Stupro di Alimuri, altri due indagati: i testimoni-chiave

Stupro di Alimuri, altri due indagati: i testimoni-chiave
di Ciriaco M. Viggiano
Venerdì 22 Marzo 2019, 10:00
3 Minuti di Lettura
Sono ufficialmente sotto inchiesta. A breve, però, Catello Graziuso e Vincenzo Di Napoli potrebbero diventare testimoni-chiave nel processo per il presunto stupro ai danni di una 50enne britannica ospite dell'hotel Alimuri a ottobre 2016. Le deposizioni dei due, all'epoca dei fatti guardiano notturno dello stabilimento balneare dell'albergo e custode di un vicino lido, potrebbero chiarire la posizione di Fabio De Virgilio, Antonino Miniero, Gennaro Davide Gargiulo, Raffaele Regio e Francesco Ciro D'Antonio, i cinque ex dipendenti della struttura ricettiva di Meta alla sbarra con l'accusa di violenza sessuale aggravata.

L'UDIENZA
La conferma è arrivata nel corso dell'udienza celebrata ieri nell'aula Izzo del Tribunale di Torre Annunziata. La posizione di Graziuso e Di Napoli è al vaglio della Procura che, al momento, non ha chiesto l'archiviazione né il rinvio a giudizio. «Siamo ancora in fase istruttoria», ha precisato il sostituto procuratore Mariangela Magariello davanti ai giudici. Il pm sta lavorando per ricostruire il ruolo di Graziuso e Di Napoli, entrambi a piede libero, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2016, quando la turista britannica sarebbe stata narcotizzata con la cosiddetta «droga da stupro» e violentata prima dai baristi Miniero e De Virgilio, poi dal loro collega Gargiulo e infine dagli addetti alle cucine Regio e D'Antonio. Nel frattempo, il prossimo 4 aprile Graziuso e Di Napoli saranno ascoltati in qualità di testimoni indagati in un procedimento connesso: codice alla mano, potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere, ma da loro sono attesi chiarimenti importanti sulla presunta violenza sessuale.

 

LE TESTIMONIANZE
Ieri a rispondere alle domande di difensori, pm e giudici sono stati collaboratori dell'hotel Alimuri e amici degli imputati. A cominciare dal pianista Gennaro Cannavacciuolo che, dalle 21 alle 23 del 6 ottobre 2016, si esibì nel bar dell'albergo: proprio il luogo in cui, secondo l'accusa, alla vittima sarebbe stato offerto il drink adulterato con la «droga da stupro». «C'erano circa cinquanta turisti stranieri ha raccontato Cannavacciuolo nella sua testimonianza ma ho notato l'ospite britannica e la figlia perché più vicine alla mia postazione. Si sono trattenute per un'ora bevendo come tutti gli altri». A colpire l'attenzione del pianista fu soprattutto un gesto: «A un tratto la signora avvicinò a sé la testa di Gargiulo e gli sussurrò qualcosa all'orecchio, dopodiché il ragazzo le diede da bere». Cannavacciuolo non ha avuto dubbi sulla condotta degli ex dipendenti dell'Alimuri: «Impeccabili, non hanno mai fatto avance alle turiste». Ascoltato come testimone anche Domenico Valerio Cacace, l'amico al quale il barman Gargiulo raccontò di aver fatto sesso di gruppo con un'ospite dell'albergo inviandogli anche foto che ritraevano parti intime di una donna: «Non mi disse i nomi degli altri due ragazzi che avevano partecipato all'orgia, ma mi chiarì come il rapporto fosse stato pienamente consensuale».
IL RACCONTO
Anche Giovanni Anghelone, altro amico di Gargiulo, ha offerto la propria versione: «Gennaro mi disse di aver fatto sesso con una donna adulta e straniera, ma non me ne sono curato più di tanto: credevo fosse uno scherzo». Ha risposto alle domande di difensori, pm e giudici anche Donatella Grassi, dirigente del commissariato di Sorrento che svolse le indagini sul caso: «Ispezionammo il bar, la spa dell'albergo e l'alloggio del personale ha raccontato il vicequestore durante la su audizione . Perquisimmo pure le abitazioni degli imputati alla ricerca di droga. Di sostanze stupefacenti, però, nessuna traccia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA