Terra dei fuochi: qual è la correlazione tra smaltimento illegale di rifiuti speciali e tossici e l’incidenza e prevalenza di malattie genetiche nei nuovi nati? Per trovare una risposta a questa domanda è ai nastri di partenza un vasto progetto di sorveglianza sanitaria che discende dall’intesa siglata a febbraio scorso tra la Asl Napoli 3 Sud e il Ceinge di Napoli, struttura, quest’ultima, di riferimento regionale per la Biologia molecolare clinica e la genetica di laboratorio. A partire dal primo luglio, nei 37 comuni dell’Asl 3 Sud inseriti nel recinto di Terra dei fuochi, alle donne in gravidanza sarà offerto gratuitamente lo screening del Dna fetale con metodica non invasiva (Nipt). Un’indagine che viene effettuata con un semplice prelievo estraendo il materiale genetico del nascituro dal sangue circolante della mamma. Un controllo che sarà aggiunto agli altri di routine effettuati negli ambulatori ginecologici e delle unità operative materno-infantili durante i 9 mesi della gestazione.
La sorveglianza durerà due anni ed è condotta con criteri scientifici: «Mira a valutare nei nuovi nati iscritti all’anagrafe dei Comuni del nostro territorio e appartenenti a Terra dei fuochi - avverte Gaetano D’Onofrio, direttore sanitario aziendale della Asl 3 Sud - la prevalenza e la maggiore incidenza di anomalie cromosomiche rispetto alla media regionale e nazionale. I dati standardizzati saranno stratificati per un biennio e messi a confronto con le rilevazioni di anni precedenti, risalendo fino ai dati del 2009, quando è partito il Piano sanitario regionale su Terra dei fuochi». L’indicatore finale consentirà di ottenere un dato accurato sulle anomalie genetiche e andrà ad aggiungersi a quelli già noti, acquisiti dai registri tumori, relativi alla maggiore incidenza di malattie neoplastiche nelle zone compromesse dal punto di vista ambientale. «La Asl 3 Sud lo scorso anno ha ottenuto un premio dal ministero della Salute, quale miglior “percorso nascita” in Italia - ricorda D’Onofrio - e abbiamo perciò pensato di qualificare con questa ulteriore opportunità di sorveglianza l’efficienza degli screening che effettuiamo anche nell’ambito della diagnosi delle malattie rare». Lo screening del Dna fetale non invasivo segue le linee guida delle raccomandazioni del ministero della Salute emanate un anno fa, quando è stato proposto il suo inserimento nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) in considerazione non solo della sua appropriatezza e sicurezza ma anche in ragione della economicità della spesa. Il test è uno screening prenatale non invasivo con prestazioni significativamente migliori rispetto alle analisi biochimiche e alla translucenza nucale, che possono associarsi o meno ai test diagnostici invasivi, e riduce drasticamente il ricorso alle indagini diagnostiche invasive abbattendo dunque il numero degli aborti collegati a queste tecniche di prelievo dei tessuti fetali (amniocentesi). Al momento il test ha sensibilità e specificità adeguatamente validate per le trisomie dei cromosomi 13, 18 e 21.
L’accordo tra Asl Napoli 3 e Ceinge è poi esteso al monitoraggio e alla prevenzione delle neoplasie infantili oltre che alla identificazione delle alterazioni geniche del genotipo e del fenotipo di nascituri e bambini nei 37 comuni della Terra dei Fuochi. Lo strumento diagnostico permette di individuare le gravidanze ad alto rischio di anomalie cromosomiche. I risultati raccolti consentiranno, in un passaggio successivo, di verificare, attraverso un accurato studio scientifico, la reale incidenza di alterazioni geniche nelle aree a maggior rischio rispetto al resto della Campania.
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