Secondo le prime indiscrezioni sarebbero state notificate informazioni di garanzia anche a carico dell'attuale sindaco, Giorgio Zinno e del suo predecesiore, Mimmo Giorgiano.
L'accusa ipotizzata dai Pm della Procura napoletana (indagine coordinata procuratore aggiunto Alfonso D'Avino) sarebbe quella di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed alla turbativa d'asta. Nel mirino degli inquirenti gli appalti al Comune.
Gli uomini della sezione anticorruzione della squadra mobile di Napoli e gli agenti del locale commissariato di polizia, col sostituto commissario Elio Manna, hanno eseguito nelle prime ore de lattino una perquisizione in casa del sindaco Zinno alla ricerca di documenti utili alle indagini.
Questi i nomi degli arrestati, tutti in forza all'ufficio tecnico comunale: Carmine Intoccia (dirigente) e tre suoi collaboratori. Raffaele Peluso, Brigida di Somma e Leone di Marco, fratello dell'ex capo dell'opposizione inconsiglio, Aquilino di Marco. Fra gli arrestati anche due imprenditori che avevano beneficiato di appalti al comune.
L'indagine, secondo le prime indiscrezioni, nascerebbe da una gola profonda vicina all'aministrazione e comunque a conoscenza di molti segreti del palazzo.
La ditta coinvolta nell'inchiesta sarebbe la D'Alessandro di San Giorgio a Cremano, aggiudicataria di una serie di importanti appalti tra cui quello per i lavori di via Cupa Mare.
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