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Terremoto a Ischia, il commissario Giovanni Legnini: «Corsia veloce per il condono, così rinasce Casamicciola»

di Paolo Mainiero
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 27 Marzo 2022, 09:00 - Ultimo agg. : 18:11
5 Minuti di Lettura

Una scossa lunga pochi secondi, un post terremoto che solo dopo cinque anni dal quel drammatico 21 agosto 2017 che colpì Casamicciola comincia a intravedere uno spiraglio. Giovanni Legnini, nuovo commissario per la ricostruzione, è intenzionato a recuperare il tempo perduto. Ieri, è stato nuovamente a Ischia, la terza volta da quando è stato nominato. «Con l'isola - dice - ho assunto, innanzitutto, l'impegno ad aprire uffici commissariali per stare anche fisicamente vicino ai sindaci e ai cittadini. È in corso un dialogo con l'Esercito per la disponibilità di alcuni locali».

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Il bilancio dei primi trenta giorni?
«Dopo una prima ricognizione dei problemi e diversi confronti con la Regione, i sindaci e i cittadini, ho un quadro sufficientemente chiaro. Le ragioni che hanno provocato i ritardi sono molteplici, alcune di carattere oggettivo. Ne ho parlato anche con il mio precedessore Carlo Schilardi, che ho ringraziato per il lavoro svolto. Le complessità maggiori sono note: innanzitutto quelle di natura urbanistica ed edilizia e, poi, altre legate ad un quadro normativo poco chiaro e contraddittorio».

Innanzitutto, c'è la questione degli abusi e della sanatoria.
«È proprio così. Le pratiche di condono edilizio rappresentano il maggiore impedimento per la definizione della complessa procedura che deve condurre all'apertura dei cantieri. Di fronte alla situazione di stallo l'obiettivo non può essere quello semplicemente di migliorare lo stato delle cose ma è necessario aprire un nuovo percorso, adottando ove possibile soluzioni di semplificazione nette. In questo senso abbiamo già ottenuto un primo risultato. Il Parlamento, nel decreto Milleproroghe, ha concesso al commissario più poteri, alcuni anche in deroga. Inoltre, è stata prevista una semplificazione della procedura relativa al piano urbanistico così come è stata rimossa la norma che non consentiva di ottenere il contributo per gli edifici danneggiati da demolire e ricostruire».

Gli edifici danneggiati sono 1.570. Ci saranno delle priorità?
«L'obiettivo che mi sono proposto e che ho condiviso con la Regione, i sindaci e la Sovrintendenza è di pervenire, entro breve tempo, ad una classificazione degli immobili danneggiati dal sisma in tre categorie: gli edifici per i quali possono partire gli interventi, progettando ed aprendo i cantieri senza che sia necessaria la pianificazione; quelli che richiedono invece la pianificazione, sulla quale la Regione è impegnata a procedere; infine quelli che all'esito del completamento delle indagini sui rischi idrogeologici, si deciderà di delocalizzare».

E per il nodo delle sanatorie?
«Abbiamo avviato un dialogo molto costruttivo con la Sovrintendenza con la quale venerdì scorso, insieme alla Regione, è stata condivisa l'opportunità di stipulare un protocollo di intesa per meglio definire le procedure per l'esame delle domande relative ai tre condoni edilizi. L'intento è di concentrare i procedimenti, di condono, urbanistico e di concessione del contributo, sottoponendoli ad un'unica conferenza dei servizi. Ci sarà, quindi, una collaborazione più stretta con la Sovrintendenza, anche supportandone l'attività sotto il profilo istruttorio».

I tempi?
«Conto di assumere le prime decisioni, che sono fondamentali, entro il mese di aprile, varando un'ordinanza di forte semplificazione delle procedure. Completata questa fase, toccherà poi ai professionisti elaborare i progetti».

I cantieri apriranno in tempi brevi?
«Innanzitutto occorre che le poche procedure pendenti siano definite al più presto dai soggetti istituzionali competenti, sulla base delle regole vigenti. Per l'immediato futuro, invece, dopo l'ordinanza di semplificazione, sarà in primo luogo necessario che vengano presentati i progetti, approvati i quali, occorreranno imprese disponibili a realizzarli. Sul punto c'è da tener conto delle difficoltà del settore dell'edilizia, tra 110% e altri Bonus, che hanno determinato un'esplosione dei prezzi e criticità nel reperire le materie prime. Speriamo che queste difficoltà, aggravate dagli effetti della guerra in corso, non rallentino le operazioni».

Tra gli immobili danneggiati, ci sono anche edifici pubblici, tra cui sette scuole. Sarà previsto lo stesso percorso?
«Con i Comuni abbiamo iniziato ieri a definire il quadro degli interventi pubblici, a partire da quelli che possono essere avviati in tempi brevi. Provvederemo anche ad un aggiornamento della stima dei danni che mi è sembrata insufficiente».

Le risorse ci sono?
«C'è, ad oggi, una disponibilità di oltre cento milioni, ma molte altre risorse saranno necessarie. Riguardo alla ricognizione dei fabbisogni ho già disposto una due diligence che dovrà anche evidenziare lo stato delle procedure pregresse, così da segnare un punto di ripartenza. Ancora, nelle prossime settimane incontrerò direttamente i cittadini in un'assemblea pubblica nel segno della trasparenza dei processi decisionali».

I Comuni saranno coinvolti?
«Il rapporto con i sindaci è pienamente collaborativo, così come lo è quello con la Regione che ha dato ampia disponibilità a fare la sua parte. Sul piano di ricostruzione, che compete a Palazzo santa Lucia, è stato già avviato il confronto, insieme definiremo tempi e modi per arrivare presto ad un risultato. Ma la vera novità, è che con l'ordinanza che emanerò, per una parte degli edifici la mancata redazione del piano non sarà più un ostacolo».

Alcuni edifici saranno delocalizzati?
«In base agli studi sul rischio sismico e idrogeologico, potremmo individuare aree e edifici per i quali potrebbe essere necessaria la delocalizzazione. Penso, comunque, che dovremmo orientarci verso la limitazione del consumo del suolo a favore del riutilizzo del patrimonio edilizio esistente». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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