Uno sciame sismico così consistente non si registrava da tempo. Da martedì sera fino alla mattinata di ieri, l’Osservatorio Vesuviano ha registrato ben 35 terremoti ai Campi Flegrei. Rispetto a sciami passati, abbiamo sempre magnitudo piuttosto basse, in questo caso comprese tra 0.4 e 1.8, così come la profondità è compresa sempre tra i 1-2 chilometri. Questa volta, però, a destare preoccupazione sono gli epicentri, quasi tutti concentrati nell’area degli Astroni, mentre in genere Solfatara e Pisciarelli sono le aree più vivaci. Gli abitanti dell’area flegrea, ormai avvezzi a controllare il sistema Gossip per la visualizzazione in tempo reale delle localizzazioni degli eventi sismici, si sono dunque allarmati notando che i puntini rossi relativi all’ultimo sciame fossero concentrati in una zona raramente sede di terremoti, ma dall’Osservatorio Vesuviano fanno sapere che non c’è nessuna anomalia e «gli eventi rientrano nella normale risposta di un sistema idrotermale attivo quali sono i Campi Flegrei», come spiega Roberto Isaia, responsabile dell’Unità Funzionale UF4 Monitoraggio Vulcanologico. Il vulcanologo, inoltre, sottolinea che «in letteratura è nota la presenza di tre corpi a bassa densità: uno sotto Pozzuoli, un altro nell’area fumarolica Solfatara-Pisciarelli mentre il terzo è proprio sotto Astroni. Quindi, sebbene sia meno attiva, non ci stupisce questo sciame proprio in quell’area».
Lo sciame sismico, iniziato alle 23.18 di martedì e terminato alle 7.21 di ieri, non ha provocato danni ed è stato avvertito da un esiguo numero di persone, in particolare gli abitanti nell’area di Cigliano, lungo il bordo Sud-Ovest del cratere degli Astroni, epicentro della maggior parte dei 35 eventi sismici. Non tanto per la bassa intensità, compresa tra magnitudo 0.4 e 1.8, ma piuttosto per la loro superficialità, compresa tra 0.9 e 2 chilometri. Due gli eventi principali nella sequenza sismica: il primo di magnitudo 1.8, delle 23.32 alla profondità di 1.3 chilometri, e il secondo di magnitudo 1.7, delle 23.38 a 1.4 chilometri. Osservando il sistema Gossip, dove sono presenti tutti gli eventi sismici degli ultimi due anni, è evidente la rara presenza di terremoti lungo quest’area, mentre la densità è fitta da Pozzuoli a Pisciarelli passando per la Solfatara. Una stranezza? No, secondo l’Osservatorio Vesuviano. «Gli eventi di magnitudo molto bassa e in questi casi è difficile rilevarne il meccanismo focale» spiega il vulcanologo Isaia. «Tuttavia è ipotizzabile che una faglia passante lungo quella direttrice sia stata infiltrata da fluidi, oppure sia un prolungamento o ramificazione di quelle della direttrice Pozzuoli-Pisciarelli. Tutto nella norma di un sistema idrotermale attivo, sia chiaro, che non muta lo stato di allerta gialla dell’area dei Campi Flegrei».
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A sostegno che lungo Cigliano-Astroni ci sia una struttura infiltrata da fluidi (in maniera nettamente inferiore a quella di Pisciarelli e Solfatara di cui vediamo gli effetti in superficie) c’è uno studio gravimetrico pubblicato nel giugno scorso su Journal of Geophysical Research da Young, Isaia e Gottsmann proprio sul sistema idrotermale dei Campi Flegrei dove «abbiamo individuato una piccola anomalia gravimetrica agli Astroni. Non c’è nulla da meravigliarsi, quindi, che anche qui ci possano essere sciami sismici» spiega Isaia. Secondo il lavoro, le anomalie gravimetriche indicherebbero «due serbatoi a bassa densità sotto i vulcani Astroni e Solfatara, che interpretiamo come serbatoi idrotermali poco profondi e ricchi di fluidi».
Ma come sta intanto l’area vulcanica tra le più pericolose al mondo? Dal 2005 è ripreso il sollevamento, dal dicembre 2012 è al livello di attenzione Giallo perché mutarono alcuni parametri.