Napoli, i furbetti del Super green pass: «Sono appena guarito» o «Il cellulare è rotto»

Napoli, i furbetti del Super green pass: «Sono appena guarito» o «Il cellulare è rotto»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 6 Dicembre 2021, 23:58 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 18:31
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«Vi posso spiegare: la spunta verde non esce sul vostro cellulare perché ho fatto la prima dose di vaccino dieci giorni fa: aspetto il certificato dalla Asl tra 48 ore, non è che potreste farmi passare lo stesso?». Oppure: «Sono appena guarito dal Covid, perciò il mio Green pass non risulta ancora attivo. Però sono guarito, vi assicuro. Posso prendere la metro?». Queste sono solo alcune delle scuse che ieri, nel giorno del debutto dell’obbligo di pass vaccinale sui mezzi pubblici, tanti dei 400 agenti delle forze dell’ordine schierati in città per il controllo dei certificati verdi hanno ascoltato dai napoletani che ne erano sprovvisti. Nella fattispecie, le sopracitate rassicurazioni «a voce» degli utenti sono state esibite – si fa per dire – ai Carabinieri nella stazione Colli Aminei, che hanno negato il viaggio a chi non aveva le carte vaccinali in regola. Ma i furbetti del pass vaccinale sono un po’ dappertutto, in città e in provincia, nonostante le multe che gli sono piovute addosso. 

Come detto, sono 400 gli agenti messi in campo da Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia locale per i controlli a campione sugli utenti. Uomini e donne delle forze dell’ordine, le cui attività di verifica proseguiranno nei prossimi giorni, si sono posizionati prevalentemente alle uscite delle stazioni e ai capolinea, così da evitare code ai tornelli. In piazza Dante, i vigili urbani mostrano le novità dell’app aggiornata, dopo l’avvento da ieri del Super pass: «Vede – spiega un’agente mostrando il display del suo smartphone – qui c’è la possibilità di scegliere che tipo di controllo effettuare. Basta selezionare “Tipologia verifica rafforzata” o “Tipologia verifica base”. Naturalmente, per l’accesso in metro utilizziamo la seconda». Fino alle 17 di ieri, la polizia di Stato, nelle aree di snodo del trasporto locale di Napoli e provincia, ha controllato i certificati verdi di 2807 persone: sono state 13 le sanzioni per mancanza di Green pass e 2 quelle elevate ai danni cittadini senza mascherina. 404 invece gli utenti controllati dai Carabinieri alle metro di Colli Aminei, Cilea e Chiaiano, 9 multe nelle stazioni del giuglianese e 2 in centro a Napoli per assenza di dpi. La Prefettura, nei prossimi giorni, fornirà il report dei dati totali delle verifiche. 

Non serve il Super pass, per viaggiare sui mezzi pubblici. Basta quello standard (ottenuto attraverso tampone negativo, vaccino o guarigione).

Ma sono tanti i furbetti del Green pass del trasporto locale, e utilizzano – o almeno ci provano – ogni mezzo: Circumvesuviana, bus, Cumana e metro. E oltretutto, i No pass beccati a violare l’obbligo di certificato verde sono agguerriti. Come riferisce la polizia di Stato, ben pochi dei sanzionati hanno incassato la multa senza discussioni. 

A parte i due casi già citati di furbetti che provano ad appellarsi alla guarigione dal Covid o all’attesa di un imminente certificato dalla Asl, il campionario delle scuse è lungo e si aggiorna di ora in ora: «Ho dimenticato i documenti a casa». «Ho mia madre in ospedale». «Ho lo smartphone in riparazione». Oppure, escluse le rassicurazioni «a voce», c’è lo scambio di identità: in provincia, ieri, i Militari dell’Arma hanno multato due No pass muniti del certificato verde di un amico sulla soglia di una stazione Eav. La polizia, alla Circum di Ercolano, ha bloccato al volo due altri due furbetti del pass vaccinale in salita sul treno. 

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Se nella fascia di punta (7-9) la metro è piena e Anm non registra «flussi anomali rispetto ai recenti lunedì», col passare delle ore lo scenario sulla linea 1 cambia aspetto. Le banchine sono più vuote del solito, e nei treni ci sono più spazio e posti a sedere. Lavoratori e scolaresche, visti i rispettivi obblighi, non rinunciano al trasporto pubblico. Chi invece è senza pass non rischia e non prende la metro. L’obbligo di certificato e i controlli a campione, insomma, fanno di certo da deterrente per i ribelli del vaccino. A confermarlo sono gli stessi utenti: «Ogni giorno faccio la tratta Chiaiano-Università – racconta intorno alle 10 Mario Di Vaia, studente di Storia alla Federico II – Oggi la metro è molto più libera: ci saranno 40 persone in meno nel vagone. Si viaggia meglio e si rispettano le distanze di sicurezza. A Chiaiano non ho incontrato controlli». «La metro è molto meno affollata – conferma la giovane Rossella Bruno – Il servizio è migliore: prima eravamo ammassati. Sono salita a Piscinola: c’erano i militari ma non controllavano i pass. Visti gli impegni delle forze armate, il provvedimento sarebbe più efficace se si affidassero le verifiche al personale di stazione. Mi sento più tranquilla sapendo che chi è in treno è vaccinato». Eppure, nello stesso vagone si incontrano due signore 50enni, irriducibili No vax. «Ho il tamponi negativo», dice la prima in dialetto. Così si spera. «E poi se qualcuno ha il Covid non lo viene a dire a voi», aggiunge la seconda, con parole piuttosto inquietanti. Nei bus i controlli sono più complessi e meno costanti. La folla c’è. Il distanziamento meno: «Ho preso il 168 a Corso Amedeo di Savoia – dice Pietro Politano, 71 anni – Nessun controllo. Servirebbe una verifica alla fermata».

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