Torre Annunziata. Droga: la Cassazione annulla la condanna al boss della casa di Gomorra

Torre Annunziata. Droga: la Cassazione annulla la condanna al boss della casa di Gomorra
di Dario Sautto
Martedì 10 Aprile 2018, 22:03
2 Minuti di Lettura
Torre Annunziata. Processo «Mano nera»: la Cassazione conferma le condanne per tutti, ma ordina il nuovo giudizio d'Appello per il boss della casa di Gomorra. Una sola grande sorpresa viene fuori dalla Suprema Corte, che ha vagliato i ricorsi contro le pesanti condanne arrivate nei primi gradi di giudizio. A processo, con le accuse di associazione di tipo mafioso e traffico di droga, c'erano una cinquantina di affiliati ai clan Gallo-Cavalieri e Gionta di Torre Annunziata.

Sui cinque secoli di carcere inflitti in totale ai vari imputati non ci sono stati sconvolgimenti. Però, il boss Francesco Gallo, il 42enne conosciuto con il soprannome di «Francuccio ‘o pisiello» (difeso dall'avvocato Sergio Cola) ha ottenuto l'annullamento con rinvio della condanna a 20 anni di reclusione inflitta in primo grado e confermata in secondo. Per lui ci sarà un nuovo processo d'Appello, dinanzi ad una nuova Corte. Il capoclan dei «pisielli» del Parco Penniniello era diventato noto per aver concesso in locazione la sua lussuosa e kitsch abitazione alla Cattleya, la casa cinematografica che ha prodotto Gomorra ambientando proprio nella villa bunkerata di Torre Annunziata la casa del boss Pietro Savastano della fiction. Proprio il blitz «Mano nera» del 4 aprile 2013 complicò le riprese, perché la casa finì inizialmente sotto sequestro. Il boss dal carcere pretese il pagamento in contanti dell'affitto e, insieme ai genitori, è stato condannato per estorsione aggravata.

Suo fratello Pasquale Gallo (avvocato Ciro Ottobre) invece ha ottenuto uno sconto della pena, da 20 anni a 17 anni e 8 mesi di reclusione. Un altro parente, Enrico Gallo, invece sarà di nuovo alla sbarra insieme al boss Francesco. Per tutti gli altri – tra cui il boss Francesco Gallo «Ciccio 'o cavaliere», i suoi uomini fidati Nicola Guida e Giovanni Colonia, e il potente narcos Vincenzo Scarpa «caramella» – le condanne diventano definitive.
© RIPRODUZIONE RISERVATA