Terza dose, fiale record a Napoli: «Così ci salviamo la vita»

Terza dose, fiale record a Napoli: «Così ci salviamo la vita»
di Melina Chiapparino
Giovedì 18 Novembre 2021, 10:59
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A Napoli, era partita sottotono e con numeri bassi ma, ieri, la campagna vaccinale delle terze dosi, ha registrato un boom di somministrazioni. Quasi la metà delle 3.043 punture eseguite, sono state dosi booster e l'incremento delle adesioni, è stato evidente anche nei distretti sanitari.

«Le terze dosi sono state somministrate per circa il 30% ad una platea inferiore ai 60 anni» ha spiegato Raffaele Iandolo, direttore del Distretto 27 Vomero Arenella dove, tra le 207 terze dosi inoculate sulle 270 complessive, sono stati vaccinati anche due centenari.

La convinzione di chi, allo scadere dei sei mesi, è corso a farsi la terza dose, nasce anche da esigenze pratiche, come hanno spiegato molti cittadini vaccinati ieri al Distretto 27 dell'Asl. «Continuare a mantenere la copertura anticorpale contro il Covid è l'unica strada per sentirmi più sicuro a lavoro» ha spiegato Gennaro Aiello, 63enne napoletano che lavora come custode in un parco privato e ritiene «necessaria la terza dose, per l'elevato numero di contatti» che, quotidianamente, lo espone al rischio di contagio.

La riconquista di una certa libertà per lavorare come per le questioni personali, dunque, va a braccetto con la terza dose anche per Livia Valentino che si è vaccinata «per continuare a viaggiare».

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«Ho i figli lontani e per raggiungerli viaggio spesso - racconta la 63enne - ultimamente, tornando dalla Germania, ho notato che lì non c'era nessun tipo di controllo, neanche sul green pass e ho deciso di proteggermi ancora di più per non rinunciare a spostarmi». Ma non bisogna oltrepassare i confini nazionali, per incappare in situazioni a rischio come ha fatto notare Vincenzo Vitiello, avvocato civilista.

«Pochi giorni fa mi sono recato a un'udienza in tribunale dove c'erano più di venti avvocati e condizioni che non garantivano la sicurezza e la distanza sociale per tutti» ha raccontato il 69enne napoletano che dopo quell'episodio, non ha avuto più dubbi sulla dose booster. La scelta della terza dose, in ogni caso, non esula da dubbi o tentennamenti che però vengono puntualmente superati dal «timore dell'ospedalizzazione e di contrarre il virus in forma grave» come ha raccontato Anna Maria Chiaramonte, 81enne napoletana che non intende più «rinunciare a riabbracciare figli e nipoti».

«Proteggerci affinché non venga diluita l'azione delle prime di dosi, significa anche proteggere tutta la collettività e contribuire insieme a uscire da questa pandemia il prima possibile» ha aggiunto Maria Canfora che non ha nascosto qualche perplessità. «Mi sono vaccinata con la doppia dose di Astrazeneca e quando il siero è stato ritirato dal mercato, con i vari problemi che sono emersi, ho pensato che non avrei più fatto nessun vaccino anti Covid» ha raccontato la 59enne, insegnante alle scuole superiori. «Sono rimasta scossa dalla morte per Covid di un mio amico medico» ha aggiunto la prof che con il passare del tempo, ha riconquistato «fiducia nei vaccini che si sono dimostrati efficaci». «Non ha senso essere vaccinati con due dosi senza continuare a proteggersi e laddove ce ne fosse bisogno, sarà opportuno continuare a farlo» ha concluso Enzo Bruno, 62enne napoletano che ha sottolineato come «il senso civico dovrebbe far aderire tutti alla campagna anti Covid».
 

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