Terremoto Napoli oggi, il direttore dell’Osservatorio Vesuviano: «Scosse anche un centinaio di metri sotto le case»

«Gli eventi sono di bassa energia ma molto superficiali per cui sono amplificati»

Nuove scosse nei Campi flegrei
Nuove scosse nei Campi flegrei
di Armando De Martino
Giovedì 9 Marzo 2023, 18:10 - Ultimo agg. 10 Marzo, 07:11
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I Campi Flegrei tremano. Negli ultimi mesi le scosse di bradisismo sono in aumento e preoccupano la popolazione residente. Stanotte gli ultimi eventi di un certo rilievo che hanno svegliato i cittadini di Pozzuoli, Pianura e quartieri limitrofi. L’attenzione è massima e la situazione sismica è costantemente monitorata. Di seguito l’intervista al prof Mauro Antonio Di Vito direttore dell’Osservatorio Vesuviano autore di diverse ricerche sulla geologia dei Campi Flegrei e del Vesuvio. 

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Sarò subito diretto. Quanto preoccupano i Campi Flegrei?
«Sono un vulcano attivo con fenomeni bene avvertiti dalla popolazione.

I segnali che registriamo sono molto di più di quelli che si avvertono. Addirittura c’è un arretramento della  linea di costa che avviene con la velocità di quindici millimetri al mese. Le aree maggiormente interessate sono quelle del Rione Terra ed il lungomare di via Napoli».

Nell’ultima settimana si sono susseguiti diversi eventi avvertiti in maniera forte dai residenti. Questo vuol dire che c’è un progressivo aumento dell’attività sismica?
«Gli eventi sono di bassa energia ma molto superficiali per cui sono amplificati appunto dalla vicinanza e sono maggiormente avvertiti dalla popolazione. È una sismicità molto superficiale, alcuni fenomeni addirittura si verificano ad un centinaio di metri sotto le case. Questo genera sicuramente maggiore percezione».

Questa fase bradisismica può essere paragonata a quella avuta nel biennio 1982-84 che pure generò molte preoccupazioni allora?
«È sicuramente un fenomeno più lento. In quel periodo il suolo si alzò di un metro e ottanta in soli due anni. Questo è molto evidente a  Pozzuoli, infatti fu necessaria una seconda banchina per l’attracco delle navi appunto, per tale modifica del sottosuolo, è stato necessaria la costruzione di una seconda area di attracco».

Esistono dei parametri di allerta? I Campi Flegrei in quali rientrano?
«I Campi Flegrei sono ad un livello di attenzione secondo il piano preparato dalla Protezione Civile, di livello giallo. Questo funziona in tutte le parti del mondo con codice di tipo giallo, arancione o rosso. Siamo in costante sinergia con la Protezione Civile con cui ci confrontiamo. Il problema è far capire che siamo su di un vulcano con un’attività evidente. C’è un dato che fa capire quanto questo sistema sia energico».

Prego…
«Produce tremila tonnellate al giorno di anidride carbonica che è un dato molto prossimo ai vulcani a condotto aperto tipo Stromboli o  Etna. Dunque, parliamo di un vulcano che può produrre fenomeni diversi; ora c’è quello sismico ma è interessante sapere che sono molteplici i segnali che ci fornisce.  Il terremoto è un fatto naturale, il resto lo fa l’uomo. Noi dobbiamo attenzionare altro. Ad esempio stiamo molto attenti alla valutazione del patrimonio edilizio ed  eventuali fatiscenze. In tal caso persino un lieve evento sismico può creare danni. Il nostro parametro prioritario è la salvaguardia della vita umana».

Come si svolgono normalmente le giornate delle attività di monitoraggio?
«C’è la sorveglianza h24 tutti i giorni dell’anno. Due persone  fisse in sala monitoraggio che analizzano i segnali in tempo reale e ne danno comunicazione. Se il livello di soglia, nel caso di un sisma con magnitudo sopra 1.5,  si emette un comunicato immediato agli  organi di Protezione Civile.  In ogni caso, per ogni comunicazione di tale tipo, che sia  di giorno o di notte, viene avvertito il direttore».

Siete in contatto con le amministrazioni comunali delle zone interessate per definire un piano di emergenza?
«Noi per i Campi Flegrei emettiamo un bollettino settimanale e poi uno mensile con  una disamina più ampia Almeno una volta al mese partecipiamo a videoconferenze con gli organi della Protezione Civile a tutti i livelli. Tutti devono e possono contribuire alla mitigazione di quelli che possono essere gli effetti dei fenomeni che stanno accadendo».

Ritiene opportuno partire con una campagna di sensibilizzazione nelle scuole?
«Per quanto ci riguarda già da diversi anni abbiamo dato vita ad una campagna di sensibilizzazione con il programma “io non rischio”in cui  personalmente ho seguito la formazione di volontari. Abbiamo cominciato ad invitare le scuole  presso la nostra sede storica: l’Osservatorio di Ercolano ma crediamo che sia necessario creare azioni sinergiche con le istituzioni ed il territorio. La prima cosa è  la conoscenza. Le persone, i cittadini di queste aree devono essere consapevoli che vivono su un vulcano con queste caratteristiche ad elevate rischio. Il rischio è un prodotto delle nostre attività».

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