Tangenziale, sassi dal cavalcavia: colpita auto in corsa, giovane ferito

Tangenziale, sassi dal cavalcavia: colpita auto in corsa, giovane ferito
di Nico Falco
Lunedì 19 Marzo 2018, 08:58 - Ultimo agg. 08:59
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«All’inizio non riuscivo a capire cosa fosse successo. Ho sentito un botto all’improvviso, c’erano schegge di vetro ovunque. Ho pensato anche alle cose più assurde, che forse l’aria troppo calda che avevo azionato per disappannare il vetro lo avesse fatto spaccare. Solo quando mi sono fermato e ho guardato bene ho realizzato: nel parabrezza c’era il buco che aveva lasciato un sasso».
Comincia così il racconto di Andrea N., giovane cuoco napoletano, che la notte tra sabato e domenica si è ritrovato col vetro sfondato da una pietra mentre passava sotto un cavalcavia. «Era l’una del mattino circa – continua – avevo da poco finito di lavorare e stavo tornando a casa. Ho imboccato la tangenziale all’ingresso di Fuorigrotta e sono passato sotto il cavalcavia di via Tertulliano. Appena l’ho superato sono stato investito da una pioggia di schegge di vetro. Sono sobbalzato ma per fortuna mi stavo ancora immettendo e guidavo intorno ai 40 chilometri all’ora. Così sono riuscito a tenere l’automobile in strada, senza sbandare. Ero incredulo, non riuscivo a spiegarmi come avesse fatto il vetro a esplodere. Una volta a casa ho visto le condizioni del parabrezza ho chiamato la Polizia e ho spiegato l’accaduto. Domenica mattina poi sono tornato sul posto per controllare e ho visto che a terra c’era ancora una pietra, proprio nel punto dove sono stato colpito». 
Dopo la segnalazione del ragazzo la polizia stradale ha perlustrato il tratto dove si è verificato l’episodio e sono state avviate le indagini per accertare se si sia trattato di un incidente o di altro. La pietra ritrovata sembra un grosso pezzo di asfalto staccato dalla pavimentazione stradale. Non si può al momento escludere che si sia staccato accidentalmente da parte della copertura o dalla volta della cavalcavia, ma c’è un elemento che farebbe propendere per il contrario: altri pezzi simili erano a terra in via Tertulliano e sembra così verosimile che qualcuno possa avere raccolto le pietre da terra e le abbia lanciate sulla sottostante rampa di accesso alla tangenziale.
La memoria torna inevitabilmente al fenomeno dei sassi lanciati sulle auto in corsa, che negli anni ’90 ha fatto registrare numerosi incidenti, molti dei quali con tragiche conseguenze, anche mortali. Il primo caso nel 1986, quando morì una bambina di soli due mesi e mezzo, in Lombardia, l’ultimo nel novembre scorso, nella stessa regione, con la morte di una donna di 62 anni.
Nel 2017 l’osservatorio nazionale dedicato di Asaps (associazione amici polizia stradale) ha contato 108 episodi (con un aumento del 27% rispetto agli 85 del 2016), 96 dei quali registrati lungo la rete ordinaria e 12 lungo la rete autostradale; i lanci hanno causato un morto e 9 feriti; 57, infine, le persone fermate o arrestate, tra le quali 44 minorenni.
L’ultimo caso segnalato in Campania risale a dicembre, quando alcune automobili sono state danneggiate dal lancio di sassi mentre percorrevano il sottopassaggio di viale Lincoln, a Caserta. «Del parabrezza non mi interessa – conclude Andrea – ma è stata una esperienza terribile. Spero che la polizia riesca a ricostruire quello che è successo, a capire se c’è qualcuno che si diverte in questo modo rischiando di ammazzare le persone. Se quella pietra avesse colpito un punto più al centro, e non il bordo del vetro, non so come sarebbe andata. Se solo ci penso mi vengono i brividi». 
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