Tangenziale di Napoli, 150 milioni di euro per i lavori: dureranno tre anni

Tangenziale di Napoli, 150 milioni di euro per i lavori: dureranno tre anni
di Emiliano Caliendo
Lunedì 4 Luglio 2022, 17:40 - Ultimo agg. 18:28
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La Tangenziale di Napoli sarà sempre più sostenibile, tecnologica e moderna grazie all’ampio programma di potenziamento, pronto a partire, che prevede una completa rigenerazione del tratto, in linea con le mutate esigenze della mobilità e al passo con lo sviluppo della città e del territorio. Un programma da oltre 150 milioni di euro che interesserà le infrastrutture principali del tracciato che per 20,2 chilometri attraversa l’area metropolitana di Napoli collegandola attraverso i suoi 14 svincoli, e che conta quasi 240mila transiti medi giornalieri e circa 87 milioni di transiti ogni anno. I lavori dovrebbero durare circa 3 anni. Ma i pedaggi da sempre al centro delle lamentele degli automobilisti? «I pedaggi restano invariati così come sono rimasti invariati negli ultimi anni. Proprio in questi  giorni stiamo discutendo col Ministero il piano finanziario dell’infrastruttura che non prevede nei prossimi anni immediati aumenti tariffari». Lo ha detto Luigi Massa, amministratore delegato di Tangenziale di Napoli spa, a margine della presentazione del programma d'investimento per l'ammodernamento della autostrada urbana.

Il piano degli interventi è stato infatti presentato oggi a Palazzo San Giacomo dal Sindaco della città metropolitana di Napoli Gaetano Manfredi, l’Amministratore delegato del Gruppo Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi e dall’Amministratore delegato della Tangenziale di Napoli Luigi Massa, alla presenza dell’Assessore alle Infrastrutture, Mobilità e Protezione civile Edoardo Cosenza e il Presidente di Tecne Ennio Cascetta. Il Piano di ammodernamento della Tangenziale di Napoli è il prodotto di due anni di studi condotti in collaborazione con l’Università Federico II e con il supporto dei più qualificati ricercatori del settore che hanno contribuito a realizzare un’analisi approfondita dell’infrastruttura, con particolare attenzione alle sue opere. Lo studio è stato il presupposto per avviare la fase progettuale, in linea con le più recenti linee guida del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.  Una collaborazione, quella tra Aspi e Federico II, nata ai tempi in cui Gaetano Manfredi era rettore dell’ateneo federiciano e che grazie al suo insediamento a Palazzo San Giacomo apre una nuova stagione di rapporti tra Gruppo Autostrade per l'Italia e Comune di Napoli. «L’intesa nasce da rapporti che abbiamo incominciato a tessere qualche anno fa, specie con la Federico II che è stata per noi un partner fondamentale per sviluppare questi piani. Ci si conosce, ci si comprende, ci si aiuta e anche qui utilizzerei lo stesso ragionamento utilizzato dal sindaco: riesci a far bene una cosa e ti viene la tentazione di farne un’altra ancora meglio. E così via cresce il Paese», confida il supermanager del Gruppo Aspi Roberto Tomasi, calato a Napoli per l'occasione.

Tra i molteplici interventi, il programma prevede il potenziamento delle infrastrutture (viadotti, gallerie, barriere di sicurezza e rigenerazione della pavimentazione); l’implementazione del sistema tecnologico Argo per il monitoraggio delle infrastrutture, sviluppato da Movyon, spin-off tecnologico del Gruppo Autostrade per l’Italia e, tra le altre novità, l’installazione di nuova rete in fibra ottica, nuovi impianti di sicurezza e di un nuovo sistema di illuminazione radente che permette un risparmio energetico del 15%, aumentando la sicurezza e migliorando la visibilità. 

Un piano che prevede di media ogni giorno 160 uomini al lavoro e 50 mezzi sul campo, che sarà realizzato per il 70% in orario notturno al fine di limitare l’impatto sulla viabilità.

Interventi che consegneranno alla città una infrastruttura in grado di migliorare sensibilmente l’esperienza di viaggio e d'integrarsi ulteriormente con il tessuto urbano, al passo con il futuro della mobilità e nel rispetto dell’ambiente. I lavori dovrebbero durare circa tre anni.

Nell’ottica green, il piano prevede la realizzazione di due stazioni di ricarica elettrica ad alta capacità nelle aree di servizio Antica Campana Est e Doganella a cura di Free To X, società del Gruppo Autostrade per l’Italia. Prevista inoltre la realizzazione di nuove aree verdi adiacenti alla rete autostradale e l’installazione di impianti fotovoltaici nelle stazioni di Capodichino, Arenella e Astroni. Inoltre, l’amministratore delegato Massa anticipa che con l’energia in surplus ottenuta da questi si sta sperimentando, su spinta del ministero e in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, «la produzione di idrogeno per autotrasporto per rendere l’infrastruttura green a 360°». «Utilizzeremo attrezzature specifiche – aggiunge - che consentiranno di trasformare risorse idriche in idrogeno, per distribuirlo poi all’utenza». Già terminato inoltre l’intervento di rimboschimento di tutte le aree adiacenti il tratto, che ha consentito di convertire in area verde circa 5,6 ettari di terreno, garantendo un assorbimento annuo di Co2 pari a 26,432 tonnellate.

«È necessario, oggi più che in passato, coniugare la sicurezza con la tecnologia: questi lavori serviranno a rendere a lungo termine un servizio ancora più efficiente al cittadino sulla Tangenziale, da integrare nella più ampia offerta di mobilità a cui l'Amministrazione sta lavorando incessantemente», ha commentato il sindaco Manfredi. L’ex rettore ha ricordato che per quanto riguarda i pedaggi – la Tangenziale di Napoli è l’unica in Italia in cui la tariffa per circolare viene pagata ad ogni casello – un eventuale aumento «non spetta al Comune poiché le scelte dal punto di vista tariffario competono al Ministero e all’autorità di vigilanza». L’importante - fa sapere Manfredi - è che «gli utili dei pedaggi siano reinvestiti per avere un’infrastruttura efficiente». «Nella nostra interlocuzione con Tangenziale abbiamo verificato che gli investimenti riguardassero tutti i tratti e che impattassero su tutto l’asse dell’infrastruttura e su quelle che ritenevamo le parti più delicate su cui c’erano stati grandi dibattiti in passato. L’importante – ha concluso il primo cittadino - è che i disagi per gli utenti siano ridotti veramente al minimo, anche perché poi i cittadini se la prendono con me».

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L'amministratore delegato Tomasi ha poi descritto il lavoro preparatorio che ha consentito la presentazione del piano di ammodernamento: «Abbiamo lavorato tantissimo in questi tre anni per avere un quadro del patrimonio infrastrutturale che è certamente l’elemento debole della conoscenza. Perché se conosco, sono anche in grado di fare grandi pianificazioni. Stiamo riguardando tutta la nostra infrastruttura (ponti, viadotti, gallerie, opere infrastrutturali anche minori) per fare poi una pianificazione d'investimenti strategici in modo tale da dare a questa un altro ciclo di vita per i prossimi 50-60 anni».

Nell’ambito di questo piano, sono state attivate tutte le sinergie interne al Gruppo Autostrade per l’Italia, anima del Programma Mercury, espresse dalle sue controllate impegnate in tutti gli ambiti di applicazione, dalla sostenibilità alla digitalizzazione: da Movyon per la componente tecnologica a Free to X, per quanto riguarda l’installazione delle stazioni di ricarica ad alta potenza per veicoli elettrici; fino a Elgea, società impegnata sul versante dell’energia rinnovabile. Ricoprono poi un ruolo fondamentale per la messa a terra del programma, la società di ingegneria del Gruppo Tecne e Amplia (ex Pavimental), azienda leader nel settore delle costruzioni, anch’essa controllata integralmente da Aspi.

A partire dal mese di luglio 2022 diventeranno operativi i cantieri in corrispondenza dei viadotti Arena San Antonio, Cilea e Volto Santo.  Al termine degli interventi sui viadotti sarà ripristinata la piena transitabilità anche per i mezzi con peso superiore a 7,5 tonnellate e le infrastrutture saranno adeguate alle nuove norme antisismiche. Contestualmente saranno avviate le attività di ammodernamento e di potenziamento degli impianti di sicurezza all’interno delle gallerie Capodimonte, Vomero, Monte Sant’Angelo, e Solfatara, in linea con quanto previsto dalle più recenti linee guida introdotte dal Ministero concedente.

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