Feste e social, gli «allegri» domiciliari del figlio di Tony Colombo e Tina Rispoli

Feste e social, gli «allegri» domiciliari del figlio di Tony Colombo e Tina Rispoli
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 17 Novembre 2019, 23:30 - Ultimo agg. 19 Novembre, 06:43
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A firmare la denuncia è il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli: «Crescenzo Marino, figlio di Tina Rispoli (oggi moglie del cantante neomelodico Tony Colombo, ndr) e del defunto boss del clan degli Scissionisti, Gaetano, pur trovandosi in regime di arresti domiciliari continuerebbe a godere di privilegi non dovuti: incontra persone estranee alla cerchia familiare e utilizza i social, sui quali posta anche foto di incontri e feste. Praticamente continua a svolgere un’esistenza normale, come se nulla fosse accaduto».
 

 

Premessa d’obbligo: Borrelli - e questa è la notizia - annuncia di volersi rivolgere alla magistratura per «verificare se il giovane resosi responsabile di una violenta aggressione ai danni di un coetaneo (gli staccò a morsi parte di un orecchio, vicenda che gli è costata una condanna a quattro anni e quattro mesi di reclusione, ndr) stia godendo di un permesso di natura giudiziaria che gli consenta sia di incontrare estranei, ma anche di pubblicare post sui social.

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«Invieremo gli atti (corredati da foto) alla magistratura per verifiche - dichiara al “Mattino” Borrelli - Se avessimo conferme che il soggetto ha anche il permesso di utilizzare i social sarebbe gravissimo. Questo ragazzo è stato condannato per aver aggredito un 21enne strappandogli un orecchio. Come segnalatoci da alcuni cittadini da inizio ottobre, nonostante gli arresti in casa Marino continuerebbe ad utilizzare i suoi canali social e a ricevere visite da persone che non risultano domiciliate presso la sua casa. Vogliamo vederci chiaro: non è possibile che un detenuto agli arresti domiciliari continui a condurre la sua vita normalmente, come se nulla fosse accaduto. Ci auguriamo che un personaggio del genere non abbia avuto l’autorizzazione a vedere ogni tipo di persona e ad utilizzare i social: altrimenti sarebbe davvero assurdo». Anche perché - sono sempre parole di Borrelli - «in passato ha continuato a lanciare messaggi che inneggiavano alla camorra, e la storia della sua famiglia è ben nota. Abbiamo deciso di segnalare tutto il materiale alla magistratura affinché vengano effettuate le dovute verifiche del caso. Se fossero verificati gli illeciti ci troveremmo davanti ad una situazione di una gravità assoluta».
 

«Una polemica che non ha motivo di essere»: a rispondere a stretto giro al consigliere regionale è lo stesso difensore di Crescenzo Marino, l’avvocato Luigi Senese. «Sarebbe bastato prendere visione del provvedimento adottato nel settembre scorso dal giudice per le indagini preliminari per comprendere le ragioni che lo hanno indotto ad accogliere per il ragazzo la nostra richiesta di trasformare la misura cautelare in carcere con quella dei domiciliari».

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In effetti al termine dell’udienza camerale tenutasi il 20 settembre lo stesso gip accoglie la misura meno afflittiva tenendo conto di alcune valutazioni. «Alla luce del tempo trascorso dall’inizio di esecuzione della misura in carcere - si legge nel dispositivo - dell’ammissione degli addebiti, della riparazione del danno e alla luce della eccezionalità della spinta a delinquere (vagamente collegata a motivi di gelosia) si può affermare che il pericolo di reiterazione del reato sia oggi attenuato. (...) E si ritiene, tenuto conto che il Marino - che era incensurato - ha deciso di scontare i domiciliari a Roma, tenuto conto della distanza tra il luogo degli arresti domiciliari con quello in cui è stato commesso il reato di non dover applicare il divieto di cui al secondo comma dell’articolo 284 del codice di procedura penale (che così, testualmente, recita: «Quando è necessario, il giudice impone limiti o divieti alla facoltà dell’imputato di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano o che lo assistono», ndr).

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