Topo in bagno: scatta la protesta nelle case popolari

Topo in bagno: scatta la protesta nelle case popolari
di Fiorangela d’Amora
Lunedì 23 Settembre 2019, 19:51
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Un topo vivo in bagno, i lavori e la scoperta che l’abitazione dove risiedono andrebbe ricostruita del tutto. Succede in una casa di proprietà dell’Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari) in via Cosenza a Castellammare. Valentina assieme al marito, due figli e i genitori vive da dieci anni in una condizione di precarietà per umidità, infiltrazioni e occupazioni abusive dei vicini. Storie di ordinario degrado per le case popolari spesso lasciate a loro destino, se non fosse che dopo l’ennesima sorpresa Antonella ha scoperto che quell’abitazione di cento metri quadri circa non ha fondamenta. È bastato che arrivasse un idraulico in casa per alzare il Wc da terra per scoprire che non si trattava di una semplice riparazione ma di un intervento imponente. Tutto nasce quando il marito della donna intravede nella tazza del bagno una lunga coda nera, un topo (tra l‘altro vivo) aveva fatto capolino nel loro bagno. Allo choc per la spiacevole visita si è poi aggiunta la sentenza della ditta chiamata per intervenire. «Saldare il bagno non basta, in questa casa mancano le fondamenta, vivete sul terreno».

Una valutazione tecnica che la mamma di due giovani ha riportato presso gli uffici dell’Iacp, ma la risposta non era quella che avrebbe voluto sentire. «Mi hanno detto che manderanno qualcuno per una derattizzazione – spiega Valentina – ma la questione è molto più preoccupante. Da dieci anni, quando mi sono unita ai miei genitori perché non più autosufficienti, abbiamo realizzato tanti piccoli interventi per rendere la casa vivibile, ma ora si tratterebbe di rifare tutto e l’Istituto non ci viene incontro». Agli uffici dell’Iacp infatti hanno risposto ad Antonella che più di quanto annunciato non si può fare, nonostante vi sia l’interesse della famiglia per acquistare l’immobile.

«C'è già una causa in corso da più di 10 anni, - afferma l’inquilina -  perché vogliamo che questi lavori straordinari, che prima riguardavano infiltrazioni e umidità, vengano fatti dall'IACP, oppure vogliamo acquistare ad un prezzo ragionevole e fare noi i lavori». Non è tutto perché gli impianti ormai vecchi stanno cedendo e pochi mesi fa a seguito di un corto circuito la famiglia D’Auria ha dovuto rifare l’impianto elettrico daccapo. Nonostante tutto resta l’intenzione di voler acquistare quella casa che il papà di Valentina non vuole lasciare per la quale in verità paga anche un fitto piuttosto alto considerati i prezzi delle altre abitazioni dell’Iacp. Circa 400 euro al mese che comprenderebbe anche uno spazio esterno che invece viene occupato abusivamente da altri. «Papà è ammalato, - conclude la donna – usufruisce della legge 104 e quando gli accenno di trovare un’altra sistemazione non ve vuol sentir parlare. Ama questo posto e noi faremo di tutto per rendere la sua casa vivibile».
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