. I risultati medi di Italiano al termine della II e della V classe sono molto simili in tutta Italia e si riscontra un leggero incremento degli allievi che si trovano nei livelli più alti di risultato. La Matematica, invece, si conferma un osso duro con un leggero calo del risultato medio complessivo rispetto al 2019 e una piccola riduzione del numero degli allievi che raggiungono risultati buoni o molto buoni. Le buone notizie arrivano invece dall’Inglese, con performance discrete più o meno simili anche tra Nord e Sud, dove nel Mezzogiorno scende di dieci punti percentuale (77%) quello listening. A partire dalle medie, però, si registra un crollo del rendimento dei ragazzi soprattutto in Matematica e Italiano: i ragazzi che non raggiungono risultati adeguati sono rispettivamente il 45 (+5 punti percentuali rispetto al 2018 e +6 punti percentuali rispetto al 2019), e il 39% (+5 punti percentuali rispetto sia al 2018 sia al 2019). Va meglio in Inglese con quello reading il 24% (-2 punti percentuali rispetto al 2018 e +2 punti percentuali rispetto al 2019) e listening 41% (-3 punti percentuali rispetto al 2018 e +1 punto percentuale rispetto al 2019). 

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La fotografia della scuola italiana scattata dall’Invalsi è il risultato del primo studio sistematico effettuato sul lungo periodo di Dad con chiusure protratte soprattutto in Campania. E i nostri studenti non a caso hanno ottenuto pessime performance risultando i peggiori d’Italia. Il 64% non raggiunge nemmeno la soglia minima di competenze in Italiano (Calabria 64%, Puglia 59%). In Matematica siamo i peggiori d’Italia con il 73%, seguiti da Calabria e Sicilia 70%. E in Inglese va anche peggio: abbiamo il 68% per quello reading (Puglia e Calabria 67%) e per il listening ci supera solo la Calabria con l’82%, ma siamo all’81%, anticipando la Sicilia con l’80%. Drammatico è anche il dato della cosiddetta dispersione implicita ovvero di quella degli studenti che, pur non essendo dispersi in senso formale, escono però dalla scuola senza le competenze fondamentali, quindi a forte rischio di avere prospettive di inserimento nella società non molto diverse da quelle degli studenti che non hanno terminato la scuola secondaria di secondo grado: è passata dal 7% del 2019 al 9.5% di quest’anno e in alcune regioni del Mezzogiorno ha superato ampiamente valori a due cifre: Calabria 22.4%, Campania 20,1%, Sicilia 16,5%, Puglia 16,2%, Sardegna 15,2%, Basilicata 10,8%, Abruzzo 10,2%. «Già il 9,5% significa oltre 40 mila giovani che escono da scuola senza competenze, impreparati» ha fatto notare Roberto Ricci, responsabile nazionale delle prove Invalsi. 

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