La tangente «in natura»: 90 chili
di pane e 8 pizze alla settimana

La tangente «in natura»: 90 chili di pane e 8 pizze alla settimana
Mercoledì 30 Novembre 2016, 15:46
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POZZUOLI. I parcheggiatori abusivi di via Napoli e di Lucrino dovevano consegnare l'intero incasso giornaliero al clan Longobardi-Beneduce, per cifre che in estate arrivano a 5mila euro al giorno, in cambio di uno «stipendio» di 100 euro a settimana e per chi sgarrava con i conti scattavano pestaggi e minacce di morte. Èuno spaccato che emerge dalle oltre 200 pagine dell'ordinanza, firmata dal gip del tribunale di Napoli Vincenzo Alabiso, che ieri ha portato all'arresto di 39 presunti affiliati al clan camorristico dei Longobardi-Beneduce, 29 dei quali finiti in cella e 10 ai domiciliari.
 


«Ti faccio sparare da Nunzio, ti faccio sparare da Alberto; ti faccio vedere se vendi poi un pezzo di pane là sopra. Ti appiccio il magazzino che tieni sopra la zona dei 600 alloggi». È una delle conversazioni captate dai carabinieri del Comando provinciale di Napoli: minaccia esplicita secondo i pm della Dda di Napoli di uno degli indagati nei confronti di V., titolare di un panificio di Pozzuoli finito nel mirino degli emissari dei Longobardi-Beneduce, che ogni settimana andavano nel suo locale e pretendevano la consegna gratuita di 90 chili di pane fresco e 7-8 pizze, per un valore di 1200 euro. Merce che era l'equivalente del pizzo da pagare. C'è, poi, un capitolo dell'ordinanza dedicato alle estorsioni ai danni dei gestori privati del servizio di ambulanze del 118 dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. Nel corso di un interrogatorio, il capocosca di Quarto Roberto Perrone, oggi collaboratore di giustizia e Luigi Giugliano, anch'egli collaboratore di giustizia, ai pm dell'antimafia raccontano delle «estorsioni chieste a tutti i gestori del servizio di ambulanza dell'ospedale La Schiana di Pozzuoli», evidenziando che il clan Longobardi-Beneduce aveva chiarito a tutti che «se non avessero pagato le tangenti non avrebbero più potuto lavorare alla Schiana». Un altro imprenditore edile di Napoli, che gestisce un cantiere a Monterusciello collegato ad un progetto comunale finanziato dall'Unione Europea, nel 2015 viene avvicinato dai gregari del clan che gli chiedono la tangente. Ma lui si rifiuta di pagare e denuncia tutto ai carabinieri. C'erano, poi, gli emissari del clan che amavano vestirsi alla moda e guidare auto di lusso: bastava andare in alcuni negozi alla moda nel centro storico di Pozzuoli e da una concessionaria di autovetture di Lucrino e prendere ciò che volevano. Senza pagare nemmeno un centesimo, poiché l'avevano deciso gli «Amici di Pozzuoli» dei Longobardi-Beneduce.
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