Terra dei fuochi, da Napoli a Caserta
l'orrore delle discariche eterne

Terra dei fuochi, da Napoli a Caserta l'orrore delle discariche eterne
di Marco Di Caterino
Mercoledì 20 Luglio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 19:40
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La Terra dei Fuochi arde come non mai. E avvelena la vita di mezzo milione di persone. Da Giugliano a Caivano, da Orta di Atella fino a Villa Literno, su oltre quaranta comuni, ogni giorno, ogni notte, aleggiano nubi tossiche sprigionate da decine di roghi. Eppure i controlli delle forze dell'ordine da qualche anno si sono fatti stringenti. I carabinieri della compagnia di Giugliano, uno dei cosiddetti epicentri del fenomeno, in meno di 12 mesi hanno denunciato circa 160 persone per il reato di trasporto illecito di rifiuti, e arrestato in flagranza un contadino che insieme allo sfalcio stava bruciando copertoni, plastiche e guaine. Numeri di poco inferiori per i militari dalla ex tenenza, ora compagnia di Caivano, che hanno iscritto nel registro degli indagati circa 120 persone per traffico e trasporto di rifiuti, pericolosi e non. Senza contare i sequestri e le denunce della task force della Prefettura, che però effettua controlli mirati alle aziende e alla attività produttive potenzialmente inquinanti.

«Per la Procura di Napoli Nord - dice il procuratore Maria Antionetta Troncone - la Terra dei Fuochi non è più un'emergenza, ma un fenomeno sistematico, quindi ancora più grave.

Abbiamo molti procedimenti in atto che evidenziano uno stretto rapporto tra attività produttive illegali, non censite e sconosciute, che smaltiscono inerti, vernici, oli esausti, pneumatici, amianto e rifiuti elettronici in modo illegale, visto che lavorano in nero. Senza trascurare la presenza di campi Rom, la cui attività di recupero di metalli culmina con lo scarto di materiale potenzialmente riciclabile dato alle fiamme». Cosa manca, cosa è necessario fare, che ancora non si fa? «È ora di mettere in campo controlli sistematici di contesto, a più voci, in modo tale da individuare tutta la filiera illegale che ha come terminale i roghi tossici. Altrimenti non ne usciamo più», conclude. 

«Siamo in perfetta sintonia su questa nuova strategia», dice Enzo Tosti, attivista storico di Stop al Biocidio e ora anche vicesindaco di Orta di Atella. Ieri mattina, la dottoressa Troncone ha ricevuto un esposto firmato da trenta sindaci della Terra dei Fuochi, dalle associazioni e dal vescoso di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, sulla grave situazione ambientale dei comuni che ricadono sotto la competenza della sua Procura. «È stato - dice Tosti - un incontro proficuo, con il procuratore molto attento alle istanze di sindaci e associazioni, non più controparti ma finalmente compartecipi. Anche noi abbiamo sottolineato che da anni la Terra dei Fuochi non accoglie più rifiuti dal nord, ma è interessata da roghi in cui bruciano gli scarti di lavorazione di aziende piccole, completamente illegali, e di quelle più grandi che vogliono risparmiare sullo smaltimento legale. Bisogna farle uscire allo scoperto. E per fare questo non occorrono solo la magistratura e le forze dell'ordine, bisogna che intervenga lo Stato». 

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Intervenire. Un verbo che da queste parti ha il sapore della beffa. I Comuni non intervengono, a causa degli anemici bilanci. La Città Metropolitana nemmeno. Per gli stessi motivi. Un esempio scandaloso? Via Cantariello, la strada provinciale che partendo da Casoria arriva fino ad Afragola e conduce migliaia di automobilisti agli store Ikea e Leroy Merlin. Lì, per trecento metri lo spazio della carreggiata si è ridotto della metà, perché a destra e manca sono state depositate tonnellate di monnezza di ogni specie. Carogne di animali, bidoni di solvente, guaine, medicinali scaduti, onduline di amianto, vecchie batterie che riversano acido in quantità, pneumatici e persino la scocca di una Smart cannibalizzata. Un muro di rifiuti, che impedisce persino alle siepi di more selvatiche, che crescono dappertutto, di attecchire e svilupparsi. Un letto di rifiuti rinsecchiti, che circonda un campo Rom di baracche tirate su sotto l'ombra dei piloni, e che non aspetta altro che di essere bruciato. Una bomba ecologica con il ticchettio a fine corsa. I roghi accesi producono rifiuti speciali pericolosi, il cui costo di rimozione è stellare. Le fiamme fanno spazio. Ricomincia lo sversamento. Cresce la bomba ecologica. È questo l'infame ciclo della Terra dei Fuochi. 

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