Terme di Agnano nel caos, chiuse fino a settembre

Terme di Agnano nel caos, chiuse fino a settembre
di Paolo Barbuto
Giovedì 28 Maggio 2020, 11:00
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«Io dal giorno in cui sono andata via non ce la faccio più a passare davanti a quei cancelli chiusi. Mi viene il magone», Daniela parla delle terme di Agnano con un affetto imprevedibile. Daniela è stata licenziata da poco, è in contatto con i suoi ex colleghi che sono in cassa integrazione e ci resteranno almeno fino a settembre perché il commissario delle terme ha già annunciato ufficialmente che si riaprirà in quella data. Quasi nessuno ci crede: «È una maniera per proseguire la lunga chiusura e arrivare a decretare la morte di questo luogo», sussurrano i dipendenti.

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Il reparto sanitario delle terme a dire la verità è chiuso dal 30 di dicembre. Arrivarono i Nas e chiesero di risistemare le strutture fatiscenti, iniziarono i lavori. Riapriremo a gennaio, dissero dalle terme; poi la data venne spostata a febbraio, infine a maggio. I lavori sono stati realizzati ma proprio quando era possibile la riapertura s'è presentata l'emergenza sanitaria, così la riapertura non c'è stata.

Ovviamente fino a settembre resterà chiusa solo la porzione di terme che fa capo al Comune di Napoli perché il parco Benessere, quello con le piscine, gestito da privati, sta sistemando le cose per riaprire nel più breve tempo possibile. Insomma è solo la parte termale ancora nelle mani di Palazzo San Giacomo che manterrà i cancelli chiusi. Proprio quella porzione di terme presso le quali si poteva accedere ai servizi sanitari, peraltro garantiti anche dalle Asl.
 

 

I motivi della chiusura a lunghissimo termine li spiega il direttore sanitario Bruno Abbruzzese che però chiede di separare le critiche per le strutture fatiscenti da quelle per la gestione medica delle terme che viene effettuata con passione da persone preparate che si battono in prima linea proprio per difendersi dal degrado. Il messaggio è condivisibile, però proprio chi sta dentro l'ingranaggio dovrebbe per primo denunciarne le storture, ma questi sono dettagli. L'importante, adesso, sono i motivi della chiusura: «Non riusciamo ancora a garantire il rispetto delle rigorose norme per evitare il contagio - spiega Abbruzzese - nei luoghi dove si viene a fare l'aerosol è impossibile evitare che la vaporizzazione non avvolga anche le altre persone, laddove ci sono le stufe bisognerebbe arieggiare i luoghi fra una persona e l'altra, così si perderebbe l'effetto del calore che è determinante».

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Le spiegazioni hanno una logica che, però, s'infrange con le possibilità di riapertura. Scusi Abbruzzese, ma a settembre cosa sarà cambiato rispetto ad oggi? E qui viene fuori una sfumatura che offre uno scenario diverso: «Il fatto è che durante l'estate c'è già un poderoso calo degli accessi. Se a quel calo aggiungiamo ulteriori riduzioni per mantenere il distanziamento, non possiamo andare avanti sul fronte economico. Magari a settembre con più accessi e maggiori precauzioni riusciamo a mantenere a galla meglio la struttura. Ma lei sa che solo per tenere in moto le terme paghiamo ottomila euro di corrente elettrica al mese?».

Poi arriva l'inconsapevole affondo nei confronti del Comune. Abbruzzese spiega che le altre terme d'Italia riescono ad andare avanti anche con numeri ridotti perché «hanno altri mezzi di sostentamento, offrono ristorazione, alloggi, possibilità di fare il bagno. Così diventa più facile far quadrare i conti anche durante l'emergenza virus». Ecco, le terme di Agnano, prima di essere ridotte a un cumulo di macerie, avevano il ristorante, l'albergo e pure le piscine per fare il bagno: tutto lì a portata di mano, tutto di proprietà del Comune. Solo che nessuno è stato capace di mettere a reddito quel bendiddio, così oggi l'albergo è distrutto, il ristorante devastato, le piscine nelle mani di un privato (fortunatamente, così non sono andate in rovina) e le stesse terme sono chiuse da dicembre e resteranno chiuse almeno fino a settembre.
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