Lo sciame a bassa energia iniziato venerdì notte è terminato alle 10.36 di ieri. Solo 19 scosse in tutto stavolta, di cui una, la più forte, avvertita dalla popolazione per via della magnitudo di 2.5 e la profondità di 2,6 chilometri. Prosegue, come previsto dal protocollo per livello di allerta Giallo e monitoraggio al livello di Attenzione, il continuo flusso di dati e aggiornamenti tra l’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (Irea) del Cnr e Plinius - Centro Studi per l’ingegneria idrogeologica, vulcanica e sismica dell’Università di Napoli Federico II con il Dipartimento della Protezione Civile della Regione Campania.
Ma tutta l’attenzione ora è concentrata sull’esercitazione annunciata dal governatore Vincenzo De Luca, anche per meglio definire gli aggiornamenti al piano di emergenza annunciati dal ministro Nello Musumeci. A coordinare l’esercitazione saranno il Dipartimento della Protezione civile nazionale e Regione Campania, ma sulla data della prova di evacuazione c’è ancora da aspettare che sia terminato il documento di impianto. Tuttavia da Roma si sta cercando di organizzare le prove tra il 9 e il 15 ottobre, in coincidenza con la Settimana Nazionale della Protezione Civile, che vedrà già coinvolti migliaia i volontari. Da Palazzo Santa Lucia fanno sapere però che l’esercitazione «riguarderà solo un centinaio di persone» e che «non è stata ancora decisa né quale area, né la data», anche se ovviamente «si farà prima possibile».
L’esercitazione è lo strumento di prevenzione e di verifica dei piani di emergenza, e nel caso dei Campi Flegrei ha l’obiettivo di testare il modello di intervento e di aggiornare le conoscenze del territorio e l’adeguatezza delle risorse in funzione del rischio vulcanico. Ha inoltre lo scopo di preparare sia i soggetti interessati alla gestione delle emergenza, che la popolazione, affinché adotti i corretti comportamenti. La base iniziale sarà il modello usato per l’esercitazione ExeFlegrei eseguita nell’ottobre 2019, inserendo già alcune variazioni che emersero durante quell’esercitazione che vide coinvolti oltre 1.500 tra volontari e personale delle forze armate, di polizia e dei vigili del fuoco. A capo del Dpc stavolta ci sarà Fabrizio Curcio che saprà far tesoro dei report di quattro anni fa, apportando le modifiche che potranno rendere la risposta all’emergenza più efficace. In quella occasione furono evacuate 4mila persone in quattro giorni, circa 400 solo in una giornata (e questo è lo scenario più vicino a quello che si farà nelle prossime esercitazioni). I cittadini coinvolti provenivano principalmente dai comuni di Pozzuoli, Monte di Procida e Bacoli, seguiti da quelli di Marano, Giugliano, Quarto e dai quartieri di Bagnoli, Arenella e Vomero.
Il piano nazionale prevede l’evacuazione completa in 72 ore e il trasferimento dei cittadini nelle Regioni e Province autonome gemellate oppure in autonoma sistemazione. Con ExeFlegrei la popolazione che partecipò all’esercitazione fu accompagnata con i mezzi della Regione Campania dalle aree di attesa alle aree di incontro: da lì, in caso di vera emergenza, verrebbe trasferita con treni, traghetti e pullman verso le destinazioni previste. Nel 2019, fu simulata la partenza di 350 cittadini di Pozzuoli a bordo di Frecciarossa verso la Lombardia, gemellata con il Comune come da pianificazione.
Trattandosi di un’esercitazione nazionale, la programmazione e l’organizzazione compete al Dipartimento della Protezione Civile in accordo con la Regione Campania. Gli elementi fondamentali utili alla programmazione saranno contenuti nel documento di impianto dell’esercitazione con lo scenario di rischio vulcanico, condiviso con tutte le amministrazioni partecipanti, che individua, tra l’altro, l’ambito territoriale, il sistema di coordinamento, gli obiettivi e la strategia di intervento e le modalità di coinvolgimento della popolazione. «Stiamo lavorando con il Dipartimento della Protezione civile alla stesura del documento di impianto. Ci sono da inquadrare ancora alcuni dettagli come le figure da coinvolgere, i comuni, i percorsi e la modalità di svolgimento»: il direttore della Protezione civile della Regione Campania Italo Giulivo non entra nel dettaglio ma è chiaro che sarà questione di giorni prima dell’annuncio ufficiale. E annuncia: «Sperimenteremo IT-alert, il sistema di allarme pubblico».
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