Revoca del passaggio pedonale, immediata chiusura del portone di accesso secondario a villa Parnaso dal corso Umberto I, il pagamento delle indennità pregresse: sono i punti al centro della polemica tra l'amministrazione di condominio dell'ex parco Cristo Re, il comune di Torre Annunziata e la Città metropolitana proprietaria dell'area interna. Lo scontro oggi finisce in tribunale.
A nulla sono valsi nel corso degli anni, incontri, tentativi di mediazione, avvisi e proposte di accordo. I continui richiami dei condomini (una quindicina) di quello spicchio di spazio compreso tra l'androne e il cancello di ingresso di Villa Parnaso, sono sempre caduti nel vuoto. Sin da quando la Città metropolitana ha ceduto l'area interna ad uso gratuito al Comune di Torre Annunziata, e il portone è stato aperto al pubblico per consentire il passaggio pedonale attraverso il secondo accesso. Il tutto senza tenere conto però della terza parte: il condominio.
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È dal marzo del 2017 che negli otto appartamenti che affacciano dall'interno di Villa Parnaso, è di fatto terminata la tranquillità. Condizioni igienico-sanitarie carenti anche per la presenza di escrementi di animali, schiamazzi in qualsiasi ora della giornata, passaggio pedonale incontrollato a causa per l'assenza di un orario di accesso alla stessa villa. Finanche la rottura di specchietti delle auto parcheggiate nel cortile. Sicurezza e decoro che nel corso degli anni sono andati a farsi benedire. Insomma, l'esatto contrario di quello che era previsto nell'accordo tra lo stesso condominio e la precedente amministrazione guidata dal sindaco Giosuè Starita. Accordo che prevedeva una indennità di passaggio, un afflusso disciplinato da una tabella di orario definito, e la sicurezza garantita dalla presenza di custodi o di agenti di polizia municipale. «Abbiamo provato di tutto per arrivare ad un accordo attacca l'amministratore del condominio Stefano Iannitti ma i nostri continui appelli, le proposte di mediazione sono caduti nel vuoto.
Il condominio ricorda che a un incontro del giugno scorso si presentò solo la città metropolitana che paventò una possibile revoca del comodato d'uso al comune. Poi più nulla. «Uno scaricabarile. Non volevamo aggiunge Iannitti - la chiusura, chiedevamo solo un protocollo sulla sicurezza e sul decoro dell'area. La situazione è diventata ingestibile. La nostra pazienza è terminata». Aggiungono Giovanni Alfieri e Ippolito Matrone, i legali che stanno seguendo la vertenza. «C'è stata tutta la buona volontà dicono per arrivare ad un accordo. È dal 2017 che inviamo diffide. Non abbiamo avuto altra scelta. Abbiamo fatto una istanza di mediazione, alla quale si è presentata soltanto la città metropolitana. Il condominio è stato sempre disponibile, ma ora abbiamo ricevuto il mandato per citare entrambe le parti in giudizio. C'è stato un vero e proprio abuso di Comune e Città metropolitana nella stesura dell'accordo per il passaggio pedonale in uno spazio condominiale. Chiederemo la revoca del passaggio, la chiusura del portone di ingresso dal corso e il risarcimento danni».