«A Napoli e provincia sono a rischio centinaia di cantieri finanziati coi Superbonus». A lanciare l'allarme è Massimo Di Santis, presidente del gruppo Giovani Confapi Napoli. «Le inchieste di questi mesi disegnano uno scenario desolante - aggiunge - in cui, a farne le spese, sono sempre, e ancora una volta, gli imprenditori. Quelli che rischiano in prima persona».
«I recenti provvedimenti restrittivi, varati dal Governo, non operano alcuna valutazione tra buoni e cattivi. L'intero comparto dell'edilizia è stato nuovamente abbandonato nella palude burocratica, ostaggio della bulimia regolamentare e normativa dell'Esecutivo».
«C'è una realtà che va oltre le indagini per truffa che stanno interessando varie Procure in tutt'Italia, a partire proprio da Napoli - prosegue Di Santis - E c'è una verità che nessuno vede: il credito, se fraudolento, nasce fraudolento. E questo perché lo Stato, semplicemente non ha vigilato e posto in essere un sistema di controlli efficace, come il coinvolgimento dei vigili urbani, dei tecnici comunali (legge Merloni) o un preventivo e cautelativo ritardo tecnico di 30-60 giorni per la maturazione dei crediti rinvenienti da interventi al di sopra di una certa soglia. Non sono le cessioni successive a rendere legittimo un credito farlocco».
«Il credito nei passaggi di mano successivi non si acquista con denaro in contante ma, ovviamente, con un bonifico tracciato: significa che quando c'è la provvista su un conto corrente, il denaro è già stato riciclato e c'è una banca che non ha vigilato - continua Di Santis - dunque, il problema non è la “merce” che si acquista ma il danaro con cui si effettua il pagamento.
«La soluzione al problema della natura fittizia di cessioni multiple era già presente prima del 17 luglio 2020: le cessioni erano possibili solo tra soggetti relazionati tra loro; basterebbe rispolverare la normativa precedente per bloccare sul nascere le cessioni multiple con genesi esogene, speculative o di dubbia finalità - sottolinea ancora il numero uno di Confapi jr - Bisogna però far presto: gli stessi cantieri del Superbonus, magari già arrivati ad un Sal (stato avanzamento lavori) molto spinto ma non al saldo finale, si fermeranno e, non facendo fare il salto di 2 classi energetiche, genererà una nuova “frode” di Stato, con un debito in capo al committente di importo pari a quanto fatturato fin a quel momento, più interessi, more e sanzioni. E, ciò che è peggio, il tutto avverrà per interventi inutilizzabili (si pensi ad un isolamento termico non ultimato) o addirittura pericolosi (si pensi ad un ponteggio abbandonato in un condominio)».