Tasse a Napoli, l'ingorgo di giugno: ​arriva la “stangata” Irpef per i redditi sopra i 15mila euro

Tasse a Napoli, l'ingorgo di giugno: arriva la “stangata” Irpef per i redditi sopra i 15mila euro
di Valerio Iuliano
Venerdì 3 Giugno 2022, 00:00 - Ultimo agg. 20:45
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Il mese di giugno si ripresenta con un calendario fiscale ricco di appuntamenti e la tanto auspicata semplificazione resta una chimera. Il numero di tasse, tributi e adempimenti di varia natura è perfino aumentato, rispetto agli anni scorsi. Per i contribuenti napoletani, già messi a dura prova dall’inflazione, sta per iniziare una lunga serie di versamenti e dichiarazioni. 

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate si contano addirittura 141 scadenze fiscali, per diverse tipologie di contribuenti.

I tradizionali versamenti all’Erario si combinano con quelli per i tributi locali, che presentano alcune importanti novità, con un significativo impatto sui cittadini, soprattutto per le addizionali Irpef. Le scadenze più rilevanti si trovano nella seconda metà del mese. È previsto per il 16 giugno il versamento dell’acconto Imu per il 2022. E per il 30 giugno è fissato il versamento della prima rata - o in un’unica soluzione - del saldo delle imposte relative al 2021 e del primo acconto per il 2022 per Irpef, addizionali regionali e comunali, Ires, Irap, cedolare secca. Sul fronte della fiscalità locale, i cambiamenti riguardano anzitutto le addizionali regionali Irpef. 

Negli anni scorsi, vigeva l’aliquota unica del 2,03%, uguale per tutti i contribuenti, a prescindere dal reddito imponibile. Dal 2022, invece, l’aliquota varia in funzione degli scaglioni di reddito. Le fasce sono quattro. Si va da un minimo dell’1,73% per i soggetti con redditi fino a 15mila euro all’aliquota del 2,96% per i redditi compresi tra 15mila e 28mila euro, fino al 3,20% per la fascia tra 28mila e 50mila euro. Nell’ultimo scaglione, per i redditi oltre i 50mila, scatterà l’aliquota massima del 3,33%. Solo per la prima fascia di contribuenti, dunque, ci sarà un risparmio. Per tutti gli altri, si profilano rincari, che potrebbero arrivare anche al 50 per cento in più, nel caso dei redditi più elevati. «In pratica, si determinerà - spiega Matteo De Lise, presidente nazionale Giovani Dottori Commercialisti - un incremento dell’addizionale regionale già dal secondo scaglione, ovvero al superamento della soglia di reddito di 15mila euro. Va segnalata, comunque, l’introduzione di detrazioni per i soggetti con reddito fino a 28.000 euro e con almeno due figli a carico o con figli con disabilità». 

Per l’acconto Imu, sono state abolite le agevolazioni legate alla pandemia, ma saranno riproposte le vecchie esenzioni, ad esempio quelle per gli immobili distrutti da calamità naturali. «La novità più significativa - aggiunge De Lise - riguarda il caso in cui i componenti di un nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale o in Comuni diversi. In questa circostanza il nucleo familiare può scegliere l’immobile in relazione al quale applicare le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze. Per quanto riguarda le imprese, una novità di rilievo attiene al caso dei fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, per i quali spetta l’esenzione Imu a decorrere dal primo gennaio 2022, purché permanga tale destinazione e l’immobile non sia locato». 

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Come se non bastasse, il 30 giugno si aggiungerà la scadenza per la presentazione dell’autodichiarazione relativa agli aiuti di Stato ricevuti dagli operatori economici durante l’emergenza Covid-19, oltre all’introduzione, a metà anno, della fattura elettronica per i forfettari. «È inaccettabile - sottolineano i Giovani Commercialisti - che vengano chiesti dati già in possesso dell’Agenzia delle Entrate e con una scadenza che coincide con il termine del periodo al quale si riferiscono i dati degli aiuti da riportare nel modello, ovvero quelli ottenuti dal 1° marzo 2020 al 30 giugno 2022. Riteniamo l’adempimento in palese violazione delle norme dello Statuto del Contribuente».  

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