Suk a piazza Garibaldi, spazio negato ai cittadini: «Facciamo come Genova»

Suk a piazza Garibaldi, spazio negato ai cittadini: «Facciamo come Genova»
di Giuliana Covella
Domenica 14 Ottobre 2018, 20:46
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Se a sud ci sono le moderne vele che conducono sotto la galleria commerciale e - sopra - a ristoranti, pizzerie e bar che hanno reso vivibile quel lato di piazza Garibaldi, a nord è tutt’altra storia. Dal lato Vasto per intenderci, dove si attende il completamento del progetto con verde e arredo urbano, al posto di panchine, alberi e giochi per bambini oggi c’è un suk abusivo di immigrati. In pratica, laddove il progetto dell’architetto francese Dominique Perrault prevede oltre 200 metri di giardini, spazi verdi e giochi per i più piccoli, tutti i giorni ci sono ambulanti di nazionalità straniera, specie africani, che danno vita ad un mercato dei rifiuti in piena regola. Basta uno scatolone di cartone per contenere la merce recuperata dai cassonetti dell’immondizia ed ecco che si allestisce una “bancarella” di cartone in pochi metri quadrati di marciapiede. Proprio dove dovrebbe nascere un’area destinata ai bambini, in pieno centro città. «Quel lato della piazza - tuonano i cittadini - è di fatto impraticabile. Cioè è stata riqualificata, ma è diventata terra di nessuno e a noi è ostacolato il passaggio». 

Un’idea per il recupero e il rilancio della zona, in attesa che venga ultimato il progetto di restyling, arriva da Luigi Petroli, consigliere di Dema alla II Municipalità, che guarda alla città di Genova per garantire i diritti di cittadini italiani e stranieri e che è già stata inviata agli assessori comunali Alessandra Clemente (polizia municipale), Roberta Gaeta (welfare) e Enrico Panini (commercio): «Il suk di piazza Garibaldi lo vediamo tutti i giorni anche nelle zone circostanti, come Porta Nolana, che è poco distante - spiega il consigliere - ma per risolvere il problema c’è bisogno di più risorse in termini di uomini e mezzi delle forze dell’ordine». Poi l’idea per il recupero e la salvaguardia dell’area: «Nello stesso tempo per eliminare il fenomeno del mercato abusivo dei rifiuti in quella che è la piazza simbolo di Napoli, dobbiamo creare un’area di libero scambio delocalizzata (non al centro città dunque) dove italiani e immigrati possano vendere o scambiare oggetti usati e non provenienti dalla ricettazione, rispettando precise regole sul modello del progetto “Chance” adottato dal Comune di Genova. Solo così restituiremo dignità a una piazza che è la porta d’accesso della nostra città per i turisti che arrivano alla stazione centrale».
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