Femminicidio a Torre Annunziata, prof in pensione uccide la badante della sorella: ​«Non la curava bene»

Femminicidio a Torre Annunziata, prof in pensione uccide la badante della sorella: «Non la curava bene»
di Dario Sautto
Mercoledì 15 Dicembre 2021, 23:00 - Ultimo agg. 16 Dicembre, 21:34
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L’ennesima lite perché «non si occupava bene di mia sorella, non le prestava le giuste cure». Per questo motivo avrebbe impugnato la pistola che deteneva regolarmente in casa e premuto due volte il grilletto, uccidendo la badante. Da ieri sera è in carcere, accusato di omicidio, Pellegrino Reibaldi, 81 anni, professore di matematica in pensione, molto noto in città perché insegnante, al liceo classico Benedetto Croce, di diverse generazioni di professionisti oplontini. Motivi futili e astio immotivato avrebbero mosso l’assurda azione nei confronti di Maria Baran, 67enne badante ucraina, da anni stabilmente in Italia per lavoro, tant’è che le due figlie vivono a Napoli. Molto attiva nel gruppo di connazionali che affollano l’hinterland vesuviano, la donna aveva accudito altri anziani in diverse famiglie di Torre Annunziata, dove era stata molto apprezzata per il suo lavoro. 

Il delitto è avvenuto poco dopo pranzo, qualche minuto prima delle 14, nell’appartamento di via Gambardella, zona residenziale della città, in cui Reibaldi vive con la sorella 83enne. In casa era presente anche l’altro fratello. La discussione si sarebbe subito animata: all’improvviso l’81enne ha impugnato la pistola (detiene un porto d’armi per uso sportivo) e ha fatto fuoco contro Maria, uccidendola sul colpo. Pochi istanti di lucida follia, durante i quali il pensionato ha scaricato la sua rabbia nei confronti della badante, probabilmente dopo aver covato per giorni del risentimento. Alcuni vicini di casa hanno sentito le urla e poi gli spari, così hanno immediatamente chiamato il 112. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della sezione operativa e radiomobile della compagnia di Torre Annunziata, che hanno chiuso al traffico la strada e fatto irruzione nell’appartamento. Reibaldi ha subito consegnato la pistola ai carabinieri e mostrato loro il cadavere della 67enne. Non ha opposto resistenza, dopo aver sfogato l’assurda rabbia omicida nei confronti della donna che accudiva sua sorella. Già in quelle fasi ha spiegato le sue «ragioni» agli investigatori. Sul luogo dell’omicidio ha effettuato subito un sopralluogo il pm di turno Andreana Ambrosino, che ha coordinato fin dalle prime fasi le indagini per la Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso). 

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Dopo un primo esame esterno da parte del medico legale, la salma della vittima è ora a disposizione degli inquirenti e nei prossimi giorni la Procura disporrà l’autopsia. Dopo un paio d’ore, Reibaldi si è vestito, ha indossato un cappello ed è stato portato in caserma dai carabinieri per l’interrogatorio. All’uscita dal palazzo al civico 96 di via Gambardella alcuni residenti della zona lo hanno insultato: «Vergognati, non ti perdoneremo mai» gli hanno urlato.

Per alcune ore è stato sotto torchio ed ha risposto alle domande del pubblico ministero, praticamente confessando il delitto e confermando la sua tesi: l’81enne sosteneva che la badante non curasse bene la sorella. E, al culmine dell’ennesima discussione, stavolta avvenuta anche alla presenza dell’altro fratello, ha deciso di fare fuoco. Un movente che potrebbe celare anche altro, anche se alcuni conoscenti hanno confermato i rapporti sempre tesi con le varie badanti che si erano alternate negli ultimi mesi accanto all’anziana sorella di Reibaldi, tutte andate via dopo aver discusso con l’81enne ex professore di matematica dal forte accento pugliese. 

 

Al termine del lungo interrogatorio, il pm ha disposto il trasferimento in carcere per Pellegrino Reibaldi, in attesa della convalida dell’arresto eseguito in flagranza di reato dai carabinieri oplontini. Solitamente non viene disposta la detenzione in carcere per persone over 70, ma in questo caso sono state valutate le particolari esigenze dettate anche dalla gravità dell’episodio. Un omicidio che ha sconvolto l’intera città e in particolare il quartiere nord di Torre Annunziata, dove anche Maria era molto conosciuta. «Lei era una brava donna, molto attenta nella cura degli anziani. È assurdo quanto accaduto» dice una vicina. Ovviamente nessuno avrebbe mai immaginato che quell’uomo tanto colto e preciso potesse detenere in casa un’arma e, soprattutto, potesse essere capace di uccidere una persona.
 

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