Campania. Sul lungomare
un nuovo parco: è abusivo | Foto

Campania. Sul lungomare un nuovo parco: è abusivo | Foto
di Tonia Limatola
Martedì 13 Dicembre 2016, 13:37
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Giugliano. Ancora mattone selvaggio sul litorale, sequestrato il cantiere di un mega-condominio abusivo. Credevano evidentemente di poter sfuggire ai controlli, ma ai vigili è bastato seguire dei grossi mezzi in movimento tra via Madonna del Pantano e via Nullo, a Licola, per ritrovarsi davanti a uno scavo di 800 metri quadrati. Era praticamente questione di ore e in quell'area sarebbero state gettate le fondamenta in cemento per realizzare dieci distinte costruzioni, immobili che sarebbero sorti come funghi in mezzo alla vegetazione, senza nessuna autorizzazione. L'area e i mezzi sono stati posti sotto sequestro e sono tuttora in corso accertamenti. Gli abusi edilizi non sono una novità per il litorale di Giugliano, ma stupisce la consistenza dell'abuso. In seguito all'inchiesta mattone selvaggio della Procura di Napoli - che nel 2008 portò all'arresto di 38 persone, di cui 23 vigili - furono scoperti interi rioni fantasma. All'epoca si calcolò che da metà degli anni novanta fossero stati realizzati 36 mila vani abusivi. Nel frattempo, la serie di abbattimenti disposta dai magistrati e il potenziamento dei controlli sul territorio sembrava aver scoraggiato la grossa speculazione edilizia. Ieri, invece, l'amara sorpresa.



«Stupisce che ci siano avventurieri ancora disposti a rischiare con costruzioni abusive», spiega l'assessore alla Legalità Adolfo Grauso: «Ormai i controlli della Municipale sono costanti su tutto il territorio. Non tollereremo nuovi assalti degli speculatori». Il mega sequestro non stupisce nemmeno gli attivisti che ogni anno presentano dati sconfortanti sul mattone selvaggio. «Sembra di essere ritornati indietro nel tempo - dice Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania -. Davanti a un'attività così spregiudicata, si ha la sensazione che la si possa fare franca. Per fortuna, il sequestro dimostra che non è così perché l'attenzione sui territori è molto più alta di un tempo».

I dati sul fenomeno della speculazione non confortano, però. A sentire Legambiente nemmeno la crisi generale del settore edilizio abbatte i numeri delle illegalità. Se infatti l'Istat calcola una contrazione generalizzata del mercato legale pari a circa il 60 per cento, secondo le stime del Cresme Consulting l'abusivismo edilizio continua a ritagliarsi una quota pari al 30 per cento di questo. «In Campania l'intreccio tra camorra e politica è un impasto di cemento. Licenze edilizie fantasma, ordinanze di demolizione nascoste nei cassetti, piani regolatori e appalti truccati, abusivismo. Un assegno in bianco da mettere nella cassaforte dei clan e una manna per i colletti bianchi del mattone», scrivono in una nota gli attivisti giallo verdi sulla situazione campana.

La vicenda cittadina si nutre anche dello scandalo, scoppiato nel 2011, delle pratiche scomparse e falsificate nell'Ufficio tecnico comunale. Senza contare i furti sospetti. D'altra parte la relazione dello scioglimento per camorra del Consiglio nel 2013 raccontava proprio di trent'anni di illegalità nel settore dell'edilizia, oltre che dei rifiuti. La città, poi, conta oltre duemila ordinanze di sgombero e demolizione ancora da eseguire. Qui, infatti, le ruspe hanno agito a singhiozzo, trovando ostacolo nelle richieste di sospensive al Tar e nelle proteste del Comitato antiabbattimenti. Ma ancora prima di questa vicenda, le ordinanze di abbattimento non eseguite erano più di 800. Un'emergenza quella della casa che conta anche oltre diecimila pratiche di condono edilizio in giacenza, che il Comune sta smaltendo anche con la raccolta delle autocertificazioni. A breve ne dovrebbero essere concesse 500. Una tradizione, quella di costruire fuorilegge o truccando le carte, che non rallenta nemmeno con la forte crisi dell'edilizia di questi anni. La ragione? «Perché se è vero che anche il mattone selvaggio ha subito una lieve flessione, tirare su una casa senza regole costa sempre molto meno che farlo nella legalità», insistono gli ambientalisti.