Dove c'è il potere si addensano i crimini. E, visto che il potere oggi ha un volto digitale, non è un caso che i reati informatici siano cresciuti «del 138% nell'ultimo anno». Questo è uno dei dati emersi dall'importante seminario di ieri a Città della Scienza sulla minaccia hacker e sulla transizione digitale, in campo produttivo e sanitario, intitolato Transizione 4.0 Cybersecurity. All'incontro hanno preso parte nomi importanti: Bruno Frattasi, Direttore Generale dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Vincenzo Loia, rettore dell'Università di Salerno e Presidente della Fondazione Security and Rights in the CyberSpace, Alfredo De Santis, Ordinario di Informatica, Gabriele Faggioli, presidente Clusit e Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Data Protection del Politecnico di Milano, Claudio Mantovani, responsabile del Competence Center Enterprise di Fastweb, Massimo Bisogno, direttore dell'Ufficio Speciale per la crescita e la transizione digitale della Campania, Enrico Coscioni, presidente dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali e Nicola Latorre, direttore Generale dell'Agenzia Industrie Difesa.
Promuovere la sicurezza informatica nelle imprese, implementare la difesa contro i reati informatici.
Di particolare interesse la «rivoluzione epocale» che sta per arrivare in campo sanitario. Una transizione digitale che entro il 2026 porterà «circa 80mila over 65 in Campania a essere assistiti in telemedicina o attraverso telemedicina». A parlare è Coscioni, presidente di Agenas: «Abbiamo appena appaltato una piattaforma nazionale di medicina. Siamo il primo paese in Europa in cui ci saranno codifiche e un monitoraggio continuo per i flussi dei dati sanitari». Come cambierà la vita dei cittadini, con la transizione? «Sarà rivoluzionando l'assistenza territoriale con gli ospedali di comunità utilizzando i fondi del recovery plan - aggiunge Coscioni - Il fulcro di tutto saranno le centrali operative territoriali (numeri 116 e 117) cui bisognerà telefonare per le evenienze non urgenti. Questo cambierà il rapporto dei cittadini con i medici di base e con i pronto soccorso degli ospedali entro il 2026. La digitalizzazione consentirà a queste centrali operative di possedere il fascicolo sanitario elettronico della vita clinica di ogni paziente. Contiamo di alleggerire i pronto soccorso fino al 75%. Per farle un esempio concreto, il pronto soccorso del Cardarelli riceve 140mila persone in un anno. Solo il 25% di questi, però, viene ricoverato. A livello di fondi, ci sono 6 miliardi per centrali operative territoriali e ospedali di comunità. 1 miliardo per la telemedicina. Il 40% di questi fondi va al Mezzogiorno».