Torre Annunziata, estratti anche i corpi dei due ragazzini. La disperazione della nonna: «Ridatemi i miei angeli»

Torre Annunziata, estratti anche i corpi dei due ragazzini. La disperazione della nonna: «Ridatemi i miei angeli»
di Rosa Palomba
Sabato 8 Luglio 2017, 09:07
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Inviato a Torre Annunziata

L'ultimo corpicino, quello del piccolo Salvatore, è stato estratto poco prima delle 9, dopo una notte di scavi e ricerche sotto la luce dei fari e la polvere che soffoca. Il vociare, il rumore dei generatori di corrente sui mezzi di soccorso, il pianto. «I miei nipoti dove sono», sembra in trance la nonna di Francesca e Salvatore Guida. Non piange, sviene. Qualcuno la prende in braccio per portarla in auto e correre al pronto soccorso del vicino ospedale di Boscotrecase. 
 

 

I suoi nipotini di otto e quattordici .anni. I bambini con il mare dentro. Nati qui, a un passo dalla spiaggia nera del Vesuvio e da questo mare sorprendentemente blu e luccicante. Tra Napoli e Sorrento; spettacolo beffardo nella rovente atmosfera di morte e dolore. Ieri mattina dovevano andare proprio al mare i suoi bambini «belli e sani», liberi da scuola e compiti a casa. Adesso vigili del fuoco, poliziotti, carabinieri, finanzieri e volontari della protezione civile li cercano disperatamente, e cercano anche Anna Duccio e Pasquale Guida, i loro genitori. 
 

Dall'altra parte dello stabile, su un muretto è seduto Salvatore. Anziano ed esperto pescatore. Quel mare che «non gli ha mai dato tanto» ieri gli ha salvato la vita. Come sempre è uscito di casa prima di quest'alba di crolli e sciagura. Era in acque alte quando un'ala del palazzo è venuta già portando con sé anche parte della sua casa. «Ma in camera da letto - dice ai carabinieri - c'è il mio portafogli, dei vestiti e anche un pacchetto di sigarette». Arriva la figlia, sale in quello spezzone di abitazione e prende le cose necessarie per portare il padre a vivere da lei. Accanto a Salvatore c'è la sua Peggy, il cagnolino che i soccorritori hanno trovato sotto il letto. Trema ed è ferita al collo. «Ero in un'insenatura - dice l'anziano - per questo sono vivo». 
 
 

«Questo palazzo subisce picconate e pressioni di martelli pneumatici da sei mesi. Quello che è accaduto forse era prevedibile». Prevedibile? «Nei giorni scorsi - raccontano adesso gli ex abitanti della palazzina sventrata - abbiamo notato delle crepe nelle pareti». Qualcuno ci ha infilato dentro un coltello per vedere quanto erano profonde. E qualche centimetro della lama è rimasto fra i mattoni. Ma nessuno ha allertato nessuno. 

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