Napoli umiliata: le Torri Aragonesi colonizzate da degrado e clochard

Napoli umiliata: le Torri Aragonesi colonizzate da degrado e clochard
di Antonio Folle
Venerdì 21 Agosto 2020, 16:48 - Ultimo agg. 19:20
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Osservare le Torri aragonesi di via Marina, superstiti dell'antico e possente forte del Carmine, demolito agli inizi del '900 per far posto al tratto finale del corso Garibaldi, desta rabbia e sgomento. I quattro anni di restauri curati dalla società Uno Outdoor non sono bastati per strappare al loro destino di degrado e abbandono le torri che oggi versano in uno stato di avanzatissimo degrado a causa della presenza di un grande accampamento di clochard e di tossicodipendenti che hanno letteralmente colonizzato l'area guardando in cagnesco chiunque osi avvicinarsi a quello che ormai è di fatto il loro regno. 
 

 

Tonnellate di rifiuti sono tornate a prendere il posto che occupavano prima del restauro della discordia realizzato dalla società pubblicitaria. Negli anni in cui le torri sono state ingabbiate dalle impalcature su cui prendevano posto i lavoratori, infatti, non sono mancate le polemiche - culminate con un ricorso al Tar e a strascichi giudiziari che vanno avanti ancora oggi - da parte dei comitati civici cittadini capitanati da Gaetano Brancaccio che ha duramente puntato il dito contro la Uno Outdoor accusandola di aver eseguito un restauro approssimativo e di aver allungato a dismisura i tempi per beneficiare di ulteriori introiti provenienti dalle pubblicità affisse. Accuse che la società Uno Outodoor ha sempre respinto con forza al mittente, ribadendo di aver eseguito i lavori in accordo e sotto la supervisione della Sovrintendenza.

Oggi i clochard sono tornati ad occupare le impalcature che ancora circondano la torre Brava, creando con cartoni e coperte veri e propri separè che li nascondono alla vista delle auto di passaggio. I resti dei bivacchi finiscono puntualmente nei fossati che circondano le torri, alimentando una discarica che, a sua volta, attira insetti e topi. 
 

Un vero e proprio schiaffo alla storia e alla cultura di Napoli, figlio del disinteresse e della disorganizzazione dei lavori di pulizia e sorveglianza da parte degli enti preposti. Più volte i cittadini della zona hanno protestato contro il Comune e la Sovrintendenza, chiedendo che la torre Brava e la torre Spinelli venissero finalmente incluse nei percorsi turistici cittadini. Tutte le critiche e le proposte sono rimaste in gran parte inascoltate e i risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti. 

«Ci troviamo a due passi dal porto di Napoli - ha spiegato Antonio Alfano dell'associazione No Comment e i turisti che arrivano o ripartono in nave come prima cosa vedono proprio le antiche torri aragonesi. La storia della nostra città meriterebbe ben altra attenzione di quella che ricevono queste antiche vestigia del passato - prosegue - invece ci troviamo di fronte a quotidiani episodi di incivilità che rappresentano una vergogna per Napoli e per i napoletani. Qui c'è degrado urbano e sociale, ci sono decine di senza fissa dimora accampati che stanno dando vita ad una nuova maxi discarica. Come cittadini - conclude - chiediamo che questo problema non passi sotto silenzio e che le istituzioni preposte si attivino per strappare al degrado questi importanti pezzi della nostra storia e della nostra cultura».

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Anche la vicina fontana della Marinella, realizzata alla fine del XVIII secolo per volontà del re Ferdinando IV di Borbone, versa in tristi condizioni di degrado. La vasca è usata come sversatoio per rifiuti mentre a pochi metri la carcassa di uno scooter e una lunga distesa di sacchetti, resti di cibo e siringhe intrise di sangue fanno da desolante corollario al fallimento di una città nella conservazione e nella valorizzazione dei suoi beni monumentali. 

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