Tra dissesti e debiti nel Napoletano le ruspe contro gli abusi a rischio stop

Tra dissesti e debiti nel Napoletano le ruspe contro gli abusi a rischio stop
di Ferdinando Bocchetti
Domenica 5 Agosto 2018, 15:38
3 Minuti di Lettura
Abusi edilizi e demolizioni, si rischia l'ennesimo colpo di freno? Per i Comuni in dissesto finanziario o in condizioni di pre-dissesto sembrerebbe proprio di sì. La Corte dei Conti, che si è pronunciata sul caso del comune di Lacco Ameno, chiamato a demolire 40 manufatti abusivi, ha infatti chiarito che gli enti in default non possono contrarre mutui con la Cassa depositi e prestiti.

LO SCENARIO
Tra Napoli e provincia sono numerosi gli enti alle prese con enormi difficoltà finanziarie. Qualcuno, come i comuni di Villaricca e Bacoli, possono già definirsi tecnicamente falliti; altri invece - come i comuni di Napoli, Marano e Qualiano - sono con oltre un piede e mezzo nel baratro. L'impossibilità di contrarre mutui, insomma, potrebbe rivelarsi un assist formidabile per i titolari degli immobili abusivi oggetto di sentenze definitive, di quei comuni storicamente allergici agli abbattimenti e di chi preme affinché le ruspe siano utilizzate con estrema cautela.

LE INTERPRETAZIONI
L'ennesima guerra interpretativa, alimentata dal pronunciamento della Corte dei Conti sul caso di Lacco Ameno, arriva in un momento cruciale. Poche settimane fa la Corte Costituzionale, bocciando la legge regionale in materia di demolizione, aveva chiarito che «gli immobili abusivi, una volta entrati nel patrimonio dei comuni, devono essere demoliti e solo in via eccezionale possono essere conservati e destinati a finalità pubbliche».

NAPOLI
Nel capoluogo sono circa 135mila gli immobili abusivi, di cui 35mila nella sola zona dei Camaldoli, l'area collinare ad altissimo rischio idrogeologico. Le cose non vanno meglio nel confinante quartiere di Pianura, altra icona dell'abusivismo edilizio partenopeo, dove di case, villini, mansarde e parchi non in regola se ne contano decine. Il Comune, per ora salvo dal dissesto, resta tuttavia in condizioni finanziarie a dir poco critiche e non è chiaro se e come riuscirà a dare seguito alle sentenze della magistratura.

MARANO
Da circa due anni commissariato per camorra, Marano è il Comune tra quelli con il maggior numero di beni abusivi acquisiti al patrimonio comunale, molti dei quali ancora occupati illegalmente. Nemmeno l'arrivo della triade commissariale ha finora sortito gli effetti sperati. Niente demolizioni e nemmeno sgomberi. I casi più eclatanti? Le ville di via Del Mare, il complesso del Galeota, le case di via Platone e Antica Consolare Campana. Di recente è stato chiesto un finanziamento di 300 mila euro alla Cassa depositi e prestiti: serviranno ad abbattere due manufatti e un ristorante. L'ente conta di restituire il prestito, rivalendosi sui proprietari degli immobili.

LE ISOLE
A Capri sono duemila le pratiche sugli abusi edilizi tuttora giacenti negli uffici comunali e tutte riferite al condono del 1985. Molti cittadini, autori di piccoli ampliamenti, hanno optato in questi anni per l'autodemolizione. Situazione estremamente complessa ad Ischia. A Lacco Ameno, comune in dissesto, e Casamicciola, in pre-dissesto, la lista degli abusi è lunghissima: se ne contano almeno un centinaio. In tutta l'isola le pratiche di demolizione giacenti sono almeno 500.

AREA VESUVIANA-STABIESE
È il versante degli abusi edilizi per antonomasia. A Torre del Greco è stato stilato un crono-programma per l'abbattimento di 10 eco-mostri. Demolizioni da effettuare in quattro anni con anticipazioni di cassa dal bilancio comunale. Anche in questo caso l'ente cittadino presenterà il conto agli abusivi. A Castellammare, invece, sono una ventina le pratiche in giacenza e tutte riferite alla zona archeologica di Varano. La Procura di Torre Annunziata ha in carico circa tremila pratiche riferite agli abusi edilizi. Più di mille cittadini, nell'arco degli ultimi anni, avrebbero scelto la strada (meno dispendiosa) delle autodemolizioni.
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