Napoli, code per i tamponi in farmacia: «Così convinco i ragazzi a vaccinarsi»

File nel punto vaccinale della farmacia patrone a Pianura
File nel punto vaccinale della farmacia patrone a Pianura
di Ettore Mautone
Mercoledì 20 Ottobre 2021, 17:24
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«Sono venuti in farmacia per fare il tampone necessario per ottenere il pass al lavoro e li ho convinti a vaccinarsi. Come? Confutando punto su punto tutta una serie di convinzioni errate basate sul sentito dire, informazioni fasulle attinte su internet e sulle discussioni social, radicate attorno a paure e timori ingiustificati». Così Nicola Stabile, farmacista di Fuorigrotta ed ex presidente di Federfarma. «Si tratta - rivela - di ragazzi dai 18 al 36 anni, tre donne e due ragazzi. Due di essi, impiegati in una pizzeria di Fuorigrotta, oggi hanno fatto anche la seconda dose dopo 21 giorni dalla prima di Pfizer, un altro ragazzo lavora in una palestra, un quarto è un agente di commercio e sempre oggi una quinta ragazza, che lavora per conto di una mia cliente, indirizzata da me per avere il green pass ma anche per essere informata sulla realtà della sicurezza del vaccino. C’è voluto poco per scardinare un coacervo di notizie vere che mischiate ad altre assolutamente assurde e false, avevano creano uno scudo anziché immunitario di tipo psicologico che risulta difficile da vincere ma non impossibile. Io mi ci dedico molto e ci provo con tutti quelli che vengono a fare il tampone che cerco sempre di dirottare sul vaccino che offre una protezione durevole e gratuita, a carico del Servizio sanitario nazionale anziché una fotografia di negatività che dura 48 ore ai fini di legge ed è a pagamento. Ci sono anche quelli inamovibili nelle loro convinzioni - conclude Stabile - sono soprattutto ragazzi che hanno granitiche certezze che ancorché fragilissime dal punto vista scientifico non prestano il fianco a modifiche. Persone che vengono qui periodicamente a farsi il vaccino. Spesso ragazzi che hanno lavori saltuari e che solo quando sono messi spalle al muro proprio necessità vengono qui a praticare il test nasofaringeo per accedere allo stadio, piuttosto che al cinema o al ristorante o quando hanno da fare lavori in cui viene richiesto il pass. Su questi renitenti granitici non ci provo più, è inutile». 

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Continua intanto a essere abbastanza sostenuto l'incremento delle richieste di vaccini per prime dosi in città, sebbene non un’esplosione come ci si sarebbe aspettato.

A giorni alterni si creano code e file nei principali punti vaccinali di prossimità, sia farmacie sia distretti territoriali della Asl. Questi ultimi, ricordiamolo, continuano a restare aperti tutti i giorni fino alle 18 garantendo accessi diretti e senza prenotazione mentre le farmacie spesso vanno avanti oltre le ore 21 e fino a mezzanotte, orari in cui è possibile effettuare anche i tamponi antigenici rapidi. In media ogni punto vaccinale delle farmacie più attrezzate effettua circa 200 punture ogni 24 ore. Una media che si riscontra anche nei 10 distretti distribuiti nei vari quartieri. Di queste circa 80 sono prime dosi e il resto richiami per il completamento del ciclo vaccinale. 

LE FARMACIE

"Cittadini che si affacciano per la prima volta in farmacia per porgere la spalla e per chiedere di vaccinarsi - spiega Paolo Cotroneo, farmacista di Fuorigrotta - persone che per mesi hanno resistito all'invito a proteggersi dal rischio di infezione e che di fronte alle norme che hanno reso obbligatorio il green pass per le attività lavorative a malincuore vincono titubanze e paure magari dopo aver tentato per qualche giorno di ripiegare sui tamponi rapidi ogni 48 ore. Una scocciatura oltre che una spesa che finisce per fiaccare queste sacche di ingiustificate resistenze. In ogni caso continuiamo a fare moltissimi tamponi. Ieri e domenica ho utilizzato il centro vaccinale per i test nasofaringei e in mezza giornata abbiamo effettuato oltre 200 tamponi contro i 20, 30 della settimana scorsa".

Un incremento che investe anche le farmacie più periferiche: alla Petrone di Soccavo-Pianura, ad esempio, lunedì si è formata una lunga fila davanti al camper mobile utilizzato a giorni alterni per effettuare i vaccini e anche praticare i tamponi. In totale sono state 114 le punture per somministrare 75 seconde dosi, 5 terze dosi e 34 prime dosi. "Queste ultime - conferma il titolare Massimo Petrone - nelle ultime 2 settimane sono cresciute sensibilmente, del 20 o 30 per cento. Si tratta di persone finora renitenti per varie ragioni. Indagando emergono paura, cattiva informazione attinta essenzialmente dai siti internet. Quasi tutti rispondono che senza vaccino non possono fare più nulla. Insomma una vaccinazione vissuta come una sorta di obbligo, in pochi ammettono di essersi convinti per scongiurare un rischio infettivo ancora alto. I tamponi? Abbiamo notato che anche per quelli, negli ultimi due giorni, la richiesta è notevolmente cresciuta. Irriducibili che continuano a disertare l'appuntamento con lo scudo antiCovid. Un vero peccato. Va fatto un ulteriore appello almeno all'uso della mascherina anche all'aperto. Molte persone dimenticano questo obbligo e non avvertono più il pericolo". 

I MEDICI DI FAMIGLIA

In prima fila con studi sempre più affollati ci sono anche gli studi dei medici di famiglia: «Stiamo rispondendo a moltissime richieste di vaccinarsi da parte di assistiti che non si erano ancora decisi a farsi avanti per chiedere la prima dose - spiega Luigi Sparano, rappresentante della Fimmg, principale sindacato di categoria - in media avevamo finora un’adesione vaccinale dell’84 per cento (circa 1250-1280 pazienti per ciascun medico che ne segue 1.500) mentre una quota di circa il 16 per cento non si era vaccinata. In questa settimana ogni collega ha ricevuto circa 60 o 70 richieste di vaccino e a Napoli nei nostri studi sono state praticate in pochi giorni circa 25 mila vaccinazioni". "Andiamo avanti anche con le terze dosi - conclude Pina Tommasielli, studio a Soccavo e componente dell'Unità di crisi - che stiamo somministrando in contemporanea con l'antinfluenzale programmando anche quella contro lo pneumococco. Quest'anno anche i bambini che non sono in età per vaccinarsi contro il Covid, dovrebbero praticare queste vaccinazioni per evitare durante l'inverno di paralizzare le scuole per l'insorgenza di sintomi simili a quelli del Covid che comporteranno la necessità di migliaia di tamponi al giorno". Un incremento deciso e netto che si registra anche nei territori della provincia: alla Asl Napoli 2 nord ad esempio ieri sono state 1.300 e sabato 1.900.    

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