Tiziana Cantone, l'ultimo giallo è la scomparsa della collanina: «Non se ne separava mai»

Tiziana Cantone, l'ultimo giallo è la scomparsa della collanina: «Non se ne separava mai»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 16 Dicembre 2020, 12:31 - Ultimo agg. 13:00
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Un retroscena inedito, un particolare apparentemente insignificante, che contribuisce però ad arricchire di strane suggestioni la morte di Tiziana Cantone. È il caso della scomparsa di una collanina della giovane donna di Mugnano, un oggetto non rilevante sotto il profilo economico, che non è stato mai più ritrovato. Tiziana lo portava sempre con sé, per lei era un oggetto irrinunciabile sin da bambina: un ciondolo in oro, con delle tinte rosse, che raffigurava Gesù Cristo. Un oggetto mai più rinvenuto, stranamente scomparso, come appare evidente anche dalle prime foto che sono state scattate dai soccorritori, con il corpo riverso sotto la panchetta da fitness in casa. Non c'era al collo della 31enne morta suicida a settembre del 2016, diventata simbolo della lotta contro ogni forma di revenge porn, di vendetta a base di immagini postate su siti e circuiti social. È un altro particolare offerto nel corso delle indagini difensive condotte dal penalista Salvatore Pettirossi, avvocato che assiste Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone. Decisa ad andare fino in fondo, di fronte a una giustizia che - stando alla cronaca di questi anni - fa fatica a mettere un punto fermo sui responsabili della diffusione dei video intimi di Tiziana.  

Ma proviamo a fare chiarezza sul nuovo retroscena legato alla morte di Tiziana Cantone. È uno degli aspetti che viene offerto dai difensori della Giglio alla Procura di Napoli nord, che sta indagando su un nuovo filone investigativo legato a Tiziana Cantone.

Lo abbiamo raccontato sulle colonne di questo giornale, a proposito della decisione del pm Giovanni Corona, magistrato di punta dell'ufficio inquirente guidato dal procuratore Francesco Greco, di aprire un fascicolo sul caso della 31enne sucida: indagine contro ignoti, ipotesi frode processuale. Un versante legato alle indagini difensive, che fanno leva sul lavoro degli analisti della Emme Team, secondo i quli il cellulare e il computer di Tiziana Cantone sarebbero stati «svuotati», «ripuliti», al punto tale da risultare completamente inservibili. Ricordate il caso? Alcuni video intimi della donna erano stati postati in una chat dedicata a pochi iscritti. Poi vennero resi pubblici, anche se non è ancora chiaro da parte di chi. Sono stati in questi anni assolti i destinatari della corrispondenza privata, mentre da qualche anno è in corso un procedimento a carico di Sergio Di Palo, fidanzato di Tiziana: difeso dal penalista Bruno Larosa, Di Palo è accusato di simulazione di reato, calunnia e accesso abusivo a sistema informatico per aver provato - è la tesi del pm Valeria Sico - ad incolpare gli uomini della chat come responsabili della diffusione dei video. Ma i punti da chiarire, pista informatica a parte sono tanti.

In questi giorni, la difesa di Maria Teresa Giglio ha ottenuto il dissequestro del foulard con cui Tiziana si è tolta la vita. È stato affidato a uno specialista in campo biologico, nel tentativo di enucleare eventuali tracce organiche in grado di aggiungere qualcosa in più alla morte della giovane donna. Suggestioni a parte, va ricordato che non venne effettuata l'autopsia sul corpo di Tiziana e che ci sono altri punti degni - secondo i difensori - di essere approfonditi: come la ferita sul collo che non sarebbe compatibile con la pashmina trovata addosso a Tiziana; come un buco da ago nella parte interna del braccio, come la notizia di intubamento riferita dal personale del 118, anche se poco chiara ai consulenti di parte. Poi c'è un ultimo punto su cui si chiede una verifica, che ruota attorno a una domanda destinata a rimanere nel vuoto: che fine ha fatto la collanina che ha accompagnato per anni la vita della bella ragazza di Mugnano?

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