Terremoto Irpinia 1980, l'urlo «Fate Presto» e la responsabilità oggi

Fate Presto: un urlo che scosse il mondo. Il 26 novembre del 1980, tre giorni dopo il terribile terremoto in Irpinia

Le manifestazioni per il quarantennale del terremoto dell'irpinia
Le manifestazioni per il quarantennale del terremoto dell'irpinia
di Rossella Liguori
Mercoledì 23 Novembre 2022, 14:57 - Ultimo agg. 24 Novembre, 09:30
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Fate Presto: un urlo che scosse il mondo. Il 26 novembre del 1980, tre giorni dopo il terribile terremoto in Irpinia, Il Mattino titolò Fate Presto e quel titolo è e resta un simbolo profondo. In due sole parole era condensato il senso profondo della tragedia, della necessità di salvare vite umane, intercettare respiri sotto le macerie, canalizzare aiuti.  Quando non vi era ancora una vera e propria macchina di Protezione Civile e l’ingranaggio dei soccorsi era lento, caotico, precario. 

Oggi le colonne del monitoraggio dei territori sono previsione e prevenzione. Due necessità per evitare tragedie e dover fare la conta dei morti. Lo dice Italo Giulivo, direttore generale dei lavori pubblici e Protezione civile della Regione Campania, e proprio rimandando a quel Fate Presto del Mattino sottolinea: «Oggi, in caso di emergenza malgestita, il titolo dovrebbe essere: Non abbiamo fatto prima». 

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E un ricordo del terremoto del 1980 arriva anche del vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola. «Il titolo del Mattino smosse le acque.

Perché non c’era il corpo di Protezione Civile». 

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